domenica 15 giugno 2014

i sei pilastri della riforma del catasto

 

è in dirittura d'arrivo il decreto che darà nuova vita alle commissioni censuarie provinciali, primo passo verso la riforma del catasto. una riforma destinata a stravolgere l'attuale metodo di valutazione degli immobili e che è strutturato in sei pilastri fondamentali

1) valore patrimoniale - si partirà dal valore di mercato al metro quadrato per ogni tipologia immobiliare (probabilmente si farà riferimento ai valori omi) e si determinano una serie di coefficienti (scale, anno di costruzione, piano, esposizione, riscontro d'aria, affaccio, presenza o meno dell'ascensore, riscaldamento centrale o autonomo, stato di manutenzione. nasce in questo modo un algoritmo che applicato al valore al metro di partenza, lo rettifica. si moltiplica per i metri quadrati per ottenere il valore patrimoniale

2) rendita catastale - si partirà dai valori locativi annui espressi al m2 cui si applicherà una riduzione derivante dalle spese. manutenzione straordinaria, amministrazione, assicurazioni, adeguamenti tecnici di legge. il valore così ottenuto si moltiplicherà per la superficie e il risultato sarà la nuova rendita catastale

3) federalismo catastale - si ripristina la normativa del 2006 che prevede l'affidamento delle funzioni catastali ai comuni che ne facciano richiesta

4) commissioni censuarie - in vigore dal 1986 sono state di fatto abbandonate. avranno la funzione di attribuire le nuove rendite e i nuovi valori e comprenderanno anche i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo immobiliare

5) stime dirette - soprattutto per quanto riguarda gli immobili speciali si renderà necessario un ingente numero di stime dirette, un fatto che sicuramente contribuirà ad allargare i tempi dell'entrata in vigore della riforma

6) immobili storici - per le tipologie inserite nelle categorie catastali a/9 (palazzi e castelli di eminenti pregi storico-artistici) o riconosciuti come tali ai sensi del codice dei beni culturali si dovrà fare una distinzione tra quelli non sfruttabili commercialmente (per cui varranno le detrazioni) e gli altri sui quali deciderà la commissione finanze della camera