sabato 27 aprile 2019

Affitti non percepiti, ok alla norma che cancella le tasse sui canoni non incassati


Approvata in Commissione Finanze della Camera la norma "salva affitti" 


La Commissione Finanze della Camera, nell’ambito del provvedimento sulla semplificazione fiscale, ha approvato la cosiddetta norma “salva affitti”. Dal gennaio 2020 i proprietari che hanno dato in affitto un immobile e hanno avuto a che fare con inquilini morosi non dovranno più pagare le tasse sugli affitti non percepiti.

Con una nota, i portavoce del Movimento 5 Stelle in Commissione Finanze alla Camera hanno fatto sapere: “E’ stato approvato in Commissione Finanze un provvedimento di civiltà ed equità, la norma salva-affitti. Non saranno più dovute le imposte per gli affitti non percepiti. E’ solo uno dei tanti provvedimenti inseriti all’interno della nostra proposta di legge ‘semplificazioni fiscali’ che presto arriverà in Aula”.

Ad oggi i proprietari di casa devono dichiarare e pagare le relative tasse sugli affitti anche se non percepiti. Il credito di imposta di pari ammontare viene riconosciuto al proprietario solo dopo la conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida di sfratto per morosità del conduttore. In parole semplici, il proprietario deve anticipare al Fisco le tasse sui canoni di locazione non percepiti e solo successivamente può decurtare le somme come credito di imposta.

Ma con la norma proposta dalla relatrice Carla Ruocco (M5S) le cose sono destinate a cambiare. Il testo passa ora all’esame dell’Aula della Camera e poi dovrà ricevere il via libera del Senato.

Dichiarazione dei redditi 2019, le detrazioni delle spese di ristrutturazione


 Risultati immagini per ristrutturazione detrazione

Anche quest'anno sarà possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi 2019 le spese per gli interventi di ristrutturazione eseguite sul proprio immobile durante l'anno di imposta 2018. Vediamo quali sono tutte le informazioni utili.

Ristrutturazione 2019, a chi spetta la detrazione?

Possono fruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche, residenti o meno nel territorio dello Stato. La detrazione spetta ai soggetti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, gli immobili oggetto degli interventi, a condizione che ne sostengano le relative spese.
Tali soggetti sono:

  • proprietari o nudi proprietari;
  • titolari di un diritto reale di godimento quali usufrutto, uso, abitazione o superficie;
  • soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa;
  • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o beni merce
  • soggetti indicati nell’art. 5 del TUIR, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali;
  • detentori (locatari, comodatari) dell’immobile
  • familiari conviventi;
  • coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge
  • conviventi more uxorio;
  • futuro acquirente

Quali lavori danno diritto alla detrazione 2019 per le ristrutturazioni?

Per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici la detrazione spetta per le spese di:

  • manutenzione ordinaria
  • manutenzione straordinaria
  • restauro e di risanamento conservativo
  • ristrutturazione edilizia

Per gli interventi effettuati sulle singole unità immobiliari e/o sulle relative pertinenze, la detrazione spetta per le medesime spese, ad eccezione di quelle relative alla manutenzione ordinaria. L’agevolazione è riferita ad interventi eseguiti su singole unità immobiliari residenziali, di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze, accatastate o in via di accatastamento.

Documenti da presentare per la detrazione ristrutturazione edilizia

Per usufruire della detrazione il contribuente deve aver eseguito gli adempimenti previsti ed essere in possesso della relativa documentazione. Per fruire della detrazione è necessario che le spese siano pagate esclusivamente mediante bonifico dal quale risulti:

  • la causale del versamento dalla quale risulti che il pagamento è effettuato per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che danno diritto alla detrazione. Nel caso in cui, per mero errore materiale, siano stati riportati i riferimenti normativi della detrazione per la riqualificazione energetica, la detrazione può comunque essere riconosciuta senza necessità di ulteriori adempimenti
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione (che può essere anche diverso dall’ordinante il bonifico);
  • il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Il bonifico postale è assimilato a quello bancario ed è quindi da considerarsi valido così come è ugualmente valido il bonifico effettuato “on line”.La detrazione è ammessa anche se l’onere è sostenuto mediante un bonifico tratto su un conto acceso presso un istituto di pagamento, operatore diverso dalle banche, autorizzato a prestare servizi di pagamento, tra i quali l’esecuzione di bonifici.

E' inoltre importante:

  • effettuare la comunicazione all’Azienda sanitaria locale competente nel territorio in cui si svolgono i lavori

  • indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, nel caso di lavori effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto di comodato o di locazione

  • Per gli interventi realizzati sulle parti comuni il contribuente deve conservare la documentazione rilasciata dall’amministratore del condominio, in cui lo stesso attesti di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione

Limite spesa detrazione lavori di ristrutturazione

L’art.11 del DL n. 83 del 2012 ha previsto l’aumento della detrazione percentuale dal 36 al 50 per cento, nonché l’innalzamento del limite di spesa agevolabile da euro 48.000 a euro 96.000 a partire dal 26 giugno 2012. Questi maggiori benefici sono stati più volte prorogati fino, da ultimo, al 31 dicembre 2017 e, per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici, fino al 31 dicembre 2021.

Prezzi delle case ancora giù nel 2019 (-1,2% nel primo trimestre)


Evoluzione del prezzo delle case in vendita in Italia 

I primi tre mesi dell’anno hanno visto un nuovo calo delle abitazioni usate in Italia pari all’1,2%. Tale ribasso porta il prezzo al metro quadro a una media di 1.733 euro/m2, secondo l’indice dei prezzi di idealista. Su base annuale la casa segna un calo del 3,6%.

Per Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi idealista Italia, “i dati confermano la lunga fase di contrazione dei prezzi in atto nel nostro Paese, anche se la domanda ha ripreso da tempo vigore e le erogazioni sono in crescita. Tuttavia, il sistema stenta ancora a smaltire lo stock immobiliare invenduto, sia a livello di aree provinciali che nella maggior parte dei capoluoghi dove vediamo tendenze contrastanti con una prevalenza di zone in calo. Nonostante il potenziale attrattivo della casa, l’auspicata ripresa del comparto stenta e indica che nei prossimi mesi la ripresa del mercato sul fronte dei prezzi sarà lenta”.

In questo link puoi verificare l'evoluzione di tutti i mercati analizzati:

https://www.idealista.it/sala-stampa/report-prezzo-immobile/

Regioni

Primo trimestre del 2019 all’insegna dei ribassi per 13 regioni italiane: la Campania ha segnato la maggior caduta, con un calo del 3,2%, seguita dalla Lombardia (-2,9%) e dal Molise (-2,2%).

Tra le macroaree in controtendenza guida il Friuli Venezia Giulia, con un prezzo di richiesta in aumento del 6,9%, davanti a Valle d’Aosta (2,9%) e Basilicata (1,5%)

La Valle d’Aosta (2.611 euro/m2) scavalca la Liguria (2.545 euro/m2), balzando al primo posto della graduatoria dei prezzi regionali, sul terzo gradino del podio c’è il Trentino-Alto Adige con 2.393 euro al metro quadro. Una graduatoria che vede i valori più bassi in Calabria e nel Molise, rispettivamente con 913 euro e 962 euro al metro quadro.

Province

Prezzi in calo nel 62% delle aree provinciali (quasi 1 provincia su 3), con oltre la metà delle variazioni negative del periodo superiori al 2%. Le percentuali di ribasso maggiori si trovano in provincia di Sondrio (-6,6%), Terni e Viterbo (queste ultime entrambe con -5,3%). Dall’altro lato, Udine (10,1%), Gorizia (5,4%) e Pordenone (3,3%) segnano i maggiori rimbalzi dopo i mesi invernali.

Bolzano (3.334 euro/m2) è la provincia più cara d’Italia. Stando ai dati di idealista, la provincia autonoma altoatesina guida la classifica davanti a Savona (3.278 euro/m2) e Firenze (2.792 euro/m2). Nella parte bassa della classifica, la provincia più economica è sempre Biella (665 euro/m2), mentre salgono a 22 le macroaree dove i prezzi di richiesta non superano i mille euro al metro quadro, segnale anche questo delle difficoltà ad avviarsi verso la ripresa dei valori.

Capoluoghi

Capoluogo per capoluogo il trend al ribasso riguarda 64 centri sui 102 monitorati. Tra questi è Terni la città che ha registrato la peggiore performance del trimestre con un calo medio del 10,3%, seguita da Teramo ed Enna, rispettivamente con ribassi del 6% e del 5,4%. Dall’altro lato del ranking, Gorizia (6,6%) guida la graduatoria degli incrementi dei capoluoghi italiani seguita da Firenze (3,2%) e Parma (3,1%).

Tra i grandi mercati, bene Torino (2,5%) e Bologna (0,7%); pressoché stabile Roma (0,1%); ribassi a Milano (-2,7%) e a Napoli (-4,1%),

Venezia (4.407 euro/m²) rimane la piazza con i metri quadri più cari, davanti a Firenze (3.789 euro/m²) e Bolzano (3.487 euro/m²), che precede a sua volta Milano (3.143 euro/m²). Nella parte bassa del ranking dei valori troviamo Ragusa (879 euro/m²), Caltanissetta (788 euro/m²) e il fanalino di coda Biella con i suoi 731 euro al metro quadro.

L’indice dei valori immobiliari di idealista*

A partire dal rapporto relativo al primo trimestre del 2019, abbiamo aggiornato la metodologia per l’elaborazione del nostro indice dei prezzi. Dopo l’integrazione di idealista/data, un’apposita divisione specializzata nella gestione di grandi volumi di informazioni e nel data modeling, è stata introdotta una nuova metodologia di calcolo che rende la nostra analisi dell'evoluzione dei prezzi, specialmente in aree di piccole dimensioni, ancora più robusta che in passato. Per evitare salti nella nostra serie, i dati dal 2007 sono stati ricalcolati con la nuova metodologia.

Su raccomandazione del team statistico di idealista/data, aggiorniamo la formula per indicare il prezzo medio con maggiore certezza: oltre a eliminare gli annunci atipici e con i prezzi fuori mercato, calcoliamo il valore mediano invece del valore medio. Con questo cambiamento, oltre ad affinare ulteriormente il nostro indice rendendolo più prossimo alla realtà del mercato, omologhiamo la nostra metodologia agli standard internazionali per ottenere i dati immobiliari.

Da questo momento includiamo nell’analisi la tipologia di case unifamiliari (viletta o chalet) e scartiamo gli immobili di qualsiasi tipo che sono stati nel nostro database per molto tempo senza ottenere interazioni utente. Il rapporto è sempre basato sui prezzi di offerta pubblicati dagli inserzionisti di idealista.

Il report completo è consultabile qui.

Fonte :idealista

Come effettuare nel 2019 la detrazione della provvigione pagata all'agenzia immobiliare


Gtres 

Lunedì 15 aprile è iniziata ufficialmente la campagna per la dichiarazione dei redditi 2019 relativa all'anno di imposta 2018. Anche quest'anno tra le spese che è possibile detrarre dal modello 730 ci sono le provvigioni pagate all'agenzia immobiliare.

I compensi pagati a soggetti di intermediazione immobiliare per l'acquisto di un immobile da adibire ad abitazione principale sono detraibili nella misura del 19%, su un importo massimo di 1000 euro. Si può usufruire della detrazione se l'acquisto dell'immobile è effettivamente concluso. In caso di stipula del contratto preliminare, per poter usufruire della detrazione è necessario aver regolarmente registrato il compromesso

La detrazione spetta a condizione che l’immobile acquistato sia adibito ad abitazione principale. In particolare:

  • per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente.
  • l’unità immobiliare deve essere adibita ad abitazione principale entro i termini previsti dalla lett. b) dell’art. 15 del TUIR, concernente la detrazione spettante per gli interessi passivi pagati per i mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale e, quindi, ordinariamente entro un anno dall’acquisto, salvi i diversi termini per le eccezioni ivi previste

Considerato l’esplicito riferimento della legge all’acquisto dell’abitazione principale, la detrazione spetta esclusivamente all’acquirente dell’immobile; il venditore, pertanto, non può beneficiare della detrazione in esame anche se ha corrisposto la relativa provvigione all’intermediario immobiliare. La detrazione non spetta se le spese sono sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico.

Se l'unità immobiliare è acquistata da più persone, la detrazione, nel limite di 1000 euro, va ripartita tra i comproprietari in base alla percentuale di proprietà. Il beneficio, pertanto, può essere attribuito al proprietario dell'immobile, in percentuale, qualora la fattura risulti intestata almeno a uno dei proprietari. Nell'ipotesi di

  • Fattura intestata a un solo proprietario, ma immobile in comproprietà, al fine di consentire la detrazione pro-quota anche al comproprietario che non è indicato nella fattura, sarà necessario integrare il documento annotandovi i dati di quest'ultimo
  • Immobile intestato a un solo proprietario, ma fattura cointestata al proprietario e a un'altra persona, al fine di consentire la detrazione dell'intero importo all'unico proprietario sarà necessario integrare la fattura, annotando che l'onere per l'intermediazione è stato sostenuto interamente da quest'ultimo
  • Fattura intestata esclusivametne a una persona che non sia prorietaria dell'immobile, le spese per l'intermediazione non potranno essere detratte neanche dal propriatario

Requisiti agenti immobiliari

Per poter usufruire delle detrazioni gli immobiliari devono essere iscritti come agenti immobiliari in base alla legge n 39 del 1989 che ne disciplina anche le modalità e funzioni

Documenti da conservare

Documentazione da controllare e conservare. Con la Circolare 13.05.2011 n. 20, risposta 5.8 è stato precisato che:

  • la detrazione non spetta se la fattura rilasciata dall’intermediario immobiliare è intestata ad un soggetto non proprietario;
  • nel caso in cui la fattura è intestata ad un solo proprietario ma l’immobile è in comproprietà, è necessario integrarla con i dati anagrafici del comproprietario mancante;
  • se la fattura è intestata al proprietario dell’immobile e ad un altro soggetto non proprietario, è necessario che in fattura venga specificato (o integrato) che l’onere è stato sostenuto solo dal proprietario.

martedì 9 aprile 2019

Come unire due finanziamenti/mutui




Unire due mutui pagando un'unica rata mensile per evitare il rischio di inadempienza: come funziona il consolidamento dei debiti.

Nel caso dei mutui, “due non è meglio di uno”, al contrario di quanto affermava Stefano Accorsi in un inglese decisamente maccheronico in un celebre spot di fine anni Novanta. Per questo, chi ha almeno due mutui a carico può fare ricorso a un prezioso strumento per rendere le pendenze con la sua banca quantomeno più sopportabili.

In gergo giuridico si chiama consolidamento dei debiti e consiste nell’unione di più finanziamenti in un unico prestito. L’obiettivo è quello di ottenere una sola rata, di importo sostenibile, da pagare alla banca anziché due. Ma in quali casi, innanzitutto, una persona sostiene più mutui? Quando, ad esempio, ne accende uno per l’acquisto della prima casa e, più avanti, ne stipula un secondo per la ristrutturazione dell’immobile o per l’acquisto di una seconda casa. Quest’ultimo, chiamato anche mutuo integrativo, è per la verità più un finanziamento, visto che di solito non gode delle agevolazioni fiscali che invece riguardano il mutuo per la prima casa.

Il consolidamento deve essere richiesto a un’unica banca, che si occuperà di ridefinire le condizioni contrattuali delle due pendenze. Con il consolidamento dei debiti i due mutui si estinguono e la loro unione dà vita a un solo finanziamento. Il piano di rientro prevederà una sola rata di importo minore rispetto alla somma delle rate mensili dei due mutui e il piano di ammortamento sarà prolungato di qualche anno. Potrebbero essere applicati tassi di interesse leggermente superiori, ma sicuramente meno onerosi per l’estinzione del debito. Come raccomandano gli esperti del settore, il consolidamento dei debiti è una procedura da attuare ogni qualvolta ci sia la probabilità di diventare inadempienti nei confronti di uno o più debiti.

venerdì 5 aprile 2019

Cosa serve per costruire una casa prefabbricata?cambia poco o nulla a livello burocratico


Gtres Gtres


Si parla molto di case prefabbricate, ma si fa ancora confusione. Vediamo nello specifico tutto quello che c’è da sapere: cosa serve per costruirla, permessi e responsabilità.

Anche le case prefabbricate, come le abitazioni tradizionali, seguono la normativa edilizia e non possono essere costruite senza concessione o su un terreno non edificabile. Ci sono quindi alcuni aspetti che vanno approfonditi, sia per capire dove si può mettere una casa prefabbricata ma anche per farsi un’idea di quanto i prezzi possano aumentare con i costi accessori.

In buona sostanza, costruire una casa prefabbricata è sì semplice, ma non tanto quanto potrebbe sembrare. Oltre a scegliere la configurazione o i modelli già esistenti, bisogna compiere tutti i passi burocratici che riguardano anche l’edilizia “tradizionale”. Ecco alcuni degli aspetti fondamentali da tenere a mente.

Indagine geologica

Come detto, per realizzare una casa prefabbricata bisogna seguire lo stesso iter burocratico delle case tradizionali, in quanto si tratta a tutti gli effetti di edilizia. Il primo passo da compiere, quindi, è l’indagine geologica che, come spiegano da Abc Costruzioni “deve essere condotta da un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere”.

Questa figura professionale ricopre il ruolo di direttore dei lavori, diventandone il soggetto responsabile. Al tecnico abilitato vanno successivamente affiancate altre figure professionali. Nello specifico devono occuparsi di indagine geologica del terreno edificabile, della sicurezza del cantiere e del progetto dei sistemi di riscaldamento, dell’impianto idraulico e dell’impianto elettrico.

Il professionista che prepara la documentazione tecnica necessaria da presentare entro i tempi stabiliti è il progettista. E sempre da Abc Costruzioni spiegano che il progetto della casa prefabbricata viene esaminato da una Commissione Edilizia o da un’istruttoria interna. Il terreno o il territorio di costruzione potrebbero essere soggetti a vincoli storico-paesaggistici o ambientali.

Alla fine dell’indagine geologica del terreno si potranno ottenere dati molto utili sulla morfologia e sulla tipologia del terreno, e sull’eventuale presenza di faglie e di corsi d’acqua. Dopo aver analizzato questi dati, risulterà più facile individuare la soluzione costruttiva adatta, calcolando al dettaglio il progetto della casa.

Permesso di costruire

In questi casi si può fare ricorso al parere preventivo della Soprintendenza ai Beni Ambientali. A seconda dei regolamenti comunali, potrebbe essere sufficiente la presentazione della DIA (dichiarazione di inizio attività). Le case prefabbricate, che garantiscono una maggiore efficienza energetica, hanno più probabilità di ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie per costruire.

Una volta realizzata una relazione geologica sui parametri fisico-chimici del terreno dove si intende costruire bisogna depositare il progetto al genio civile nel Comune di pertinenza. Le norme della zona e le direttive di sicurezza sui cantieri vanno rispettate in base al Testo Unico 81/08. É necessario ottenere la concessione edilizia (DIA o permesso di costruire), comunicando all’Amministrazione l’Inizio e la Fine dei lavori di costruzione.

Spetta all’amministrazione comunale concedere il permesso e l’autorizzazione di costruzione. Il processo, e di conseguenza le tempistiche per il rilascio, varia da Comune a Comune ed è proprio questo l’aspetto che rischia di incidere di più sui tempi di consegna di una casa prefabbricata che, generalmente, dal momento in cui si hanno tutti i permessi impiega 6 mesi per essere consegnata.

Altri permessi

Va specificato che, proprio come accade con le case tradizionali in muratura, è vietato costruire case prefabbricate su un terreno agricolo. Mentre per quanto riguarda le zone sismiche, in cui spesso si sceglie l’opzione prefabbricata perché particolarmente indicata per caratteristiche, è necessario presentare una relazione di verifica sismica dell'intero edificio oltre a valutare e studiare i regolamenti comunali.

Il progetto dell’abitazione e la concessione edilizia sono imprescindibili per richiedere l’allaccio alla rete elettrica. Mentre per posare una casa prefabbricata in zone demaniali, oltre al progetto dell'abitazione e concessione edilizia bisogna ottenere anche un’autorizzazione da richiedere alla capitaneria di porto della zona di pertinenza.

Perdita della detrazione per ristrutturazione: le 6 cose che non puoi dimenticare


Gtres 


Anche quest'anno la legge di Stabilità ha prorogato il bonus edilizia. Ma la perdita della detrazione per ristrutturazioni è possibile per chi non tiene d'occhio questi sei importanti adempimenti.

Secondo quanto fa sapere l'Agenzia delle Entrate, le detrazioni per i lavori di ristrutturazione non viene riconosciuta o si perde quanto già usufruito nel caso in cui:

  1. non è stata effettuata la comunicazione preventiva all’Asl competente, se obbligatoria
  2. il pagamento non è stato eseguito tramite bonifico bancario o postale o è stato effettuato un bonifico che non riporti le indicazioni richieste (causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione, numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato)
  3. non sono esibite le fatture o le ricevute che dimostrano le spese effettuate
  4. non è esibita la ricevuta del bonifico o questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione
  5. le opere edilizie eseguite non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie comunali 
  6. sono state violate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle relative agli obblighi contributivi. Per queste violazioni il contribuente non perde l’agevolazione se è in possesso di una dichiarazione della ditta esecutrice dei lavori che attesta l’osservanza delle suddette norme.

Fonte idealista

Mutui prima casa, il Fondo di Garanzia 2019 sarà rifinanziato


mutuo casa 

Autore: floriana liuni


Per le giovani coppie che intendono acquistare la prima casa, ci sono buone notizie. Dopo aver rischiato la chiusura, il Fondo di Garanzia Consap sarà rifinanziato.

Lo ha annunciato il vicepremier Di Maio, spiegando in un articolo sul proprio blog. Dopo aver esaurito  le risorse a fine febbraio, il Fondo di Garanzia Mutui prima casa sarà dotato di altri 100 milioni di euro. Benchè con dotazione dimezzata rispetto ai previsti 200 milioni, tornerà così attivo lo strumento che si è rivelato prezioso negli ultimi anni per favorire l’accesso al credito di coloro che, avendo lavoro non stabile o vivendo situazioni particolari, no hanno l’opportunità di stipulare mutui a cuor leggero.

Come funziona il Fondo di Garanzia

Il Fondo tornerà quindi a funzionare come sempre:

  • Tutti possono accedere al mutuo, con priorità per le seguenti categorie: giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, giovani titolari di un rapporto di lavoro atipico,  affittuari di alloggi di proprietà degli enti di edilizia residenziale pubblica (ex Istituto Autonomo Case Popolari-IACP).
  • L’importo del mutuo non deve superare i 250 mila euro.
  • Lo Stato garantisce fino al 50% di garanzia della quota capitale del mutuo.
  • Viene applicato un tasso calmierato ossia un Tasso Effettivo Globale (TEG) non superiore al Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM), pubblicato trimestralmente dal Ministero dell’Economia.

Fondo di Garanzia Mutui 2019, i commenti degli esperti

“Il fondo di garanzia Consap ha permesso nel 2018 a molte famiglia di accedere ad un finanziamento pari al 100% del prezzo dell’immobile per l’acquisto della prima casa, - ricorda Riccardo Bernardi, chief development officer di 24 Max. - Sicuramente è stata un’agevolazione importante per il mercato in quanto numerose transazioni si sono concluse grazie a tale garanzia. C’è dell’attesa da parte del mercato anche per il 2019 anche se in realtà grazie ad un valido mediatore si possono trovare soluzioni che arrivano vicine a tale tipo di operazione. Seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda“.

"Il rifinanziamento del Fondo Garanzia prima casa è senza dubbio una buona notizia, - aggiunge Ivano Cresto, responsabile business unit mutui di Facile.it, -  non solo per gli aspiranti mutuatari, ma anche per l'intero settore del credito e, più in generale, per il mercato immobiliare. I numeri ufficiali parlano chiaro: in questi anni il Fondo ha agevolato la conclusione di oltre 90mila pratiche di finanziamento, per un valore complessivo che supera i 10 miliardi di euro, rendendo così possibile l'acquisto della prima casa da parte di persone, principalmente giovani coppie, che, non disponendo di risparmi sufficienti, avrebbero altrimenti avuto difficoltà ad ottenere il mutuo. Ci auguriamo pertanto che questo strumento venga confermato e possa così garantire un sostegno anche a coloro che vorranno affrontare con serenità l’acquisto della prima casa nel corso del 2019".

"Apprendiamo la notizia con estremo interesse - commenta Renato Landoni, presidente Kiron Parners Spa. - E’ positiva la volontà del governo di rinnovare, per l’importo di 100 milioni, il fondo di garanzia Consap che potrebbe permettere di mantenere le agevolazione per l’ottenimento di mutui prima casa ai richiedenti in possesso di specifiche caratteristiche. Nel corso dello scorso anno, è’ stato un prezioso strumento in grado di sostenere le famiglie nella realizzazione del sogno di acquistare la prima casa e ci auguriamo che potrà continuare ad esserlo anche in futuro. Il fondo Consap consente agli istituti di credito che hanno aderito all’iniziativa, di allargare la loro base di potenziali clienti proprio in direzione di quelle categorie di cittadini che prima non avrebbero potuto finanziare; di certo è uno strumento che permetterà di dare slancio sia in generale ai consumi che, nello specifico, al mercato creditizio ed immobiliare".

Fondo di Garanzia, il commento di Adiconsum

Immediato il sospiro di sollievo da parte di Adiconsum. “Una buona notizia – ha dichiarato Danilo Galvagni, Vicepresidente dell’associazione.  – Finalmente, dopo mesi di silenzio sul tema, si risente parlare del Fondo di garanzia Consap. Da tempo abbiamo lanciato l’allarme sull’esaurimento delle risorse del Fondo, indirizzando una lettera di sollecito non solo al Ministro Di Maio, ma anche al Ministro Tria”.

Adconsum,  continua Galvagni , ha anche indicato una serie di proposte migliorative quali l’allargamento dell’accesso al Fondo senza tener conto di priorità e l’integrazione  delle pattuizioni che permettono il blocco della restituzione del capitale con il solo pagamento degli interessi in casi particolari (vedi la sospensione delle rate del mutuo).

fonte idealista