lunedì 29 ottobre 2018

L’Uppi contro la versione della cedolare affitti commerciali nella legge di Bilancio


L'U.P.P.I. critica la prima bozza della legge di bilancio 2019 che introduce la cedolare secca sulle locazioni commerciali in misura differente dalle promesse elettorali e, si legge ne comunicato dell’associazione « osserva con preoccupazione come, nella prima bozza della legge di bilancio 2019, pubblicata nella giornata di ieri, venga introdotta la cedolare secca al 21% esclusivamente per gli immobili che hanno ad oggetto “la vendita o la rivendita di prodotti”, ovvero solo per i negozi e non per tutti gli immobili diversi da quelli abitativi come gli uffici, i laboratori artigianali e gli immobili destinati alle attività alberghiere e ricettive. Questa limitazione è del tutto incomprensibile».
L'applicazione della cedolare secca ai soli contratti di locazione che saranno stipulati nel 2019 ed esclusivamente nei casi in cui non risulti già in essere un contratto tra le medesime parti e per lo stesso immobile al 15 ottobre 2018 «non considerando nemmeno i contratti che andranno a scadenza nel 2019, oltre a violare il principio di equità fiscale, limiterà l'applicazione della cedolare secca ad un numero minimo di immobili incentivando, invece, gli sfratti al fine di poter sottoscrivere, dal 2019, nuovi contratti con nuove parti e disincentiverà la stipulazione dei contratti fino al 31 dicembre di quest'anno».
Tra l'altro, sottolinea l’Uppi, nei convegni organizzati in merito dall'associazione, tutte le forze politiche avevano aderito alla richiesta di aprire la cedolare secca alle locazioni che gravitano intorno a tutte le attività commerciali, alberghiere e artigianali, già fortemente in crisi a causa della recessione economica, e lo avevano promesso in campagna elettorale.
L'U.P.P.I. ribadisce che solo un alleggerimento della tassazione sulla proprietà immobiliare consentirà al settore di riacquistare spinta e di trainare l'economia del Paese intero verso la ripresa economica, contribuendo, così, al rispetto degli impegni europei in termini di rapporto deficit/PIL.