Il decreto contenente il Piano Casa è stato approvato dal Consiglio dei Ministri riunitosi ieri, che dà così il via a una sorta di rivoluzione nel settore casa, con interventi per 1,74 miliardi di euro. Novità che coinvolgono in prima istanza gli affitti concordati, l'edilizia sociale e gli alloggi popolari.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano Casa del ministro delle infrastrutture Lupi, che contiene misure utili a rilanciare il mercato immobiliare e in primis quello dell'affitto. Interventi che costeranno 1,74 milioni di euro e che andiamo ora a ricapitolare brevemente.
- Rifinanziamento fondi locazioni: vengono incrementati i fondi per le locazioni, in modo da dare immediato sostegno alle categorie meno abbienti che non riescono più a pagare l'affitto. 100 milioni andranno al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e 226 milioni al Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Quest'ultimo garantisce dal rischio di morosità gli inquilini affidabili che non riescono più a pagare i canoni per cause indipendenti dalla loro volontà, allontanandoli così il pericolo di sfratto. Le risorse del fondo per il sostegno abitazioni in affitto saranno destinate anche alla creazione di agenzie locali con funzione di garanzia terza fra proprietario e affittuario per i mancati pagamenti del canone ed eventuali danni all'alloggio. Infine verrà rifinanziato anche il fondo per l'accesso a i mutui a favore delle giovani coppie.
- Cedolare secca: viene tagliata ulteriormente, passando dal 15 al 10%, l'aliquota della cedolare secca riservata ai contratti concordati e a quelli per studenti universitari fuori sede, almeno per il quadriennio 2014-2017. La copertura per la misura è stanziata in 146 milioni, e si stima un recupero almeno del 5% della base imponibile. La riduzione vale anche per i contratti già in essere, quindi il vantaggio fiscale sarà visibile già in fase di pagamento dell'acconto. Così Silvia Spronelli, presidente del franchising Solo Affitti, intervenendo sulla misura: "L'ulteriore riduzione dell'aliquota agevolata dal 15% al 10% per la cedolare secca sui contratti a canone concordato può dare un impulso al mercato dell'affitto solo se si aggiornano contemporaneamente gli accordi territoriali sui canoni, specie nelle grandi città come Milano, Roma e Napoli, dove i prezzi concordati sono fermi da anni perché gli attori coinvolti non si riuniscono. Dopo la prima riduzione dell'aliquota dal 19 al 15% attraverso la nostra rete di affiliati abbiamo registrato che nel 2013 due nuovi contratti su tre sono stati stipulati con il regime della cedolare, e con l'ulteriore diminuzione dell'aliquota la preferenza verso questa opzione non può che aumentare perché avvantaggia sia i proprietari che gli inquilini".
- Edilizia popolare: è previsto un piano di recupero di immobili e alloggi pubblici, che riguarda anche interventi di risparmio energetico, con 400 milioni stanziati per finanziare la ristrutturazione di 12.000 alloggi. Previsti anche 67,9 milioni per recuperare ulteriori 2.300 alloggi per categorie sociali disagiate, come famiglie a basso reddito e con soggetti disabili. L'obiettivo risulta quindi duplice: da un lato il recupero del patrimonio edilizio risolve le situazioni di difficoltà abitative per le famiglie a basso reddito, e dall'altro si rilancia l'occupazione nel settore dell'edilizia, da tempo in crisi.
- Acquisto alloggi ex Iacp: il piano di dismissione degli alloggi pubblici comprende anche la conclusione di accordi con regioni ed enti locali per l'acquisto degli alloggi ex IACP (Istituti autonomi case popolari) da parte degli inquilini. Per favorire il riscatto è prevista la costituzione di un fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati, con dotazione massima di 18,9 mln l'anno dal 2015 al 2020, che garantirà agli inquilini l'acquisto pagando una rata di mutuo di importo simile al canone di locazione pagato fino a quel momento.
- Alloggi sociali agevolati: arrivano anche ulteriori agevolazioni per gli inquilini che abitano gli alloggi sociali: avrà diritto a una detrazione fino a 900 euro per il tre anni (2014, 2015 e 2016) chi ha reddito complessivo fino a 15.000 euro, e a 450 euro chi ha reddito sopra questa soglia e fino ai 31.987. L'inquilino dell'alloggio sociale che abbia stipulato il contratto da almeno 7 anni può richiedere il riscatto dell'immobile. In questo caso la misura riguarda solo i contratti di locazione stipulati dopo l'entrata in vigore del decreto. Per gli alloggi sociali è previsto anche un taglio d'imposta per le imprese proprietarie: per un periodo massimo di 10 anni dalla costruzione o dal recupero, il 40% dei redditi derivanti dalla locazione non concorrerà al reddito d'impresa ai fini Irpef/Ires e Irap.
- Occupazione abusiva: chi occupa abusivamente un alloggio pubblico non potrà chiedere né la residenza, né l'allacciamento ai pubblici servizi.
- Detrazione bonus mobili: ripristinato il codicillo contenuto nel decreto Salva Roma, poi ritirato, che provvedeva a disinnescare la stretta sul bonus mobili inserita nella Legge di Stabilità 2014, ossia quella che istituiva un tetto di spesa per l'acquisto di arredi pari a quella dei lavori di ristrutturazione dell'immobile. D'ora in poi la spesa per l'acquisto di mobili a seguito di ristrutturazione, su cui sono previste detrazioni Irpef, potrà essere superiore a quella per la ristrutturazione stessa, con un tetto massimo resta a 10mila euro.
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