Le richieste sulla Legge di Stabilità delle imprese, oltre che delle forze politiche, mentre il Governo apre a modifiche.
Nella
Legge di Stabilità mancano misure consistenti per la ripresa, oltre agli attesi
tagli alla spesa pubblica e al
taglio deciso al cuneo fiscale.
Queste le principali lamentele delle imprese all’ultima formulazione
del Ddl Stabilità, uscita dal Consiglio dei Ministri dei giorni scorsi,
che emergono dal comunicato congiunto Abi, Alleanza delle Cooperative
Italiane, Ania, Confindustria, ReteImprese Italia. Critiche al disegno
di legge sono arrivate anche dal mondo della politica, soprattutto dal
Pdl e dal Movimento 5 Stelle.
Critiche delle imprese
Tornando alle Associazioni delle imprese, per queste il deficit
maggiore del Ddl Stabiltà è che “manca una rapida e decisa azione di
tagli alla spesa pubblica e la indicazione di una prospettiva di
ammodernamento strutturale dello Stato e di ridefinizione dei compiti
della sfera pubblica, da avviare subito”.
Per questo le sigle che rappresentano le imprese chiedono al Parlamento alcune
modifiche alla Legge di Stabilità: “una riduzione più incisiva del
cuneo fiscale
e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività
delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori”. Per ora il
taglio del costo del lavoro, preannunciato dal governo Letta, si traduce
in una
riduzione IRPEF sui redditi più bassi (per un totale di 1,5 miliardi di euro), dell’
IRAP sul costo del lavoro (misura per la quale sono stati stanziati 40 milioni di euro) e dei
premi INAIL
(1 miliardo di euro). In tutto , per ridurre il costo del lavoro, il
Governo ha messo in campo 2,5 miliardi di euro per il 2014. Necessario
poi “agire sull’
accesso al credito sia attraverso le
garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle
banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio
dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando impulso
alla ricerca e all’innovazione”.
Critiche della politica
Tra le posizioni meno critiche alla Legge di Stabilità c’è quella dell’ex segretario del
Pd Pier Luigi Bersani:
«si potrà dire che è un piccolo passo, che ci sono cose da aggiustare e
poche risorse, ma non c’è dubbio che la Legge si mette su un percorso
nuovo, cominciando a intervenire sulla riduzione delle tasse su imprese e
lavoro, rimettendo in moto un po’ di investimenti e cominciando a
mettere qualcosa sul sociale», miglioramenti possono tuttavia essere
apportati soprattutto sul piano dell’IRPEF, dove si può fare molto più
«perché questa è una
crisi più della domanda che dell’offerta, se la prendessimo dal lato dei consumi muoveremmo di più». Per
Lorenzo Dellai di Scelta Civica:
la Legge di Stabilità ha centrato tre punti: «si rispettano i vincoli
europei, non ci sono aumenti di tasse, si è iniziato a prevedere una
forma di diminuzione della tassazione sui lavoratori e sulle imprese»,
ma è necessario che il Governo prosegua in questa direzione. Di parere
opposto l’ex ministro della Pubblica istruzione
Mariastella Gelmini,
la quale riprende le critiche delle imprese, lamentando che nella Legge
di Stabilità «manca un forte taglio della spesa pubblica, elemento
indispensabile per abbassare le tasse», senza considerare che così come
formulata la «riduzione del cuneo fiscale rischia di essere più che
altro una mancia», mentre «serve un profondo lavoro di modifica
parlamentare» conclude Gelmini. Anche il
Movimento 5 Stelle, per voce della deputata
Azzurra Cancelleri,
critica le misure sul costo del lavoro: «ridare 14 euro in più al
dipendente non farà ripartire l’economia». Quello di cui l’Italia
avrebbe bisogno sarebbe «una manovra più decisa, che puntasse più ad
aiutare il nostro Paese che rimanere servi di questa Europa», aggiunge
Cancelleri, «un Governo che deve rappresentare la Repubblica italiana
deve mettere davanti il bene del proprio Paese, anche andando a
discapito di accordi che non tengono conto della diversità dei Paesi che
compongono l’Europa».
Governo aperto a modifiche
A dimostrare l’apertura del Governo a possibili modifiche ci sono le parole del ministro dello Sviluppo economico
Flavio Zanonato, il quale ha dichiarato che la Legge di Stabilità andrà
potenziata in alcuni aspetti in Parlamento,
«complessivamente è una legge che coglie tutti gli aspetti, ma non ha i
numeri che piacerebbero anche a me. Per esempio avrei voluto un taglio
sul cuneo fiscale molto maggiore ma comunque c’è. Non ci sono aumenti di
tasse e ci sono interventi importanti a sostegno del lavoro, ci sono
finanziamenti molto importanti nelle opere pubbliche».