martedì 22 ottobre 2013

Legge di Stabilità 2014: verso le modifiche al testo


Le richieste sulla Legge di Stabilità delle imprese, oltre che delle forze politiche, mentre il Governo apre a modifiche.


Nella Legge di Stabilità mancano misure consistenti per la ripresa, oltre agli attesi tagli alla spesa pubblica e al taglio deciso al cuneo fiscale. Queste le principali lamentele delle imprese all’ultima formulazione del Ddl Stabilità, uscita dal Consiglio dei Ministri dei giorni scorsi, che emergono dal comunicato congiunto Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Ania, Confindustria, ReteImprese Italia. Critiche al disegno di legge sono arrivate anche dal mondo della politica, soprattutto dal Pdl e dal Movimento 5 Stelle.

Critiche delle imprese

Tornando alle Associazioni delle imprese, per queste il deficit maggiore del Ddl Stabiltà è che “manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica e la indicazione di una prospettiva di ammodernamento strutturale dello Stato e di ridefinizione dei compiti della sfera pubblica, da avviare subito”.
Per questo le sigle che rappresentano le imprese chiedono al Parlamento alcune modifiche alla Legge di Stabilità: “una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori”. Per ora il taglio del costo del lavoro, preannunciato dal governo Letta, si traduce in una riduzione IRPEF sui redditi più bassi (per un totale di 1,5 miliardi di euro), dell’IRAP sul costo del lavoro (misura per la quale sono stati stanziati 40 milioni di euro) e dei premi INAIL (1 miliardo di euro). In tutto , per ridurre il costo del lavoro, il Governo ha messo in campo 2,5 miliardi di euro per il 2014. Necessario poi “agire sull’accesso al credito sia attraverso le garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando impulso alla ricerca e all’innovazione”.

Critiche della politica

Tra le posizioni meno critiche alla Legge di Stabilità c’è quella dell’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «si potrà dire che è un piccolo passo, che ci sono cose da aggiustare e poche risorse, ma non c’è dubbio che la Legge si mette su un percorso nuovo, cominciando a intervenire sulla riduzione delle tasse su imprese e lavoro, rimettendo in moto un po’ di investimenti e cominciando a mettere qualcosa sul sociale», miglioramenti possono tuttavia essere apportati soprattutto sul piano dell’IRPEF, dove si può fare molto più «perché questa è una crisi più della domanda che dell’offerta, se la prendessimo dal lato dei consumi muoveremmo di più». Per Lorenzo Dellai di Scelta Civica: la Legge di Stabilità ha centrato tre punti: «si rispettano i vincoli europei, non ci sono aumenti di tasse, si è iniziato a prevedere una forma di diminuzione della tassazione sui lavoratori e sulle imprese», ma è necessario che il Governo prosegua in questa direzione. Di parere opposto l’ex ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini, la quale riprende le critiche delle imprese, lamentando che nella Legge di Stabilità «manca un forte taglio della spesa pubblica, elemento indispensabile per abbassare le tasse», senza considerare che così come formulata la «riduzione del cuneo fiscale rischia di essere più che altro una mancia», mentre «serve un profondo lavoro di modifica parlamentare» conclude Gelmini. Anche il Movimento 5 Stelle, per voce della deputata Azzurra Cancelleri, critica le misure sul costo del lavoro: «ridare 14 euro in più al dipendente non farà ripartire l’economia». Quello di cui l’Italia avrebbe bisogno sarebbe «una manovra più decisa, che puntasse più ad aiutare il nostro Paese che rimanere servi di questa Europa», aggiunge Cancelleri, «un Governo che deve rappresentare la Repubblica italiana deve mettere davanti il bene del proprio Paese, anche andando a discapito di accordi che non tengono conto della diversità dei Paesi che compongono l’Europa».

Governo aperto a modifiche

A dimostrare l’apertura del Governo a possibili modifiche ci sono le parole del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, il quale ha dichiarato che la Legge di Stabilità andrà potenziata in alcuni aspetti in Parlamento, «complessivamente è una legge che coglie tutti gli aspetti, ma non ha i numeri che piacerebbero anche a me. Per esempio avrei voluto un taglio sul cuneo fiscale molto maggiore ma comunque c’è. Non ci sono aumenti di tasse e ci sono interventi importanti a sostegno del lavoro, ci sono finanziamenti molto importanti nelle opere pubbliche».