giovedì 21 novembre 2019

Mutui, è ancora il momento giusto per comprare casa


Andamenti e previsioni per il mercato dei mutui commentati da Roberto Anedda di MutuiOnline.it

mutuo casa 

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, come sta andando il mercato dei mutui e cosa si può prevedere per i prossimi mesi? idealista/news ne ha parlato con il direttore marketing di MutuiOnline.it Roberto Anedda.

Mutui surroga, impazza il tasso fisso

L’elemento di spicco dell’ultimo Osservatorio sui mutui di MutuiOnline.it è senz’altro il ritorno alla surroga. Un fatto spinto soprattutto dall’andamento dei tassi di interesse che spinge chi ha già un mutuo in essere, anche acceso da poco a tassi già vantaggiosi, a tentare di migliorarlo ulteriormente sfruttando il momento.

In media, a ottobre il tasso variabile si colloca allo 0,85% (0,86% a settembre), mentre recupera leggermente il tasso medio fisso dopo i minimi raggiunti sulla fine dell’estate e si stabilisce all’1,34% (era 1,27% a settembre). Questi i valori medi di mercato, ma i minimi sono ben più bassi, come lo 0,34% e lo 0,80% per un mutuo ventennale, rispettivamente a tasso variabile e fisso.

“Il fenomeno delle surroghe torna dopo un periodo di stallo dovuto al fatto che la possibilità di surrogare mutui di più lunga data sembrava ormai fisiologicamente estinta, - nota Roberto Anedda. - Al momento tuttavia i tassi di interesse sono particolarmente vantaggiosi, in particolare per quanto riguarda i tassi fissi, per cui chi chiede di surrogare il mutuo (quante richieste vengano poi accolte è un’altra cosa), anche se lo ha acceso da poco, lo fa con l’intento di approfittare prima possibile delle nuove condizioni”.

Nel periodo considerato oltre 7 richieste di mutui su 10 sono per surroga (70,8%, quando a inizio anno era il 38,3%), mentre dalla parte delle erogazioni si tratta della metà dei finanziamenti concessi (51,7% contro il 41,1% del primo trimestre).

“I nuovi minimi dei tassi, - aggiunge Anedda, - hanno esteso la possibilità di surroga anche a chi, fino a pochi mesi fa, godeva già di un mutuo a tasso contenuto e a coloro che finora avevano giustamente tenuto il mutuo originario a tasso variabile. Il differenziale tra tassi fissi e variabili, ormai ridotto a pochi decimi di punto, fa diventare il tasso fisso una vera e propria garanzia di mutuo a basso costo per la sua intera durata residua, per quanto lunga essa possa essere. In molti casi si tratta di persone alla loro seconda se non terza surroga. D’altronde la surroga è un’operazione completamente gratuita per legge, perché nessun costo è previsto per l’estinzione anticipata del mutuo presso la vecchia banca, per il trasferimento e persino per il notaio, incombenze tutte a carico della nuova banca”.

I mutui si cercano quindi prevalentemente a tasso fisso: oltre 9 su dieci lo sono (il 93,1% secondo l’Osservatorio) grazie anche allo scarso differenziale con i tassi variabili soprattutto sulle durate medie.

Mutui, è il momento giusto

Il momento è favorevole e lo sarà ancora a lungo, - pronostica Anedda. – Oltre ai tassi in ribasso abbiamo infatti livelli di prezzi immobiliari che invogliano all’acquisto e lo rendono molto più accessibile che in passato. D’altro canto anche da parte delle banche si riscontra una buona disponibilità ad erogare i finanziamenti”.

Da cosa ha origine questa disponibilità degli istituti di credito, in un momento in cui l’economia non sembra particolarmente brillante? “Innanzitutto il costo opportunità di concedere credito rispetto a mantenere il denaro immobile è sempre molto basso a causa dei tassi di deposito Bce che sono stati molto ridotti, rendendo così per le banche meno svantaggioso concedere prestiti, - spiega Anedda. – Inoltre il mutuo casa, per le banche italiane, è da sempre uno dei crediti meno rischiosi: non si vede quindi alcun motivo reale per stringere i cordoni della borsa, anche perché il rapporto tra prezzi immobiliari e importi presi in prestito è tale da rendere sempre meno probabile una sofferenza nei pagamenti da parte dei mutuatari. Crediamo quindi che la disponibilità delle banche proseguirà anche per i prossimi mesi”.

Nessuna fretta quindi per chi desideri stipulare un mutuo? “Se si vuole chiedere un nuovo mutuo o una surroga non c’è fretta, - risponde Anedda, - nel senso che i tassi resteranno bassi presumibilmente anche nei primi mesi del prossimo anno. Si può forse prevedere un aumento fin sopra il punto percentuale, ma si tratta comunque di livelli di molto inferiori a quelli di alcuni anni fa. Se fretta bisogna avere, più che altro, è per iniziare quanto prima ad approfittare delle condizioni favorevoli, soprattutto per le lunghe durate, che permettono di congelare per più tempo l’attuale livello dei tassi”.

Mutui, importi chiesti ed erogati in rialzo

Secondo i dati dell’Osservatorio, la durata più gettonata è di 20 anni sia per quanto riguarda le richieste che le erogazioni (rispettivamente il 35,5 e il 37,1% del campione). Si approfitta del momento fortunato anche per chiedere somme più alte: 143.524 euro l’importo medio richiesto in questa ultima parte dell’anno, contro i 130.363 euro del primo trimestre. Lato erogazioni, il record è ancora più rimarcato e segna quota 140.101 euro (era 127.432 euro nel primo trimestre dell’anno). Quanto al Loan to value, buona parte degli italiani  richiedono principalmente dal 70 all’80% del valore dell’acquisto (28,2%) e anche gli istituti di credito finanziano prevalentemente la stessa percentuale, e nella stessa misura (28,1%).

martedì 12 novembre 2019

Milano esclusa,nel 2019 si tocca il fondo con una flessione totale dei prezzi accumulata intorno al 25%.

L'orologio immobiliare di idealista, Milano vs Italia: il settore dal 2013 a oggi

Il grafico presenta il trend dei prezzi delle case e dei canoni di locazione dal 2013 a oggi



Milano non è l’Italia. E’ un’idea diffusa tra gli addetti ai lavori che mettono a confronto l’economia della città meneghina con il resto del Paese. Una teoria che trova conferma anche nel settore immobiliare e che idealista/data ha rappresentato graficamente attraverso l’orologio immobiliare del mercato nazionale e milanese. Un grafico basato sui valori delle case dal 2013 a oggi, sia per le abitazioni in vendita che in affitto.

L’andamento nazionale

Dal grafico nazionale si evince una situazione diametralmente opposta tra vendita e affitto. Dal lato della vendita, dal 2013 si assiste a una continua discesa dei valori delle case, con un ritmo meno sostenuto nel 2017 -2018, mentre nel 2019 si tocca il fondo con una flessione accumulata totale intorno al 25%.

Una storia completamente opposta ci racconta l’affitto, in forte recupero dal 2014 a oggi e con un’accelerazione decisa nel corso del 2019. È interessante notare che fino al 2014 la vendita e l'affitto sono andati di pari passo, ma dal 2015 hanno preso strade diverse: i prezzi di vendita hanno continuato a scendere mentre l'affitto ha cambiato rotta all’insegna dei rialzi.

L’andamento a Milano

Mentre in Italia i valori delle case sprofondano, l’orologio immobiliare di Milano riflette un risveglio dei prezzi, ritornati quasi ai valori del 2013, che con ogni probabilità raggiungeranno un nuovo picco già nel prossimo trimestre (IV trim 2019). Gli affitti registrano un’impennata sostanziale dal 2013 a oggi, toccando nel 2019 i livelli massimi da quando è possibile rilevare i canoni.

Come si evince dal grafico, le richieste a Milano sono salite vertiginosamente negli ultimi 6 anni, agganciando appieno la ripresa del dopo Expo 2015. Considerando i valori immobiliari come un indicatore dello stato di salute del Paese, si rivela come Milano ha ripreso a correre dopo la crisi, mentre il resto dell’Italia è rimasto al palo, con una continua contrazione dei prezzi delle abitazioni.

Metodologia: l’orologio immobiliare elaborato da idealista/data sulla base delle rilevazioni dell’Ufficio Studi dal 2013 a oggi, riporta sull’asse delle ascisse (X) le variazioni di prezzo anno su anno, e sull’asse delle ordinate (Y) le variazioni di prezzo rispetto al 2013.

La natura ciclica del mercato immobiliare deriva principalmente dalla discrepanza tra domanda e offerta. Ed è rappresentato su Property Clock nelle sue quattro fasi: Peaking Market, Falling Market, Bottoming Market e Rising Market

In questo modo è possibile ossevare chiaramente le 4 fasi del mercato immobiliare. Partendo dal primo quadrante in alto a destra e procedendo in senso antiorario, troviamo la fase di espansione (peaking), quella di contrazione (falling), la fase ribassista (bottoming) e quella rialzista (rising).

Nuova Imu 2019, cosa cambia con l’addio alla Tasi I rischi dell'accorpamento secondo gli operatori del settore


nuova Imu 2019 

La legge di Bilancio 2020 ha introdotto l’unificazione di Imu e Tasi a decorrere dal prossimo anno. Vediamo cosa succederà e i commenti degli operatori.

Dal 2020 Imu e Tasi confluiranno in un’unica imposta, in uno sforzo di riordinare la tassazione dei comuni. Resta invece invariata la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti: la sola ad essere eliminata sarà la tassa sui servizi indivisibili. Cosa significa tutto ciò nel concreto? Che, essendo l’Imu un’imposta – a differenza della Tasi, che è una tassa ed è quindi legata a specifici servizi e va definita con apposite delibere – potrà essere modificata a discrezione dei Comuni, per coprire in genere il fabbisogno municipale senza dare conto di quali servizi esattamente si vadano a ripagare. Si rischia quindi un aumento generalizzato dell’imposta, che sia giustificato dal fabbisogno del Comune o che sia semplicemente voluto dalla norma stessa.

Alcuni aspetti della nuova Imu prevedono infatti:

  1. L’aliquota base della nuova super IMU all’8,6 per mille dal precedente 7,6.
  2. Più poteri ai sindaci per applicare aliquote diverse da comune a comune. Secondo Il Sole 24 Ore, se attualmente l’aliquota massima dell’Imu può essere del 10,6 per mille e quella della Tasi dell’1 per mille, la nuova Imu inclusa di maggiorazione speciale dello 0,8 per mille potrà arrivare all’11,4 per mille. I sindaci potrebbero anche però decidere di azzerarla del tutto.
  3. Per le ville e abitazioni signorili l’aliquota standard passa dal 4 al 5 per mille, con possibilità per i Comuni di alzarla o tagliarla di un punto percentuale.
  4. Trasferimento dell’intera imposta a carico dei proprietari di casa (che si faranno carico anche di quella quota di Tasi finora a carico degli inquilini o comodatari)
  5. I versamenti potranno essere effettuati con modello F24, bollettino postale o PagoPA. In attesa delle decisioni definitive, la scadenza di giugno prevedrà il versamento di un anticipo del 50% di quanto versato nel 2019.
  6. L’Imu sugli immobili strumentali potrà essere portata in deduzione per il 50% per il 2019 e per il 60% nel 2020 e 2021.

Sull’idea di unificare Imu e Tasi idealista/news aveva già interpellato alcuni operatori del settore. Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa aveva affermato: “A nostro giudizio, una unificazione di questi due tributi non porterebbe alcun vantaggio, anzi potrebbe portare anche degli svantaggi: uno è l’eliminazione del riferimento ai servizi che è presente nella Tasi come vincolo ai Comuni, nel senso che i Comuni sono obbligati a indicare in regolamento quali spese effettuano con le entrate derivanti dalla Tasi; l’altro elemento che verrebbe a mancare è la quota a carico dell’occupante dell’immobile, che – sia pure molto ridotta – è pur sempre un segnale di tassazione legata ai servizi. Questi sarebbero dei danni, ma l’altro danno sarebbe il fatto che verrebbe ritenuta volenti o nolenti archiviata la pratica ‘tassazione locale sugli immobili’ con una cosa che non porterebbe alcun vantaggio”.

Aggiunge Spaziani Testa: “Serve ridurre, almeno iniziare a ridurre, partendo magari dalle ipotesi che erano state fatte in Commissione anche grazie ai nostri spunti, cioè situazioni più gravi come gli immobili inagibili o gli immobili sfitti, e anche cogliere l’occasione per rafforzare addirittura quella componente di legame con i servizi, quindi sia con vincoli maggiori per i Comuni di trasparenza nei confronti dei cittadini, sia con una quota del nuovo tributo che derivasse da questa unificazione anche più alta a carico dell’occupante dell’immobile, perché quello è l’unico sistema per dimostrare che si tratta di un tributo collegato ai servizi. Nel caso in cui l’immobile non sia abitato dal proprietario, deve essere fatto pagare almeno in parte da chi lo abita”.

A tale opinione fa eco Corrado Sforza Fogliani, presidente del Centro Studi di Confedilizia, che dalle colonne di Italia Oggi dice: “Unificare l’Imu alla Tasi non serve a niente, anzi elimina una garanzia che oggi i proprietari hanno, quella che la Tasi deve essere giustificata e anche accompagnata dalla individuazione di specifici servizi indivisibili. Questo vincolo all’aumento indiscriminato verrebbe eliminato. E’ ora che la politica pensi a come eliminare la tassazione, che è la ragione della difficoltà nell’immobiliare”.

Una opinione poco entusiasta era stata espressa anche da Luca Dondi, Ad Nomisma, che a idelaista/news affermava: “Non credo che la riduzione in termini di aggravio per i contribuenti sarebbe rilevante a seguito di questa misura, che influirebbe poco in termini anche di rilancio del settore se non accompagnata da una revisione complessiva. Il settore ha bisogno di un intervento radicale che non può essere portato avanti in poche settimane. Al massimo possiamo prevedere correttivi che poco sposteranno in termini strutturali”.”

Più possibilista il presidente nazionale Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, Santino Taverna, che attraverso una nota affermava pochi giorni fa: “Quanto all’ipotesi di aumentare l’aliquota unificata di Imu e Tasi, siamo pienamente convinti che occorra accorpare le due imposte mantenendo l’invarianza del gettito dei due contributi. Così come siamo convinti che per la crescita del Paese e del settore immobiliare resta necessario procedere con determinazione alla riduzione della spesa pubblica improduttiva per liberare, senza ricorrere ad ulteriori balzelli a carico dei cittadini e delle imprese, risorse per gli investimenti”.

La nuova Legge di Bilancio 2020 e gli incentivi dedicati agli immobili


Risultati immagini per detrazioni


Legge di Bilancio 2020. Ecco tutte detrazioni per interventi sugli immobili fra proroghe, novità e qualche mancata conferma


Con la nuova Legge di Bilancio 2020 appena approvata, confermate le detrazioni per riqualificazione energetica, ristrutturazioni edilizie, acquisto mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata e, novità nel campo dei lavori edili detraibili, il "bonus facciate" per il rifacimento del look urbano.

È stata approvata dal Consiglio dei Ministri nella notte del 15 ottobre u.s., la nuova Legge di Bilancio 2020 che, oltre alle ben note misure fiscali, alla lotta all'evasione, al rilancio dell'innovazione per le imprese, ecc., conferma (e implementa) le detrazioni fiscali per la casa.

In particolare vengono prorogati i bonus per la riqualificazione energetica e l'installazione di impianti di micro-cogenerazione (il cosiddetto ecobonus ); quelli per le ristrutturazioni edilizie, il cui pacchetto di interventi prevede la novità del "bonus facciate", una detrazione fiscale mirata al rifacimento degli involucri esterni degli edifici con l'obiettivo di riqualificare sia la costruzione che, in larga scala, il decoro urbano; quelli sull'acquisto di mobili ed elettrodomestici di elevata classe energetica, collegati però alla ristrutturazione della propria abitazione.

La proroga al momento sembrerebbe non variare le percentuali di detrazione già previste con la scorsa Legge di Bilancio 2019, per cui possiamo schematizzarle così:

Ecobonus (prorogato per tutto il 2020)

50%

sostituzione impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione (efficienza pari almeno alla classe A)

acquisto e posa in opera di finestre (infissi inclusi), di schermature solari e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore a biomasse combustibili

65%

sostituzione impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione(efficienza pari almeno alla classe A), e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti

impianti ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione (concepiti per funzionare in abbinato fra loro)

per acquisto e installazione di generatori d'aria calda a condensazione

acquisto e relativa posa in opera di micro-cogeneratori, in sostituzione di impianti già esistenti, purchè comportino un risparmio di energia primaria (PES) pari almeno al 20%

=> Ristrutturazione della casa e delle parti comuni, detrazioni cumulabili?

Relativamente alle ristrutturazioni edilizie, la scadenza prevista del 31.12.2019 slitta di un anno con detrazione confermata al 50%:

Ristrutturazioni edilizie

50%

interventi di ristrutturazione con limite di spesa pari a 96.000 € per singola unità immobiliare

applicabile agli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale (comprese quelle rurali e loro pertinenze)

applicabile per i condomini che eseguono lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su tutte le parti comuni

Come detto, la novità indicata nella nuova Legge di Bilancio 2020 nel campo della riqualificazione edilizia, è relativa al rifacimento delle facciate esterne. Obiettivo è incentivare gli interventi migliorativi sugli involucri esterni soprattutto dei condomini (edifici che troppo spesso, causa costi elevati e difficoltà nei pagamenti da parte degli occupanti, trascurano questo tipo di intervento); la finalità è anche quella di migliorare il decoro urbano, soprattutto nelle periferie e nei centri storici.

Bonus facciate

presunto

90%

  • per interventi migliorativi e di rifacimento delle facciate esterne degli edifici, soprattutto condomini, e delle case con la finalità di elevare il decoro urbano;
  • il credito fiscale del 90%, sarà riservato a chi interverrà nel corso del 2020 (probabilmente limitatamente a quell'anno) sulla facciata della propria abitazione o del condominio, nel centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni
  • non rientrerebbero nell'agevolazione fiscale gli immobili non residenziali
  • la detrazione sarà applicabile solo ai fini Irpef (e non anche Ires).
  • non è stato precisato in quante rate potrà essere recuperato lo sconto
  • sembrerebbe esclusa l'applicabilità di tale bonus al fine di raggiungere precisi requisiti di isolamento termico o rendimento energetico, ma solo per interventi migliorativi sugli involucri esterni

Altro bonus confermato è quello relativo all'acquisto di mobili ed elettrodomestici, correlati ai lavori di ristrutturazione della propria abitazione:

Bonus acquisto mobili ed elettrodomestici

50%

acquisto di mobili, con spesa massima di 10.000 € per singola unità immobiliare, per arredi e elettrodomestici a partire dalla classe A+ (destinati all'appartamento in ristrutturazione)

Il bonus verde previsto dalla scorsa manovra economica, non risulta presente nella versione 2020

Fonte: https://www.condominioweb.com/la-nuova-legge-di-bilancio.16328