domenica 6 ottobre 2013

Il Redditometro per le spese di casa

 

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La circolare sul Redditometro dell’Agenzia delle Entrate consente al Fisco di accertare i dati relativi ad affitto, compravendite immobiliari, mutui.
Il Fisco potrà dunque accertare tutti i dati relativi alle varie tipologie di casa. Vediamo come.
L’amministrazione finanziaria potrà presumere l’ammontare delle spese di mantenimento, che contribuiscono a determinare il tenore di vita del contribuente, il cosiddetto lifestage, a cominciare dai dati reperibili nel Comune di residenza: può sapere, cioè, se la casa è di proprietà o se esiste altro diritto reale come l’usufrutto; se è in affitto o in leasing immobiliare oppure in uso gratuito.
Nel caso in cui l’informazione non sia reperibile, al contribuente verrà attribuito in via provvisoria il cosiddetto fitto figurativo.
Il Fisco calcola, quindi, le spese certe per la casa: proprietà, affitto, usufrutto, leasing, spese di manutenzione ed elabora le medie statistiche in base alla circolare sul Redditometro dell’Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda il fitto figurativo, il contribuente che riceve la lettera da Redditometro dovrà documentare la sua reale situazione abitativa in sede di contraddittorio ed il fitto figurativo verrà sostituito con una spesa certa: le relative spese di manutenzione.

Il fitto figurativo viene determinato partendo da un canone di locazione mensile medio al metro quadro, rilevabile dai dati OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare), relativi alla categoria catastale A2 (abitazione civile) del Comune di residenza, ipotizzando una casa di 75 metri quadri.
Per l’accertamento sintetico, questo valore si moltiplica per i mesi di possesso e la somma che ne deriva viene considerata comprensiva di tutte le spese di mantenimento dell’abitazione.
Se non corrisponde nessuna abitazione per l’intero anno, il valore di moltiplica per 12.
Se poi il nucleo familiare è composto da due coniugi, il fitto figurativo viene calcolato in base alla residenza: se i coniugi risiedono nello stesso Comune il fitto figurativo viene calcolato con riferimento a una sola abitazione per entrambi, se risiedono in Comuni diversi viene attribuito un fitto figurativo ad ognuno dei due.

I dati su affitto, leasing, mutuo risultano dai relativi contratti e quindi sono certi.
Nel caso di contribuenti che pagano il mutuo, l’accertamento sintetico prende in considerazione solo le rate effettivamente pagate nel corso dell’anno, in base a quanto risulta all’anagrafe tributaria.
Se l’abitazione è in locazione, rileva il costo del canone rapportato al numero di persone a cui è intestato il contratto.
Per il leasing immobiliare, l’immobile è assimilato a quello in locazione e si applicano gli stessi criteri.

E arriviamo al calcolo delle spese di manutenzione.
Per tutte le tipologie abitative – anche la proprietà – alle spese certe quali affitto, mutuo, ecc., si sommano quelle gestionali.
Si considerano anche le abitazioni all’estero ma si escludono gli immobili destinati all’attività di impresa: capannoni, uffici, negozi, opifici e via dicendo.
Non vengono calcolate separatamente neanche le pertinenze, ovvero cantine, box, solai.
Sono escluse le spese per abitazioni in nuda proprietà, con un diritto di godimento da parte di un terzo, date in affitto o in uso gratuito a un parente che vi ha stabilito la residenza.
In questi casi, le spese gestionali vengono attribuite a chi ne ha l’usufrutto.

In dettaglio

  • Acqua, condominio, manutenzione ordinaria: a meno che non siano puntualmente rilevate, il Fisco può effettuare un calcolo statistico con le medie ISTAT per tipologia familiare, in base ai metri quadri dell’unità abitativa e al fatto che questa sia in affitto, di proprietà, in leasing (verranno poi sostituite dalle spese reali, fornite dal contribuente in fase di contraddittorio).
  • Elettrodomestici, arredi, altri servizi per la casa: la media ISTAT interviene in assenza di dati certi, relativa alla tipologia familiare e alle caratteristiche dell’immobile (metri quadri e tipo di possesso).
  • Combustibile, energia, comunicazione: la spesa per bollette di luce, gas e telefono è nota al Fisco perché comunicata annualmente all’Anagrafe Tributaria dai gestori dei servizi di pubblica utilità. Per i contratti di telefonia (fissa, mobile e satellitare) non noti all’Anagrafe (es.: intestatari non residenti nell’immobile) si considera la spesa media Istat della tipologia familiare.
  • Intermediazione immobiliare: spese rilevabili dai contratti di compravendita, non solo in quelli relativi all’abitazione principale per cui c’è la detrazione in ogni caso.
  • Collaboratori domestici: il Fisco ne rileva le spese tramite comunicazioni annuali dell’INPS.