giovedì 10 gennaio 2019

Erogazioni mutui nel 2018. tasso fisso in pole




Erogazioni ai massimi storici per il mercato dei mutui 2018. Lo dicono le ultime rilevazioni dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, che a fine anno, grazie ai tassi fermi se non in calo, hanno visto un rinnovato interesse per i mutui a tasso fisso. Il commento di Roberto Anedda, direttore marketing del gruppo.
Stabilità nei tassi dei mutui
“Alla fine del 2018 si è confermata una stabilità dei tassi nonostante le incertezze per la fine del programma di QE della Bce – afferma Roberto Anedda, direttore marketing del gruppo Mutuionline, - e anche le offerte bancarie sono rimaste stabili. Chi dunque si è approcciato alla fine dell’anno ad una richiesta di mutui ha trovato una situazione non troppo diversa rispetto al resto dell’anno. In alcuni casi addirittura abbiamo visto una discesa dei tassi”.
Secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it, allo scorso 31 dicembre l’Eurirs a 20 anni si attestava 1,40%, contro l’1,45% di novembre e l’1,51% di ottobre, mentre l’Euribor a 1 mese è ancora stabile intorno al valore di -0,36% / -0,37%. Tale stabilità si riflette sulle migliori offerte di mutuo, che restano a loro volta su tassi molto vicini ai minimi toccati nel 2018, prolungando così la prospettiva di risparmio e convenienza per coloro che siano interessati ad un nuovo mutuo o ad una surroga nel 2019.
Domanda di mutui, surroghe ancora importanti
Sul fronte della domanda dei mutui,  se il quarto trimestre dell’anno appena chiuso ha evidenziato solo il 40,7% di surroghe domandate contro il 49,2% di mutui con finalità acquisto prima casa, (le percentuali nel terzo trimestre erano rispettivamente il 48,2% e il 41,7%), dal lato delle erogazioni le surroghe passano dal 46,6% del terzo trimestre al 51,2% del quarto, mentre gli acquisti prima casa si riducono dal 45,5% al 41,7, segno che le banche hanno ancora parecchie pratiche di surroga da smaltire in conseguenza del picco di richieste registrato nel terzo trimestre a seguito delle incertezze sul futuro economico e dei tassi, che avevano spinto molti ad utilizzare la surroga per convertire il proprio mutuo da tasso variabile a tasso fisso, in modo da assicurarsi tassi ancora ai minimi e per l’intera durata residua del mutuo.
“Le surroghe hanno mantenuto una quota rilevante sul totale delle erogazioni, con una accelerazione nell’ultima parte dell’anno, - commenta Anedda. - Questo a causa delle incertezze sul possibile aumento dei tassi che si sono moltiplicate nell’ultimo trimestre, che hanno spinto i mutuatari a cercare in fretta condizioni migliori, per evitare il rischio di dover pagare di più in seguito, garantendosi un maggiore risparmio. Notevole poi la migrazione dai tassi variabili ai fissi, proprio per tutelarsi dall’annunciato aumento”.
Quanto alla possibilità che lesurroghe potessero calare in seguito a precise politiche bancarie per favorire nuovi mutui a tasso più elevato, si tratta di una circostanza non verificata. “Addirittura in qualche caso – rileva Anedda, - la situazione dei tassi è stata la spinta per abbassare ulteriormente gli spread bancari, per accrescere la propria competitività e attirare nuove surroghe”.
Record di mutui a tasso fisso
“L’attuale situazione dei tassi ai minimi ha creato la possibilità di acquistare casa a prezzi e tassi di mutuo convenienti – segnala Roberto Anedda, -  in particolare per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, che hanno registrato un vero e proprio plebiscito: un record storico dell’84% annuo e 89% nel trimestre rispetto al totale erogato, percentuali mai viste in Italia perché mai c’erano state condizioni complessive che lo permettessero”.
Si è generata così una corsa al tasso fisso, anche perché l’incertezza sul futuro e il lungo periodo di minimi appena passato lascia spazio alla prospettiva che prima o poi si dovrà tornare se non altro a una condizione di normalità dei tassi.
Mutui, importi erogati ai massimi storici
Con una media di 131.545 euro, il quarto trimestre del 2018 ha segnato un massimo storico dell’importo richiesto, guadagnando sul trimestre precedente circa 2.500 euro.
“E fanno ancora meglio le erogazioni, grazie ai tassi favorevoli sui finanziamenti: con un importo medio rilevato di 127.367 euro, anche in questo caso abbiamo la cifra più alta dello storico dell’Osservatorio”, aggiunge Anedda.
Passando alle classi di importo, a dominare la domanda è l’intervallo 50.000-100.000 euro, con il 35,4%, seguito dall’ammontare ricompreso tra i 100.000 e i 150.000 euro, che comunque riguarda il 31,4% delle richieste. Stessa proporzione per le erogazioni, che vedono in testa sempre l’importo 50.000-100.000 euro con il 36,2% e la classe 100.000-150.000 euro con il 34,3% sul totale del campione.
Cresce anche il loan-to-value, il rapporto tra credito concesso e valore dell’immobile, che vede prevalere ancora l’intervallo 70-80% con il 37,1% delle richieste e il 26,9% delle erogazioni.
L’identikit del mutuatario
Sul versante della domanda prevale un soggetto tipo del nord Italia (42,2%), di età tra i 36 e i 45 anni (43,0%), con un lavoro a tempo indeterminato (82,4%) e uno stipendio tra i 1.500 e i 2.000 euro (36,3%). Sul fronte erogazioni, vediamo ancora prevalere il Nord ma con una percentuale più alta (48,8%), un’età compresa tra i 36 e i 45 anni (45,9%) e un impiego stabile e a tempo indeterminato (86,0%), con un reddito che oscilla tra i 1.500 e i 2.00 euro nella percentuale del 38,9%