La decisione della Bce di tagliare i tassi di interesse riducendoli al minimo storico potrebbe avere effetti non solo sui mutui ancorati a questo parametro di riferimento, ma anche su quelli legati all'Euribor. Ma vediamo cosa cambia per chi ha già acceso un finanziamento e per chi invece vuole chiederne uno.
Che Mario Draghi stesse preparando l'artiglieria pesante era già chiaro a tutti sin da gennaio, ma il numero uno della Banca centrale europea è riuscito ancora una volta a sorprendere per l'entità delle misure messe in campo. Prima fra tutte quel taglio a zero assoluto del tasso di riferimento, vale a dire permettere al sistema bancario di finanziarsi presso l'istituto centrale senza spendere un centesimo.
Situazione che, combinata con lo 0,40% (prima era lo 0,30%) che le banche dovranno, invece, pagare per tenere fondi presso l'Eurotower è un messaggio chiaro e preciso: per fare utili, i soldi dovete investirli altrove. Il board della Bce vuole che finiscano il più possibile a far girare l'economia reale, finanziando imprese e famiglie.
Effetti taglio tassi bce sui nuovi mutui
Che, a loro volta, avranno più convenienza a spendere i propri soldi e a chiedere finanziamenti che non a investire i propri soldi in titoli di Stato o depositi destinati a non rendere nulla. Il momento ideale, insomma, per chiedere un mutuo. Quelli di nuova accensione sono destinati a essere maggiormente influenzati da quest'ulteriore abbassamento dei tassi di interesse, che si accompagna anche al rinnovato e ampliato quantitative easing da 80 miliardi al mese (a partire da aprile) e che potrà riguardare, per la prima volta, anche titoli del comparto non finanziario, purché abbiano un rating “investment grade”.
Non che possano esserci grandi balzi all'indietro, rispetto ai tassi già piuttosto striminziti che vengono proposti oggi (la media si aggira sul 2,8%), ma qualcosa si finirà per limare ancora. Lo stimolo all'acquisto di case innanzitutto e di altri beni durevoli in seconda battuta è tra gli obiettivi di rilancio dell'economia che la Bce si è posta rendendo ulteriormente accomodante la sua politica.
D'altra parte le analogie della curva del tasso di riferimento con quella dell'Euribor a tre mesi, benchmark di una larghissima fetta dei mutui a tasso variabile erogati in Italia, sono una concreta misurazione di come l'ulteriore calo della prima, fino ad appiattirsi del tutto dovrebbe riverberarsi anche sulla seconda. In misura, però, comunque limitata, dato che codesto saggio è già da tempo in territorio negativo di quasi un quarto di punto ed è impensabile che arrivi a calare di un altro mezzo punto percentuale. Insomma, il costo delle rate dei mutui calerà ancora, ma certamente non il cento per cento del ritocco praticato dalla Bce si trasferirà su questa voce.
Effetti taglio tassi bce sui mutui già accesi
Stesso discorso anche per chi le rate già le paga, per un mutuo a tasso variabile in corso. In questo caso, però, bisognerà avere anche un po' di pazienza, senza attendersi che già la prossima scadenza riporti una cifra inferiore, dato che il calcolo avviene rispetto a una media dell'euribor che di norma non viene rinnovata ogni mese, ma si basa su un arco temporale più lungo. È bene che ognuno, con la dovuta calma, si riguardi bene le condizioni del proprio finanziamento, per valutare se vale la pena cercare un altro prodotto con il quale effettuare una surroga.
Naturalmente si ripropone anche l'annosa alternativa tra fisso e variabile. Il secondo viene offerto anche all'1%, per il primo difficilmente il tasso è inferiore al doppio. Ma, per un orizzonte temporale lungo, può essere un'occasione irripetibile. Bisogna dare la propria personale risposta alla scommessa che riguarda tutti: quanto a lungo potranno durare tassi così? Negli Stati Uniti sono andati avanti per sette anni.