Il prestito vitalizio ipotecario, che è entrato in vigore il 2 marzo permette al proprietario di un’abitazione, che abbia superato i 60 anni di chiedere un finanziamento ad una banca, garantito grazie ad un’ ipoteca di primo grado sul proprio immobile.
Chi può richiedere il finanziamento
Come già abbiamo accennato questa tipologia di finanziamento si rivolge agli over 60, ma esclude tutti gli immobili posseduti da società commerciali e da altre persone giuridiche. In quanto appunto è obbligatoria l’iscrizione di ipoteca di primo grado.
Così facendo si parla quindi di un patrimonio immobiliare italiano che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro, e comprende tutti i 13 milioni di proprietari che hanno superato i 60 anni. Il vantaggio per coloro che vorranno accedere al prestito è la possibilità di non dare molte garanzie agli istituti finanziari, se non quello della propria abitazione.
La somma che è possibile ottenere dipende dal tasso di interesse applicato. Più è alto e meno il proprietario può incassare. Chi ha appena superato i 60 anni può riscuotere tra il 15-20%, mentre un novantenne può arrivare fino al 50-60%. Inoltre si può decidere, insieme all’istituto bancario se pagare una o più rate all’anno, per permettere poi agli eredi di dover versare solamente il valore del capitale prestato.
Coloro invece che vogliono accedere al prestito ipotecario senza pagare rate si vedranno sottrarre la propria abitazione, da parte della banca, una volta morto. In quanto il peso degli interessi cresce comunque in maniera esponenziale.
In caso di mancato pagamento?
Nel momento in cui il mutuo non viene versato, la banca avvia il pignoramento dell’immobile, che a differenza del solito iter non dura anni, ma si risolve nel giro di dodici mesi, che vengono concessi per far decidere agli eredi se saldare o meno il conto. Altrimenti è lo stesso finanziatore che può gestire la vendita della casa e restituire agli eredi solamente il guadagno eventualmente dovuto.
Alla morte del proprietario di casa cosa succede?
Una volta che il proprietario dell’immobile, che ha deciso di ipotecare la casa muore, la casa resterà nelle mani degli eredi solamente se salderanno il conto da pagare. Altrimenti la banca recupererà quello che gli spetta attraverso la vendita dell’abitazione.
Chi invece non ha eredi, molto probabilmente ha più convenienza nella vendita della nuda proprietà, che comunque permette di ottenere somme più elevate e l’età non influenza ciò che si riesce ad ottenere. Inoltre nella nuda proprietà non c’è una parta del valore dell’immobile che viene assorbita dagli interessi, che devono essere versati alla banca.
Quando si perde il vitalizio ipotecario
Ricapitolando si può ottenere con facilità il vitalizio ipotecario, ma si può anche perderlo:
- in caso di decesso del soggetto finanziato o del soggetto finanziato più longevo;
- in caso di trasferimento, in tutto o in parte, di diritti reali o di godimento sull’immobile dato in garanzia;
- compimento da parte del soggetto finanziato con dolo o colpa grave di atti che riducano significativamente il valore dell’immobile;
- costituzione di diritti reali di garanzia in favore di terzi;
- modifiche strutturali all’immobile rispetto al suo stato originale, apportate senza previo accordo con il finanziatore;
- revoca dell’abitabilità dell’immobile dovuta a incuria del finanziato;
- ingresso nell’immobile, quali residenti, di soggetti diversi dai familiari del finanziato;
- procedimenti conservativi o esecutivi o ipoteche giudiziali sull’immobile dato in garanzia.