sabato 15 novembre 2014

Tasse al metro quadrato, la rivoluzione degli estimi

 

Usare la parola “rivoluzione”, una volta tanto, potrebbe essere opportuno, anche se è il caso di essere cauti: nelle ultime ore il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che rimette in piedi le “commissioni censuarie“, che avranno il compito di lavorare alla riforma del catasto italiano. Queste istituzioni – risalenti addirittura all’unità d’Italia – dovranno approvare i nuovi criteri per il calcolo delle rendite catastali, che presto non si baseranno sui vani che compongono gli immobili, ma bensì sui metri quadrati.

L’algoritmo che servirà ad elaborare questi criteri prenderà come punto di partenza i dati dell’Osservatorio sul mercato immobiliare redatto dall’Agenzia delle Entrate, unendo queste informazioni con le caratteristiche degli immobili stessi: posizione, stato in cui si trova e, appunto, metri quadri e non più il numero di locali. Questo per far sì che abitazioni con pochi locali ma di grandi dimensioni siano finalmente tassate in maniera equa, dando parallelamente respiro a chi vive, ad esempio, in piccoli bilocali.

Tutta la partita si gioca, evidentemente, sui questi criteri: bisognerà capire come verranno effettivamente elaborati prima di cantar vittoria. I tempi, prevedibilmente, saranno lunghi: dai tre ai cinque anni, dicono gli esperti.

Si attende, intanto, la riforma delle zone del catasto: l’obiettivo è superare le attuali micro aree e ridurre le 45 categorie catastali attualmente in vigore. Tanti i fattori da rimettere in discussione, quindi, che influiranno inevitabilmente tanto sul calcolo delle imposte sulla casa (Tasi e Imu) – anche se, in base alla delega fiscale data dal Parlamento al Governo, queste non potranno aumentare ulteriormente – quanto sul prezzo di vendita degli immobili.