A che punto siamo rimasti con la Local tax, ovvero la tassa unica sulla casa che dovrebbe sostituire Imu e Tasi? Nelle intenzioni originarie del Governo, l'imposta unica sarebbe dovuta partire già da quest'anno, ma la sua strutturazione ha richiesto più tempo del previsto, dal momento che comporterà una vera e propria rivoluzione a livello della tassazione immobiliare. Vediamo le ultime novità.
La nuova tassa unica sulla casa avrebbe dovuto essere inserita nella Legge di Stabilità per il 2015, ma il Governo non ha fatto in tempo a mettere in piedi una proposta adeguata. Il progetto non si è fermato e si lavora per il suo debutto che potrebbe verosimilmente avvenire entro gennaio 2016, anche se l'esecutivo sta pressando enti e Comuni affinchè venga messo a punto già a giugno di quest'anno. Gli scogli contro i quali si sono abbattuti i tecnici che lavorano alla Local Tax sono principalmente quelli dello scambio con l'addizionale Irpef (che, secondo l'idea iniziale, dovrebbe essere assorbita dallo Stato in modo da lasciare ai Comuni l'intero gettito del prelievo sulla casa) e la questione degli immobili concessi in locazione, visto che la tassa unica andrebbe a inglobare anche la quota che, ad oggi, spetta agli inquilini.
Secondo la Cgia di Mestre, la sostituzione di tutti i tributi che i contribuenti pagano ai Comuni per servizi e tasse varie ammonterebbe a un totale di 26 miliardi di euro, che la Local tax dovrebbe coprire senza ulteriori aggravi fiscali. La rassicurazione arriva anche dal Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il quale garantisce che si sta procedendo affinché la pressione fiscale non subisca incrementi nel passaggio alla nuova tassazione. I calcoli della Cgia prendono in considerazione Imu e Tasi (21,1 miliardi di euro), addizionale comunale Irpef (4,1 miliardi di euro), imposta sulla pubblicità (426 milioni di euro), tassa sull'occupazione degli spazi e aree pubbliche (218 milioni di euro), imposta di soggiorno (105 milioni di euro) e imposta di scopo (14 milioni di euro), per un gettito totale che si aggira, appunto, sui 26 miliardi di euro.
La riforma garantirà una semplificazione nel potpourry della tassazione dovuta dai cittadini ai Comuni; fra le indiscrezioni già note circa il progetto c'è la reintroduzione per legge di una detrazione per la prima casa uguale per tutti, con la facoltà dei Comuni di aumentare lo sconto e di garantire per l'abitazione principale le stesse agevolazioni Imu e Tasi. La Local tax potrebbe includere anche i tributi minori, come la tassa e il canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, l'imposta comunale sulla pubblicità, i diritti sulle pubbliche affissioni, il canone per l'autorizzazione all'installazione di mezzi pubblicitari. L'importante, ribadisce la Cgia, è che oltre a semplificare si provveda anche a ridurle, visto che nel 2014 "la tassazione sulla casa ha assunto dimensioni non più sostenibili".