domenica 13 aprile 2014

Gli isolanti termici

Gli isolanti termici sono quei materiali che si utilizzano per proteggere gli interni degli edifici dal freddo. Lo strato termoisolante applicato alla muratura, dunque, garantisce ambienti confortevoli, facendo risparmiare energia. Ma quale materiale utilizzare?

Gli isolanti termici


Gli isolanti termici utilizzati in edilizia vengono identificati anche in base alla loro conformazione e poi suddivisi in fibrosi, cellulari, porosi e riflettenti. All’interno di queste tre classi, infine, si utilizza un’ulteriore distinzione tra prodotti naturali e quelli invece sintetici.
Isolanti termici naturali
Gli isolanti termici naturali sono in prevalenza sono di origine vegetale, ma esistono anche quelli in lana. Per la preparazione del prodotto finale è richiesta un’elaborazione ridotta e anche per questo sono considerati a basso impatto ambientale. Sono riciclabili e, alcuni, persino biodegradabili. Possono avere costi elevati, ma garantiscono ottime prestazioni. I pannelli in fibra e lana di legno sono composti da materiale derivante da scarti di lavorazione oppure da legname proveniente da boschi di riforestazione a cui vengono aggiunti resine o cemento – secondo i produttori e la formulazione desiderata. Se si tratta di scarti, questi vengono ridotti sino ad assumere dimensioni costanti; le fibre vengono poi raffinate e infine immerse in sospensioni con gli additivi. Aspirata l’acqua, i pannelli ottenuti passano alla pressatura e, con la fase di essiccazione, riducono l’umidità sino al 2% circa. In commercio sono disponibili pannelli singoli di fibra di legno e anche accoppiati ad altri materiali (polistirolo o cartongesso). Sono indicati per essere applicati alle pareti dall’interno oppure nelle intercapedini, ma anche su solai sottotetto. Vanno bene persino per l’isolamento delle coperture a falde. I pannelli in fibra di abete mineralizzata vengono impiegati per coperture traspiranti e resistenti al fuoco con finitura a vista; sono isolanti termoacustici costituiti per il 65% di fibre sottili di abete mineralizzate, ovvero rese inerti e maggiormente resistenti al fuoco, e per il  35% da leganti minerali, primo fra tutti il cemento Portland. La perlite espansa, un isolante poroso, è composto da riolite, una roccia vulcanica formata in genere da quarzo, feldspato alcalino e plagioclasio. Si tratta in sostanza di minerali idro vetrosi. Frantumati e sottoposti a sbalzi termici elevati, questi aumentano il loro volume di circa 15/20 volte, a seguito dell’evaporazione dell’acqua che ne fa espandere le pareti vetrose. Disponibile in granulometria con diametro variabile da 0,1 a 2 mm circa, la perlite può essere utilizzata da sola oppure miscelata in composti cementizi. L’impiego indicato è per il riempimento di intercapedini murarie, di pareti esterne e di quelle interne. Può essere applicata anche per coibentare coperture a falde e solai. Infine il sughero si ricava dalle piante grazie al procedimento di scorzatura. Stagionato, bollito e raschiato, viene fatto essiccare e poi viene macinato per essere infine cotto. Durante questa fase, il materiale si espande, rilasciando della resina, riutilizzata nel processo produttivo come legante. Alla fine il risultato sono pannelli cellulari compatti. Il sughero è però commercializzato anche in granuli sciolti, che devono poi essere uniti con resine, strisce e fogli sottili. Ampie le possibilità di utilizzo, soprattutto per quanto riguarda l’isolamento di tetti, piani e a falde. Si può applicare anche alle pareti e direttamente sul solaio del vespaio aerato. Trova impiego anche nei cassonetti degli avvolgibili.
Isolanti termici sintetici
Gli isolanti termici sintetici si producono con sistemi e iter di lavorazione sofisticati, a partire da materie prime di origine chimica e, a volte, naturale. Durante i processi produttivi subiscono varie trasformazioni sino ad arrivare al prodotto finale, disponibile in più formulazioni. Il polistirene espanso, sinterizzato o estruso, prende origine dallo stirene, un ricavato del petrolio che si trova anche in alcuni alimenti. Questa materia viene polimerizzata per ottenere perle trasparenti. Per produrre il tipo sinterizzato, queste perle, contenenti gas espandente, vengono trattate con vapore e sistemate in stampi, dove completano la loro espansione e si saldano tra loro (sinterizzazione). Si trova sotto forma di pannelli o di perle. Quello estruso si ottiene inserendo il granulato di polistirene insieme a polistirene di riciclo in una macchina: qui la massa viene fusa e aggiunta a espandenti e ignifuganti. Ne risulta una schiuma che viene sagomata (estrusa) attraverso un procedimento particolare. Si ottengono pannelli a struttura cellulare chiusa. Per produrre la lana di roccia si utilizza una “miscela” di rocce di origine vulcanica o sedimentaria, con aggiunta di altri materiali. La lavorazione trasforma il tutto in fibre e poi in pannelli, feltri e rotoli. I prodotti commercializzati possono essere composti da lana di roccia singola o abbinata a barriere al vapore (soprattutto polietilene o alluminio). Il vetro cellulare, infine, è ottenuto a partire da materie prime, quali sabbia quarzifera, vetro riciclato, feldspato di potassio, soda e altri minerali, macinate, polverizzate e aggiunte a carbonio: il risultato è una massa con struttura alveolare. Raffreddata, questa viene utilizzata per formare blocchi di schiuma rigida. Si producono così pannelli e perle espanse da utilizzare per la coibentazione in intercapedini e anche del solaio controterra.
Materiali isolanti: idoneitá all’uso
Perché un materiale isolante sia idoneo all’uso deve avere anche altre caratteristiche, oltre al basso coefficiente di conduttività termica. La legge infatti afferma che i requisiti fondamentali relativi ai prodotti da costruzione sono sei e due riguardano la resistenza:
  • resistenza meccanica e stabilità: la costruzione deve essere realizzata in modo che le sollecitazioni cui è sottoposta non provochino crollo, deformazione e danni.
  • resistenza al fuoco: in caso di incendio, la capacità portante dell’edificio deve essere garantita per un determinato tempo. produzione e propagazione del fumo devono essere ridotte, deve essere garantita la possibilità di abbandonare la costruzione in sicurezza.
Isolare dal freddo: 10 regole d’oro
Informazioni tratte da “I materiali isolanti” vol. 1, a cura di Anit, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico. www.anit.it
  1. Tenere conto che la riduzione dello spessore isolante sottoposto a un carico comporta una riduzione del potere isolante.
  2. L’impermeabilizzazione applicata sopra l’isolante è sottoposta a notevoli stress e va quindi protetta.
  3. L’impiego di vernici o collanti ai solventi può danneggiare i materiali isolanti.
  4. Per le applicazioni edili che sono soggette a regole sulla reazione al fuoco, è importante verificare l’Euroclasse di reazione al fuoco del prodotto isolante inserito.
  5. I materiali isolanti non vanno mai confrontati a pari spessore, ma solo a pari resistenza.
  6. I pannelli devono essere posati in modo continuo senza lasciare spazi vuoti.
  7. Per i materiali soggetti a variazioni dimensionali bisogna prevedere appositi sistemi di posa.
  8. Se la coibentazione in intercapedine non è continua, l’aria può circolare, danneggiando il materiale. È sempre meglio fissare i pannelli alle pareti.
  9. Per posare isolanti diversi contigui occorre seguire le indicazioni dei produttori.
  10. La presenza di ponti termici costituiti da eterogeneità e il mancato isolamento di travi e pilastri comporta il rischio di danni e ammaloramenti da condensa.
Gli intonaci termici
Gli intonaci termici hanno una loro utilità, benché i loro effetti non siano paragonabili a quelli degli isolanti. Gli intonaci termici possono essere applicati fino a uno spessore di 5 cm, purché vengano poi sovrapposte vernici traspiranti. Restano di difficile applicazione per edifici situati in climi rigidi, a meno che non vengano utilizzati su pareti già caratterizzate da ottime prestazioni termiche.