Non troppo spesso si dice, ancor più raramente si fa. Non sono molti gli istituti di credito che concedono finanziamenti pari al 100% del valore di un immobile. L'estrema facilità con la quale, in epoca pre-crisi, negli Stati Uniti si elargiva un ammontare anche superiore a quello al quale erano stimate le case non ha mai davvero attecchito nelle condotte più prudenti delle banche nostrane.
Eppure è stato nell'ottobre 2014, quindi quando la fase più acuta della “tempesta perfetta” si era già abbattuta sul sistema finanziario che il mutuo 100% ha fatto la sua comparsa in Italia come prodotto specifico. Prima esisteva già con una sorta di “aggiramento” delle norme: la copertura integrale si otteneva, infatti, sovrastimando il valore dell'immobile che ne era oggetto.
La legge, in effetti, prevederebbe che il finanziamento erogato per l'acquisto di una prima casa non superi l'80% del valore del bene posto a garanzia. Per elevare tale percentuale occorre fornire garanzie aggiuntive, normalmente sotto forma di polizza fidejussoria. Vale a dire che ci deve essere un garante, che con la propria firma rafforzi la “solvibilità” del debitore.
Mutui al 100 per cento 2017
Una richiesta spesso avanzata da chi gestisce i dossier anche in caso ci siano in ballo percentuali inferiore nella concessione del mutuo, specialmente a fronte di redditi futuri non sicuri al 100% e non sufficientemente elevati. Ma, in questo caso, c'è un prerequisito che in altri casi non è richiesto: per l'accensione di tale tipo di mutuo è “consigliabile” essere dotati di doppio reddito familiare, preferibilmente derivante da contratto a tempo indeterminato. Per quanto, se di stipula successiva all'entrata in vigore del jobs act, anch'esso non dà proprio “sicurezza eterna”.