domenica 26 aprile 2015

Euribor negativo, le banche ci ridaranno i soldi?

 

Da qualche giorno organi di informazione e social media stanno diffondendo una notizia che potrebbe avere conseguenze importanti per chi ha sottoscritto un mutuo; l’Euribor, vale a dire il tasso di riferimento legato ai costi che gli istituti di credito sostengono nelle operazioni finanziarie in euro svolte fra le diverse banche e utilizzato anche per il calcolo dei valori legati ai finanziamenti di mutuo con tasso variabile, è sceso sotto allo 0.

Partendo da questa premessa in tanti hanno cominciato a chiedersi se, essendo il costo del denaro in negativo, le banche avrebbero restituito soldi a chi aveva sottoscritto un mutuo e, in alcuni casi, si sono citati esempi di Istituti di credito che avevano effettivamente già ridato denaro ai clienti. È necessario a questo punto fare chiarezza.

Come si calcolano i tassi di interesse sui mutui

Il tasso applicato dalle banche ai mutui (deto anche TAEG, ovvero Tasso Annuo Effettivo Globale) si compone di due elementi; lo spread, vale a dire il guadagno della banca, e il tasso che, nel caso del variabile (e solo di quello) è appunto l’Euribor.

Oggi, secondo una simulazione svolta su Facile.it che ha preso in considerazione un’ipotesi di mutuo a 25 anni acceso per un importo pari a 140.000 euro e un immobile dal valore complessivo di 200.000 euro, il miglior tasso disponibile è pari all’ 1.94% di cui 1.90% è lo spread.

Per vedersi restituire soldi dalla banca, il valore dell’Euribor non solo dovrebbe arrivare al di sotto dello 0 come avvenuto (-0.04% o -0.02% a seconda dei giorni), ma dovrebbe arrivare a crollare di circa il 2% perché dovrebbe “mangiare” anche il guadagno che la Banca applica con lo spread.

Oltre a quello, la maggior parte di contratti di mutuo prevede comunque una soglia minima di sicurezza per le banche (si chiama clausola pavimento) al di sotto della quale, comunque, non si può scendere; la banca, in sintesi, non potrà arrivare in perdita su un mutuo. Ultimo, ma non meno importante, i contratti indicizzati al valore dell’ Euribor possono esserlo sia rispetto a quello calcolato a 3 mesi o ad 1 mese, bisogna quindi considerare quale dei due valori è effettivamente sceso e a quale di essi sia legato il nostro contratto di mutuo.

Da chiarire anche il fatto che, per questioni meramente contabili, solitamente il costo del denaro, l’Euribor, viene arrotondato al decimale primo; nel caso di una diminuzione pari allo 0.04%, ad esempio, il valore considerato sarebbe semplicemente pari allo 0.

Chi ha avuto indietro i soldi dalla banca?

Eppure qualcuno i soldi indietro li ha riavuti, direte voi, come mai è stato possibile? Come spesso accade nel gioco del telefono senza fili, in realtà nel passare di bocca in bocca la notizia si è trasformata, perdendo alcuni pezzi ritenuti forse poco importanti, ma fondamentali per capire l’accaduto.

Il caso cui ci si riferiva è quello di un istituto di credito spagnolo, la Bankinter, che come chiarito dal Corriere della Sera, nel 2008 aveva lanciato sul mercato un prodotto particolare che, in pratica, azzerava o quasi lo spread e che legava il tasso non all’ euro o all’Euribor, ma al valore del Franco Svizzero. Solo chi ha sottoscritto quello specifico finanziamento si è visto restituire del denaro, e non accadrà a chi ha sottoscritto un mutuo in Italia.

Ma cosa succederà allora ai mutui sottoscritti in Italia e legati all’euro?

Il calo del costo del denaro non avrà influenza sul valore dei mutui italiani? No, non è vero. Una situazione come quella che si è venuta a creare porterà fin da subito un abbassamento della rata per chi ha in corso un finanziamento a tasso variabile e comunque un beneficio complessivo sui mutui dato che, quantomeno nei piani di ammortamento più comuni sottoscritti in Italia, ciò che viene restituito prima è l’interesse che, quindi, potrebbe essere più leggero. Alla fine, tutto sommato, non avremo indietro del denaro, ma godremo comunque della situazione.