Stanno scendendo in campo con grande dispiegamento di mezzi, facendo arrabbiare - e anche preoccupare - gli agenti immobiliari che si sentono minacciati - è proprio il caso di dire - in casa loro.
Stiamo parlando del mondo delle banche che si sta lanciando nel business immobiliare.
Una “invasione di campo” – come la chiama qualcuno - che non riguarda certamente tutti gli istituti italiani, ma sta di fatto che due grossi nomi come Unicredit e Intesa San Paolo nel giro degli ultimi 12 mesi si sono attrezzati con una loro “divisione casa”, con cui mirano a una consulenza a tutto tondo alla loro clientela, vecchia e nuova.
Unicredit è certamente in prima linea: dai dati comunicati, solo in Lombardia ad oggi la banca ha già raccolto incarichi di mediazione per oltre 1.500 immobili, concentrati soprattutto su Milano dove gli immobili da vendere sono 950.
Più o meno sulla stessa linea i numeri comunicati a metà marzo in Piemonte, dove gli sportelli del gruppo se la devono vedere con 1.400 immobili in vendita, di cui il capoluogo Torino fa anche qui la parte del leone.
La differenza - in positivo per chi vende e compra casa - gli sportelli bancari potrebbero farla dal punto di vista dell'accesso al credito (da mandare a buon fine sia per rapidità e completezza con cui viene chiusa la pratica mutuo, sia per il Loan to value sul valore dell'immobile).
Ma anche qui si sta rivelando tutt'altro che una passeggiata.
Perchè è vero che l'erogato concesso ai privati per l'acquisto della casa sta salendo, dopo anni in cui i rubinetti del credito sono rimasti asciutti, ma una grossa fetta (circa il 60% dei prestiti concessi) di una torta neanche tanto grande (certamente lontanissima da quella degli anni del boom immobiliare, dove i mutui si davano a chiunque e al 100%) è ancora rappresentata da surroghe e sostituzioni di vecchi finanziamenti rinegoziati a condizioni più vantaggiose.
Di mutui nuovi di zecca se ne continuano a vedere pochi e anche se la domanda di chi vuole comprare casa è tornata a bussare agli sportelli, gli importi finanziati sono sempre più bassi (difficilissimo oggi che il L-t-v vada oltre il 60-70%).
Quindi punto a capo: i nuovi operatori sul mercato ci sono, ma devono dimostrare di avere una marcia in più.