L’IMU, la Tasi e la Tari, ma anche l’Irpef, l’IVA e dal 1 giugno 2015 le sanzioni catastali sono alcuni dei tributi che possono essere pagati usando il modello F24. Tutti i contribuenti, titolari e non di partita Iva, per il versamento di tributi e imposte usando il modello di pagamento F24, detto unificato perché permette di effettuare on un’unica operazione il pagamento delle somme dovute e al tempo stesso compensando il versamento con eventuali crediti.
Il modello, reperibile sul sito dell’Agenzia delle entrate, si divide in sezioni, in ciascuna delle quali sono presenti dei campi che i contribuenti devono compilare. Per pagare l’Irpef o l’Iva si utilizza la sezione “Erario”, mentre per l’Irap e l’addizionale regionale all’Irpef si utilizza la specifica sezione “Regioni”. Per le imposte comunali si utilizza la sezione “Imu e altri tributi locali”.
Tutti gli importi devono sempre essere indicati con le prime due cifre decimali. Se vi sono più cifre decimali, si deve arrotondare la seconda cifra decimale per eccesso (ad esempio 74,955 euro arrotondato diventa 74,96 euro) se la terza cifra è uguale o superiore a 5 o per difetto (ad esempio 74,952 euro arrotondato diventa 74,95 euro) se la terza cifra è inferiore a 5.
Al lungo elenco delle imposte che si pagano usando il modello F24, si aggiungono dal 1 giugno 2015 anche i tributi speciali catastali, insieme alle sanzioni e agli interessi dovuti in seguito alla notifica di avvisi di accertamento relativi all’inosservanza della normativa catastale.
Così l’F24 potrà essere utilizzato anche per il pagamento di:
- tributi speciali catastali (ad esempio i certificati, copie ed estratti degli atti e catastali conservati presso gli uffici del Catasto, consultazione degli atti catastali)
- relative sanzioni amministrative e interessi
- imposta di bollo correlata ad adempimenti per accertamenti catastali;
- recupero di spese per volture;
- spese per la notifica di atti catastali;
- oneri accessori per operazioni catastali;
- altre spese per operazioni catastali.
L’F24 si può pagare in contanti presso le banche con assegni bancari e circolari, o anche con il bancomat ovvero presso gli uffici postali con assegni postali, assegni bancari su piazza, assegni circolari, vaglia postali, o carta Postamat.
Se i titolari di partita Iva hanno l’obbligo di effettuare i versamenti fiscali e previdenziali esclusivamente in via telematica, dal 1 ottobre 2014, anche chi non ha la partita IVA deve pagare l’F24 on line in casi specifici. In particolare quando il saldo è:
- uguale a zero
- superiore a 1000 euro
Per pagare il modello si utilizza il servizio F24 web dell’Agenzia delle entrate, con la registrazione ai canali telematici Fisconline o Entratel, oppure tramite un intermediario abilitato, come il Caf o il proprio commercialista, oppure servizi di internet banking messi a disposizione dalle banche e Poste Italiane). Il modello F24 si paga on line, seguendo queste modalità, anche quando vi siano crediti da usare in compensazione.