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Ne abbiamo parlato poco tempo fa. Si sono riaccesi i riflettori sulla riforma del catasto. Quest’ultima verrà infatti inserita nel Piano nazionale delle riforme (Pnr), che sarà inviato a Bruxelles il mese prossimo insieme al Documento di economia e finanza (Def). Ma le preoccupazioni dell’attuale esecutivo sembrano le stesse che all’epoca hanno fermato il governo Renzi: il rischio stangata fiscale.
Come sottolineato dal quotidiano La Repubblica, passare dai vai ai metri quadri e adeguare gli immobili ai valori medi di mercato può comportare risparmi come salassi. Ma non solo. C’è da considerare anche l’impatto sul nuovo Isee, l’indice sintetico di reddito e patrimonio che consente di ottenere agevolazioni e sconti.
La riforma due anni fa è stata riposta nel cassetto per il timore che non si potesse perseguire l’invarianza di gettito, ossia l’equa redistribuzione delle tasse. I dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate avevano destato l’allarme: le simulazioni parlavano di rendite catastali lievitate soprattutto per le case economiche e popolari. E se questo poteva trovare una ragione per le case situate nei centri storici, a farne le spese erano quelle in periferia.
Ma l’Europa continua a chiedere al nostro Paese una riforma del catasto e quindi per il governo non sembra esserci via di fuga. Al Lingotto, alla presentazione della mozione congressuale di Renzi, il consigliere economico dell’ex presidente del Consiglio, Filippo Taddei, ha affermato: “E’ vero, ci stiamo ragionando”. Aggiungendo: “Nessun impatto sul gettito. Puntiamo a una maggiore equità: chi paga troppo perché ha una casa sopravvalutata risparmierà. Ma chi paga troppo poco e ha seconde e terze case o case di lusso dovrà contribuire di più”.
Come sottolineato, però, bisogna considerare anche l’impatto sull’Isee. La nuova versione dell’indicatore, infatti, dà un peso maggiore alla casa. Se prima si moltiplicava il valore catastale per 105, ora il patrimonio entra per i due terzi moltiplicato per 168.
L’ufficio studi della Uil-Servizio poltiche territoriali ha calcolato che, stando così le cose, anche scalando il mutuo residuo fino a 50mila euro lordi, l’Isee rischia di esplodere. E questo sia per le prime che per le seconde case, situate in centro o in periferia, popolari o economiche. Ciò determina la perdita dei benefici legati all’Isee. Ma il problema si pone anche nel caso in cui si voglia ottenere il nuovo assegno di povertà (Ria). E’ poi da considerare l’Imu dovuta dai proprietari di seconde e terze case, che va a raddoppiare.
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Catasto, la riforma al metro quadrato colpisce case di lusso e seconde abitazioni (La repubblica)