Nuove risposte dall'Agenzia delle Entrate, che pubblica le ultime Faq tutte incentrate sulla locazione: vengono chiariti in particolare alcuni aspetti a proposito dell'applicabilità della cedolare secca e sulle modalità di versamento dei canoni. Un utile riepilogo per chi non conosce appieno la normativa sugli affitti.
Via libera al versamento dei canoni di affitto sulla carta prepagata, cedolare secca applicabile anche ai contratti brevi, purché gli immobili siano ad uso abitativo, e niente bollo o registro com'è dovuto invece per il regime tradizionale Irpef. Questi i principali chiarimenti contenuti nelle Faq dell'Agenzia delle Entrate, che vi riassumiamo proponendovi gli approfondimenti del nostro Esperto.
Canone sulla prepagata: in assenza di un conto corrente, è possibile pagare il canone d'affitto versando l'importo sulla carta prepagata PostePay del proprietario dell'immobile, in quanto questo tipo di versamento rispetta la regola della tracciabilità dei pagamenti. La prova documentale che attesta il trasferimento di contanti è necessaria, ovviamente, solo per i pagamenti di somme superiori a 1.000 euro, come da art. 49 del Dl. 231/2007, mentre per le somme fino a 999,99 euro è ammesso il versamento in contanti, a condizione che sia accompagnato da una ricevuta.
Approfondimento: Affitti, torna il contante per il pagamento dei canoni.
Cedolare per contratti brevi: la cedolare secca può essere scelta anche per i contratti di affitto brevi, come quelli ad uso transitorio o quelli di durata inferiore a 30 giorni. L'importante è che siano rispettate alcune condizioni, come la destinazione d'uso dell'immobile (che dev'essere necessariamente residenziale) e il fatto che per scegliere tale regime fiscale bisogna essere una persona fisica, titolare del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento; le società di persone, le società di capitali, nonché gli enti commerciali e non commerciali non possono dunque optare per la cedolare secca.
Approfondimento: Cedolare secca sul reddito degli affitti turistici: applicabile o no?
Niente bollo o registro: non si applicano il bollo né l'imposta di registro sui contratti registrati in regime di cedolare secca; per questi si adotta un'imposta fissa, pari al 21% per i contratti liberi e al 10% per il concordato, che sostituisce sia l'Irpef e relative addizionali che le imposte di registro e bollo. Inoltre l'opzione esercitata in sede di registrazione del contratto produce i suoi effetti fino alla scadenza dello stesso e comunque fino a revoca.
Approfondimento: Cedolare secca:la guida completa per utilizzarla correttamente - Parte II.
Niente aggiornamento Istat: se si opta per il regime della cedolare secca, viene sospesa per il proprietario la possibilità di chiedere l'aggiornamento del canone a qualunque titolo, ivi compresi gli aggiornamenti Istat, anche se la facoltà è prevista nel contratto di locazione.