Molto spesso subentrano delle domande inerenti l’agevolazione prima casa in caso di comunione dei beni dei coniugi o in caso di separazione. E altrettante si pongono per il pagamento delle tasse quando la casa viene assegnata all’altro coniuge, dopo la fine di un matrimonio. Per cui è necessario dividere le casistiche e dare delle risposte, analizzando le varie possibilità che si palesano per i benefici concessi.Comunione dei beni
Nel caso i coniugi si siano sposati e abbiano deciso di optare per una comunione dei beni usufruendo delle agevolazioni prima casa, non potranno più farlo per un’altra abitazione. In quanto, se uno dei due decide di voler acquistare un’altra casa nello stesso comune di residenza o al di fuori, nonostante l’altro contratto sia intestato ad uno solo dei coniugi, l’effetto giuridico, così come quello dell’atto ricade su entrambi.
Nel caso invece uno dei due coniugi abbia acquistato un immobile prima di sposarsi, l’agevolazione viene accettata, ma ridotta del 50% del valore dell’immobile, sia che questo sia nel comune di residenza, sia che questo si trovi su un altro comune. In quanto l’abitazione non rientra in comunione dei beni, proprio perché acquistata prima del matrimonio.
Separazione di fatto e legale: cosa cambia?
Quando una coppia decide di separarsi e non lo fa in maniera legale, se possiede un immobile sul comune di residenza, non conta né il regime patrimoniale, né la separazione di fatto. In quanto possedere insieme al coniuge una casa fa sì che l’altro che ne faccia richiesta non può fruire dell’agevolazione prima casa.
Mentre con la sentenza 3931 del 2014 la Corte di Cassazione ha stabilito che invece qualora l’ex moglie decida di acquistare un altro appartamento, avendo già in possesso un immobile acquistato in comunione legale con l’ex marito, da cui però è separata legalmente, questa può usufruire delle agevolazioni fiscali.
Chi si separa è costretto a pagare le tasse sulla casa coniugale?
In base ad una recente novità apportata dalla Legge di Stabilità, colui che è costretto a lasciare all’ex coniuge la casa coniugale non è obbligato a pagare le tasse come seconda casa. Questo va così a modificare il testo di legge che invece prevedeva l’eliminazione dei tributi solamente sulla prima casa, con l’obbligo di pagare sugli altri immobili di proprietà. Ovviamente il tutto è stato proposto proprio per evitare di indebitare maggiormente colui che effettua una separazione giudiziale e che è comunque costretto ad andarsene di casa.
Quando si perdono i benefici prima casa
Una volta stabilito che i coniugi in comunione dei beni non possono usufruire delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di un altro immobile e che questo può avvenire solamente in sede di separazione legale, vediamo quali sono i casi in cui si perdono i benefici acquisiti.
- Quando le dichiarazioni fatte durante l’atto di acquisto sono false;
- il contribuente è tenuto a trasferire la propria residenza nel luogo dove l’immobile è stato acquistato entro 18 mesi. Tale causa di decadenza non vale però per coloro che prestano servizio per le forze armate, di polizia, di ordinamento civile e militare;
- al momento dell’acquisto dell’immobile, davanti il notaio, è necessario che venga specificato di voler adibire la dimora a prima casa. In quanto ciò deve comparire sull’atto notarile come una dichiarazione di intento;
- quando l’abitazione è venduta o donata prima che siano trascorsi cinque anni dalla data di acquisto. Almeno che entro un anno non si compri un altro immobile e lo si adibisca ad abitazione principale. Ciò non vale però se viene stipulato entro un anno dalla vendita dell’immobile un contratto preliminare, in quanto questo non produce l’effetto reale del trasferimento del bene.