domenica 25 ottobre 2015

Niente sconti per l’inquilino che denuncia l’affitto in nero.

 

 

 

 

 

L'inquilino che denuncia la mancata registrazione del contratto di affitto non avrà diritto a sconti sul canone di locazione da corrispondere al proprietario evasore. La Corte Costituzionale ha bocciato per la seconda volta quanto sentenziato dal Parlamento in merito agli affitti in nero, una disposizione che avrebbe senza dubbio incentivato la lotta all'evasione fiscale in questo segmento del mercato immobiliare.
aaffittineroE' arrivata la seconda bocciatura alla misura prevista dal Parlamento per incentivare l'emersione degli affitti in nero. Con la sentenza 169 del 16 luglio 2015, la Corte Costituzionale pone nuovamente il veto alla possibilità, per gli inquilini, di garantirsi un trattamento economico di favore nel pagamento mensile dell'affitto nel caso in cui denuncino il proprietario che non ha registrato il contratto di locazione.

Il primo no della Corte Costituzionale era arrivato lo scorso anno quando la Consulta aveva dichiarato illegittima la sanatoria in caso di mancata registrazione del contratto di locazione inserita nel decreto sul federalismo fiscale. A motivo della dichiarazione di incostituzionalità veniva addotta la violazione dei diritti dei proprietari, mentre la sanzione è ritenuta sproporzionata rispetto alla violazione fiscale. La nuova sentenza ribadisce l'illegittimità costituzionale dell'art. 5 comma 1-ter, del dl 47/2014 contenente "Misure urgenti per l'emergenza abitativa", il quale protrae la validità della sanatoria fino al 31 dicembre 2015. La seconda bocciatura riguarda dunque la proroga della sanatoria che, secondo quanto disposto dall'art. 136 della Costituzione, perde la sua efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della dichiarazione di incostituzionalità, così come la disposizione originaria.

 

La norma in questione, considerata una delle armi più efficienti per la lotta all'evasione nel mercato degli affitti, prevedeva una durata di 4 anni rinnovabili e uno sconto sul canone nei casi in cui il contratto non fosse stato registrato entro i termini di legge o, se registrato, fosse stato indicato un prezzo mensile minore rispetto a quello realmente corrisposto o ancora fosse stato registrato come comodato fittizio. Ma i dubbi di costituzionalità sono diventati certezze e per la seconda volta la Consulta ha detto no alla disposizione anti-evasori.