domenica 4 ottobre 2015

Mutui: successo per il Fondo di garanzia prima casa

 

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Giungono a 83 milioni di euro i mutui garantiti dal Fondo di garanzia prima casa tra il mese di febbraio e quello di luglio 2015. Mentre altri 88 milioni sono in fase di erogazione. Un grande successo per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. E’ questo quanto riportato dai risultati trasmessi dall’Abi (Associazione bancaria italiana).

Il 60% delle banche ha aderito

Ad oggi sono 142 le banche che hanno aderito al Fondo di garanzia prima casa e rappresentano così la percentuale del 60% sul territorio nazionale. Questo ha permesso di far ottenere un prestito anche a coloro che difficilmente lo avrebbero conquistato, perché sprovvisti delle garanzie patrimoniali che vengono richieste solitamente per poter accendere un mutuo. I 600 milioni di euro che invece sono stati messi a disposizione dalla legge di Stabilità sono la garanzia statale che copre il 50% della quota capitale del finanziamento, che può arrivare fino a 250 mila euro.

Erogare mutui fino al 100% del valore dell’immobile

Secondo l’Abi il Fondo “contribuisce all’ulteriore spinta del mercato dei mutui che registra una fase di grande rilancio, con un’impennata tra gennaio e luglio 2015 dell’82,2% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno”. Questo permette di avere “sempre più voglia di casa” continuano dall’Abi, per cui “è sempre più significativo il ricorso al Fondo di garanzia per la prima casa”. Tanto che con il chiarimento di Banca Italia si è giunti alla conclusione che la garanzia del Fondo può essere utilizzata anche per erogare mutui che coprono il 100% del valore dell’immobile. Superando così di fatto il limite attuale dell’80% previsto dalla regolamentazione della Consap.

I prestiti concessi a tasso di mercato e non agevolato

Il cambiamento di rotta per cui le banche hanno appoggiato la proposta del governo, decisa dalla legge di Stabilità, è la concessione dei prestiti non più a tasso agevolato, ma a tasso di mercato. Come avveniva per il fondo concesso alle giovani coppie, che ad oggi è stato soppresso, ma che dal 2011 al 2013 ha erogato 1 milione sui 50 a disposizione. Proprio in quel caso i mutui dovevano essere concessi ad un tasso pari all’Eurirs o all’Euribor, più uno spread di 120 punti base (se la durata del finanziamento era inferiore ai 20 anni) o 150 punti base ( con durata uguale o superiore ai 20 anni).

Ciò significa che prima si parlava di un tetto dell’1,5% al tasso di interesse, mentre adesso spetta alle banche deciderlo, così come avviene per i clienti che normalmente si recano presso un istituto bancario. Con l’unica differenza che in questo caso hanno una garanzia statale, per un possibile mancato pagamento.

Come funziona il Fondo garanzia prima casa

Facciamo quindi un riepilogo per selezionare i punti fondamenti che riguardano il Fondo, analizzando l’ammontare della dotazione patrimoniale, i requisiti richiesti e il ruolo delle banche.

“Il Fondo, con una dotazione patrimoniale di 670 milioni di euro per il triennio 2014-2016, rilascia garanzie, a prima richiesta, nella misura massima del 50% della quota capitale su mutui ipotecari o su portafogli di mutui connessi all’acquisto” dichiara l’Abi “e a interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica di immobili adibiti ad abitazione principale”.

Vengono ammessi alla garanzia del Fondo i mutui ipotecari erogati da banche o intermediari finanziari:

  • di ammontare non superiore a 250 mila euro;
  • destinati all’acquisto di immobili adibiti ad abitazione principale, anche con accollo da frazionamento, non rientranti nella categorie catastali A1, A8 e A9 o con caratteristiche di lusso, e a interventi di acquisto e ristrutturazione ed accrescimento dell’efficienza energetica;
  • per l’accesso alla garanzia del Fondo non sono previsti limiti di reddito dei mutuatari.

All’atto di ammissione della garanzia, se sono pervenute più domande nella stessa giornata, il gestore del Fondo attribuisce priorità a i mutui erogati a:

  • giovani coppie: nuclei familiari costituiti da almeno due anni, coniugati o conviventi more uxorio, con uno dei componenti con età inferiore ai trentacinque anni;
  • nucleo monogenitoriale con figli minori: persona singola non coniugata, separata, divorziata o vedova con almeno un figlio convivente minore;
  • giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico;
  • conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari.

Infine le banche e gli intermediari finanziari possono adottare, per quei mutuatari che presentino difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo, la sospensione dei pagamenti delle rate.