giovedì 7 novembre 2013

La Bce taglia i tassi di un quarto di punto Costo del denaro al minimo storico Ma gli effetti sui mutui saranno quasi nulli?

L’Eurotower ritocca allo 0,25% il tasso di riferimento interbancario. La decisione presa per evitare la deflazione

Mario Draghi, presidente BceMario Draghi, presidente Bce
Il Consiglio direttivo della Bce, riunito a Francoforte, ha deciso di tagliare il tasso di riferimento di un quarto di punto allo 0,25% dal precedente 0,50% in vigore da maggio. Si tratta di un nuovo minimo storico per i tassi dell’Eurozona dal lancio dell’euro. Il nuovo taglio non era previsto dalla maggioranza degli analisti ed è stato favorito dalla discesa dell’inflazione nell’area dell’euro allo 0,7% in ottobre, nuovo minimo da quasi quattro anni. Come annunciato dalla Bce, il tasso sui prestiti marginali viene ugualmente tagliato di un quarto di punto allo 0,75% mentre il tasso sui depositi overnight delle banche presso la Bce viene confermato a zero.
LA RAGIONE - I mercati avevano ipotizzato una riduzione per contrastare la frenata dell’inflazione e il timore della deflazione. Secondo l’associazione delle banche private tedesche (Bdb) il taglio dei tassi avrà «un basso effetto sull’economia». Mezz’ora dopo l’annuncio parla Mario Draghi, numero uno Bce, nella tradizionale conferenza stampa del giovedì. Dice che «la politica monetaria dell’Eurotower resterà accomodante e che l’inflazione resterà bassa per lungo tempo». Ammette che la «decisione è stata presa a maggioranza» ma con «differenze solo sui tempi», perché«alcuni membri del Consiglio direttivo avrebbero preferito aspettare» nuove conferme del calo dell’inflazione. Spiega che la Bce varerà Ltro (operazioni di rifinanziamento) a tre mesi fino al secondo trimestre 2015 e segnala come nell’Eurozona «si registrerà una ripresa a ritmo moderato». Auspica inoltre di «rafforzare la solidità» delle banche riducendo la frammentazione del mercato del credito in Europa.
INFLAZIONE PROLUNGATA - Secondo Draghi il tasso di inflazione salirà gradualmente fino ad arrivare a livelli inferiori ma prossimi al 2%. «Gli ultimi indicatori mostrano un’ulteriore diminuzione della pressione sui prezzi nell’area euro e le famiglie stanno beneficiando del calo dei costi dell’energia». Da alcuni punti di vista - rivendica il numero uno dell’Eurotower - l’economia dell’Eurozona ha i «fondamentali più forti del mondo», perché ha «un deficit tra i più bassi, che si concretizza in un piccolo avanzo primario», «l’inflazione bassissima» e «il più elevato surplus delle partite correnti del mondo». Peccato - ammette - «ciò non si traduca automaticamente in una ripresa galoppante, in assenza di riforme strutturali».
I LISTINI - Ha avuto breve vita l’euforia delle Borse europee in seguito al taglio dei tassi deciso a sorpresa dalla Bce. Chiusura pesante per Piazza Affari. Al termine delle contrattazioni il Ftse Mib ha ceduto il 2,07% a 18.863 punti. I trader sottolineato come alcuni aspetti emersi dalla conferenza stampa di Draghi, abbiamo in parte deluso. In particolare, «non è piaciuto il fatto che non ci siano state discussioni significative su un nuovo Ltro di cui le banche italiane hanno tanto bisogno», dice un trader all’agenzia Reuters. Tutti i listini continentali risentono comunque dell’andamento negativo di Wall Street dopo che i dati macro migliori delle attese hanno alimentato i timori che la Fed possa anticipare il tapering.

Scende il tasso della Bce e i mutui sono meno cari. Questa è l’equivalenza che di solito si fa quando la banca centrale abbassa il costo del denaro. Ma almeno in questa fase congiunturale si tratta di un luogo comune che ha solo un piccolo fondo di verità. In seguito allamossa di Draghi, i mutui costeranno meno da subito solo per coloro, e in Italia sono un’esigua minoranza, che hanno sottoscritto un finanziamento variabile parametrato specificamente al tasso di Francoforte. In questo caso il vantaggio sarà di circa 20 euro al mese su un prestito ipotecario per cui rimangano ancora da restituire 100mila euro di capitale.
EURIBOR - La gran parte dei mutui variabili però è ancorata all’Euribor, un indice del costo del denaro nelle transazioni a breve tra banche, che prima della crisi si evolveva rispettando una certa simmetria rispetto all tasso Bce, ma che da due anni a questa parte si muove per conto suo ed è talmente basso (i parametri più adottati nei mutui, l’Euribor a 1 e a 3 mesi, sono rispettivamente allo 0,13% e allo 0,24%) che non può più materialmente scendere. Il tasso Bce infatti potrebbe anche arrivare a zero, perché una banca centrale può anche decidere di non chiedere interessi agli istituti su cui vigila, ma nemmeno formalmente è possibile che faccia lo stesso un istituto privato che deve garantire profitti ai suoi azionisti..
ASPETTATIVE - Nessun beneficio immediato inoltre potranno avere ovviamente avere le persone che hanno già in corso un mutuo a tasso fisso. Ciò non toglie che nel medio termine la mossa di Draghi possa avere effetti positivi per chi il mutuo lo deve ancora fare: perché diffonde sul mercato l’aspettativa di costo del denaro basso anche nei prossimi anni e porterà a far scendere un po’ rispetto a oggi i tassi dei prodotti a tasso fisso di nuova emissione. Il costo di questi finanziamenti è infatti tarato sulle aspettative di evoluzione del costo del denaro nel medio periodo.