martedì 28 gennaio 2014

Sospensione mutuo: sostegno o inganno per chi è in difficoltà?

 

In un momento in cui la crisi economica attanaglia un elevato numero di famiglie, l’attenzione ai risvolti che si hanno in campo mutui è molto alta, soprattutto se si parla di italiani che sono in difficoltà con le rate con cui stanno pagando la loro prima (e spesso unica) casa.

Lo Stato si muove per i cittadini

Le iniziative istituzionali che si sono rivolte a questa fetta (molto ampia) di popolazione sono state effettivamente molte, sia a livello locale che a livello nazionale. Ricordiamo su tutti l’iniziativa della Lombardia di concedere mutui a tassi agevolati alle giovani coppie sposate che desiderano acquistare la prima casa, e quella del Lazio che ha istituito dei contributi a fondo perduto per le famiglie in difficoltà con le rate. Insomma, non si può dire che lo Stato non si sia impegnato. Ma alcuni metodi in particolare non sono stati ben visti dalle associazioni di consumatori.

Cos’è la sospensione del mutuo?

E’ proprio di questi giorni la polemica di Altroconsumo riguardo alla sospensione delle rate di cui si può beneficiare per il mutuo sulla prima casa. Si tratta di una possibilità che era già stata data ai risparmiatori nel 2009 da Abi con il Piano Famiglia: in due anni 98.158 italiani avevano beneficiato della sospensione delle rate fino a un massimo di diciotto mesi. Con un regolamento dello scorso aprile, lo Stato ha reintrodotto la legge 244/2007 per istituire un Fondo di Solidarietà, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, di 40 milioni di euro a disposizione di giovani coppie, famiglie con un solo genitore, nuclei familiari con Isee inferiore a 30.000€ e altri casi particolari. Questi soldi sono a disposizione di chi ha un mutuo sulla prima casa e dallo scorso maggio ne hanno usufruito già 10.350 famiglie, senza contare che la norma è stata estesa fino a tutto il 2015. Un’ottima possibilità quindi di poter “respirare” fino a un anno e mezzo senza dover pagare le rate del mutuo e avere la liquidità spesso necessaria. Consideriamo che nel 93% dei casi il mutuo viene sospeso perché si è perso il lavoro.

La polemica

Il problema però, secondo Altroconsumo, è al ripristino del mutuo. È vero che nel periodo di sospensione le famiglie hanno potuto contare sui loro risparmi, ma è anche vero che quando ritornano a pagare si trovano davanti a quelle che non dovrebbero essere delle sorprese. Il Fondo, infatti, non copre l’intera rata sospesa ma solo una parte degli interessi attribuiti al risparmiatore, in particolare quelli dei parametri di mercato. Il resto rimane a carico dei clienti e dovrà essere saldato quando si ricomincia con le rate. Secondo i calcoli dell’associazione, chi ha un mutuo a tasso fisso è il più svantaggiato poiché al ripristino del mutuo dovrà saldare lo spread e la differenza tra l’Irs di quando è stata fatta la sospensione e quello attuale. Se si considera che negli ultimi tempi i tassi non fanno che scendere, si capisce come questa cifra sia spesso elevata. Sempre Altroconsumo ha calcolato, per conto del quotidiano Il Corriere della Sera, che su un mutuo di 150.000€ da saldare in 20 anni a tasso fisso, gli interessi per la sospensione di 18 mesi sono 4.000€. Abi non smentisce, ma sottolinea che questi interessi, che comunque sono dovuti all’istituto finanziario, vengono spalmati sulle rate e non verranno mai richiesti tutti insieme. Per cui il risparmiatore che ha goduto del vantaggio per un anno e mezzo, vedrà soltanto incrementare la sua rata e di non moltissimo. Quindi per l’Associazione Bancaria il gioco vale la candela, l’importante è, come per tutto quello che riguarda un passo importante come un mutuo, essere ben informati su tutto all’atto della stipula. Sono dettagli che non si possono trascurare e le clausole vanno conosciute con il massimo della precisione, giusto per evitare sorprese.