venerdì 27 settembre 2013

Decreto Imu, molte le richieste di modifica

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Wooden small house. The isolated illustration. 3D image.

Banche, imprese edili e sindacati hanno avanzato alla Camera proposte di cambiamento del decreto.
A margine delle audizioni di ABI (banche), ANCE (costruttori edili) e sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) in Commissione Bilancio e Finanze della Camera, sono state avanzate alcune proposte di cambiamento al Decreto Imu (Dl 102/2013).
Il relatore Marco Causi ha evidenziato la necessità di incentivare le compravendite immobiliari con interventi che ne stimolino la ripresa e di definire la nuova Service Tax. In particolare sono richieste altre esenzioni ed agevolazioni per gli immobili d’impresa e per quelli destinati alla vendita, nuove forme di prestito ipotecario ed abolizione dell’imposta in base a parametri specifici.
Vediamo, intanto, nello specifico, le modifiche richieste dalle Banche, dalle Imprese edili e dai Sindacati.
Le Banche richiedono quanto segue:

  • Esenzione per immobili invenduti dalle imprese estesa ai fabbricati che un’azienda acquista e ristruttura per poi rivederli. L’attuale formulazione esenta tra l’altro solo gli immobili non locati, mentre si chiede l’esenzione anche se i fabbricati destinati alla vendita sono affittati solo per parte dell’anno.
  • Prestito ipotecario ai proprietari di immobili over 65, per convertire in contanti parte del valore dell’immobile senza perderne la proprietà. In parole semplici, è un prestito garantito dall’immobile.
  • IMU soft per le imprese tramite la deducibilità integrale Ires e Irap sugli immobili strumentali e agevolazioni che riducano l’impatto combinato delle tasse sugli imobili d’impresa e futura Service Tax.

Le imprese edili avanzano proposte con riferimento all’articolo 6 del Decreto, relativo ai mutui casa garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti.
In base ai calcoli dell’ufficio studi ANCE, la misura può incrementare le operazioni di compravendita di 44mila unità, con un beneficio di 8,1 miliardi.
Gli investimenti per nuove costruzioni avrebbero una spinta di 1,3 miliardi con una ricaduta positiva per l’economia pari a 4,4 miliardi grazie alla liquidità della Cdp (che secondo i costruttori si aggirerebbe intorno ai due miliardi di euro) e all’emissione di obbligazioni bancarie garantite dalla stessa Cdp.

La Cgil, dal suo canto, ritiene che l’abolizione dell’acconto Imu sulle prime case, con esclusione di quelle di lusso, produca «iniquità e inefficienza» e richiede l’esenzione solo per chi possiede un unico immobile e all’interno di certi parametri di valore.
La Uil ritiene l’abolizione indiscriminata per tutti e che in questo momento bisogna dare la priorità alla riduzione delle tasse sul lavoro.
La Cisl ritiene il provvedimento «insufficiente a sostenere la domanda interna» e chiede che la futura Service Tax non renda più oneroso il già pesante fardello fiscale che grava sulle famiglie.