mercoledì 6 maggio 2015

Prestito vitalizio ipotecario: come trasformare casa in denaro contante

 

La casa diventa un bancomat con il prestito vitalizio ipotecario, una valida alternativa alla vendita della nuda proprietà affinchè over60enni, proprietari di immobili e in cerca di liquidità, possano ottenere un prestito dalla banca. La nuova disciplina sul prestito vitalizio ipotecario entra in vigore ufficialmente il 6 maggio 2015, con la Legge 2 aprile 2015 e consente ai proprietari di casa che hanno compiuto 60 anni (rispetto alla precedente normativa il limite di età è stato abbassato di cinque anni) di poter chiedere un finanziamento ipotecando l’immobile di proprietà, continuando a viverci. Con il prestito vitalizio le banche e gli altri intermediari finanziari la cui attività di concessione dei finanziamenti è disciplinata dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia concedono finanziamenti a medio e lungo termine, con capitalizzazione annuale di interessi e di spese. Come garanzia del prestito, la banca iscrive sull’immobile l’ipoteca di primo grado. La proprietà dell’immobile non viene quindi trasferita alla banca e il proprietario deve continuare a pagare le imposte quali l’Imu e la Tasi, nonché la tassa rifiuti (Tari ), oltre eventualmente alle imposte sul reddito fondiario, se dovute (come l’Irpef sulle abitazioni non locate). La banca può chiedere il rimborso integrale del prestito, in un’unica soluzione al momento della morte del soggetto finanziato ovvero qualora vengano trasferiti, in tutto o in parte, la proprietà o altri diritti reali o di godimento sull’immobile dato in garanzia o si compiano atti che ne riducano significativamente il valore, inclusa la costituzione di diritti reali di garanzia in favore di terzi che vadano a gravare sull’immobile.

Il soggetto che chiedere il finanziamento, sempre di età pari o superiore ai 60 anni, può anche concordare con la banca, al momento della stipulazione del contratto, le modalità di rimborso graduale della quota di interessi e delle spese del prestito. Qualora il finanziamento non sia integralmente rimborsato entro 12 mesi dal decesso del finanziato o dal trasferimento della proprietà, la banca procede a mettere in vendita l’immobile ad un valore pari a quello di mercato, determinato da un perito indipendente incaricato dal finanziatore. Le somme ricavate dalla vendita vengono utilizzate per estinguere il credito. Trascorsi ulteriori 12 mesi senza che sia stata perfezionata la vendita, il valore dell’immobile viene decurtato del 15% per ogni dodici mesi successivi fino a quando la vendita non si conclude. In alternativa può essere anche l’erede del soggetto finanziato che può procedere alla vendita, sempre in accordo con il finanziatore, e sempre che la compravendita si perfezioni entro 12 mesi dal conferimento dell’incarico. Le somme rimanenti, ricavate dalla vendita, vengono attribuite al soggetto finanziato o ai suoi eredi.