mercoledì 8 luglio 2015

Maxi sanzioni in arrivo per chi affitta in nero.


La cedolare secca torna ad essere un'arma contro gli affitti in nero. L'ultimo Consiglio dei Ministri ha raddoppiato le sanzioni per chi opta per il regime fiscale agevolato ma, in dichiarazione dei redditi, non indica l'intero importo percepito. La novità è contenuta nel decreto attuativo della riforma fiscale.

AFFITTASI IN NEROSanzioni in arrivo fino al 360% per chi aderisce alla cedolare secca ma non indica nella dichiarazione dei redditi l'intero importo o parte del canone effettivamente percepito dall'immobile concesso in locazione. E' questa una delle novità introdotte dal decreto attuativo della riforma fiscale approvato venerdì scorso dal Governo. Secondo il quotidiano romano Il Messaggero, l'evasione è considerata un comportamento particolarmente grave in questo caso poiché viene effettuato all'interno di un regime fiscale agevolato.


Le sanzioni penali introdotte prevedono diversi gradi di responsabilità e di punibilità. Per i piccoli errori nei versamenti sono previsti degli sconti: i tecnici del Governo hanno evidentemente cercato di scindere quelle casistiche che, sebbene illegali, siano state causate da comportamenti disattenti e non fraudolenti. Ad esempio nei casi di errore nella compilazione della dichiarazione la multa viene dimezzata (dal 30 al 15%) se il contribuente paga il dovuto entro i 90 giorni dalla scadenza, ma correggendo la svista entro i primi 15 giorni la convenienza sarà ancora maggiore. Mentre il contribuente che addebita per errore costi o ricavi all'anno sbagliato dopo la riforma sarà tenuto a pagare una sanzione fissa di 250 euro.

Nei casi di comportamenti fraudolenti le sanzioni sono state maggiorate. Come dicevamo, potrà arrivare fino al 360% la multa prevista per chi non dichiara l'intero importo mensile ricevuto dall'inquilino, essendo in regime di cedolare secca. Per quanto riguarda la frode fiscale, invece, la pena rimane quella vigente: fino a sei mesi di carcere, ma sotto i 30 mila euro di imposta evasa non è considerata frode fiscale.