domenica 21 giugno 2015


Fate attenzione alla nuova riforma del catasto. Scompariranno le A1, A2, A3, O e S. Il decreto che sta preparando il governo, secondo quanto racconta La Stampa, a tremare saranno i proprietari di chi possiede case nei centri storici, ma classificate come popolari o ultrapopolari, o dei proprietari dei rustici trasformati in ville. L’Agenzia delle entrate inizierà così ad esaminare uno a uno gli oltre 60 milioni di immobili assegnando loro valori molto più simili a quelli di mercato, che entreranno poi in vigore nel 2019.
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La Uil Servizio politiche territoriali stima che i 4,6 milioni di immobili classificati nelle più modeste categorie A4 e A5 potrebbero vedere quadruplicate le proprie rendite catastali. I maggiori aumenti si verificherebbero per le abitazioni di tipo civile, oggi classificate A2, di Milano (+ 310% sia in zona periferica che centrale), Napoli (+223% anche qui in entrambe le due zone), Roma (+ 222% in zona semi centrale e +163% altrove), mentre l’aumento più contenuto sarebbe a Torino (+51% in centro e periferia, solo +24% in zona semi centrale). Per le abitazioni di tipo economico il boom sarebbe in centro a Milano (+379%), Venezia (+329%) e Napoli (+246%).
Lievi aumenti in periferia a Torino (+16%). In zona semicentrale le rendite salirebbero del 29%, mentre in centro raddoppierebbero. Se le aliquote Tasi restassero al due per mille con i nuovi valori catastali un appartamento semi centrale di 120 metri quadri a Torino pagherebbe 535 euro contro gli attuali 433.