sabato 15 novembre 2014

Troppo cemento in Italia

 

Il Prof. Alberto Ziparo, docente di pianificazione urbanistica presso l’Università di Firenze, ha rilasciato al sito di Repubblica un’importante e dettagliata interpretazione dell’avanzamento del cemento nel nostro Paese. Gli edifici, infatti, appaiono troppi rispetto all’effettivo fabbisogno della popolazione e un aumento così intenso delle costruzioni sta portando a una notevole perdita di paesaggio, a dissesti idrogeologici che tutti ormai conosciamo (si pensi alle alluvioni in Liguria e a tutto ciò che poteva essere evitato con una gestione razionale e ponderata dell’edilizia urbana) e a danni ambientali di notevole entità.

Troppi edifici per il fabbisogno effettivo

La quantità di cemento presente ormai in Italia è definita dal Professor Ziparo addirittura abnorme e poco meno di vent’anni fa la porzione di suolo consumato corrispondeva alla metà di oggi. Questo vuol dire che c’è un enorme divario tra la disponibilità di edifici, e quindi di appartamenti, e il numero di abitanti. Nel censimento del 2011 si parlava di 7 milioni di abitazioni vuote. Una stima approssimativa che considera 2,8 stanze di media in ogni appartamento, porta a un impressionante numero: ci sarebbero 20 milioni di stanze vuote in Italia. La percentuale, sempre secondo questo studio, è salita del 350% negli ultimi dieci anni. Se guardiamo alle stime di oggi diffuse dall’Istat, in Italia ci sono ben 14,5 milioni di edifici e 31 milioni di appartamenti destinati a uso residenziale.

Per fare un quadro completo della situazione, una stima credibile prima di avere i dati ufficiali a disposizione, si utilizzano anche i dati dell’OLT, l’Osservatorio sui Laboratori Territoriali. Secondo questi numeri, in Italia, sono edificati 18 miliardi di metri cubi: di questi l’84,3%, ovvero 15,5 miliardi di metri cubi, è costruito a uso residenziale. Un numero davvero sconvolgente se pensiamo che, secondo una stima approssimativa ma attendibile, il fabbisogno di immobili residenziali della popolazione italiana si ferma a 6,2 miliardi di metri cubi, meno della metà della disponibilità effettiva praticamente.

Situazione peggiore al Sud

Qualcuno forse potrebbe essere sorpreso dal fatto che la tendenza peggiore nel campo del cemento si registra al Sud: in Campania si contano 1 milione di edifici, di cui 65.000 inabitati. Negativa anche la situazione in Sicilia, dove ci sono 1.722.000 edifici di cui 132.000 vuoti. Si sono distinti, e non per merito, anche Puglia e Basilicata.

Sul territorio nazionale, tirando le somme, un appartamento su quattro è inutilizzato. I picchi peggiori di questo dato si hanno nuovamente al Sud: in Calabria la percentuale arriva al 40%, nelle due grandi isole al 30%. In città come Torino, Milano e Roma si sono conteggiati 100.000 stanze vuote, stesso numero, di poco inferiore, a Napoli. Fanno ancora riflettere i dati sulla Calabria: nella punta dello Stivale ci sono 40.000 stanze in più rispetto all’effettivo numero di residenti. Ma questo succede anche in molte aree dell’entroterra del nostro Paese in cui addirittura ci sono più edifici che abitanti. Sulle regioni si è analizzato il rapporto abitanti/edificio ed è emerso che in Piemonte ci sono tre abitanti per ciascun edificio; in Lombardia il numero sale a meno di cinque, più di quattro persone per edificio in Toscana e cinque nel Lazio.

Che fine ha fatto l’attenzione all’ambiente?

Il resoconto fornito dal Prof. Ziparo a Repubblica.it appare davvero allarmante, soprattutto se pensiamo all’attenzione, almeno all’apparenza, crescente verso le tematiche ambientali e paesaggistiche. Che si tratti di un’illusione propinata dai Governi, detta solo per colpire, come afferma lo stesso studioso? E come si rapporta tutto questo alla crisi dell’edilizia? Sono domande a cui solo una conoscenza approfondita della nostra situazione può dare una risposta e a cui devono senz’altro riferirsi  i prossimi provvedimenti presi da un Governo il cui orientamento impone un dovere morale nei confronti dell’ambiente e del benessere cittadini.