mercoledì 25 giugno 2014


L'Euribor è tornato a scendere. Lo avranno notato coloro che stanno rimborsando un mutuo a tasso variabile (le cui rate sono agganciate proprio all'andamento dell'indice interbancario Euribor) o coloro che sono in questo momento in procinto di stipulare un mutuo a tasso variabile.
Dal 5 giugno - giorno in cui il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi ha tagliato il tasso ufficiale di riferimento (quello che le banche pagano alla Bce per prestiti a breve termine) dallo 0,25% allo 0,15% (minimo storico) e ha portato sotto zero il tasso sui depositi (pagato dalle banche per parcheggiare liquidità presso la Bce) a -0,1% - gli indici Euribor hanno iniziato a muoversi al ribasso. L'indice a 3 mesi (il più gettonato ora dalle banche che concedono un mutuo a tasso variabile) è sceso dallo 0,29% allo 0,208%. L'Euribor a 1 mese (tra i più gettonati in passato) è passato dallo 0,25% all0 o,103%. Ovviamente stiamo parlando di pochi punti base, quindi l'impatto sulle prossime rate (e il conseguente risparmio) ci sarà ma non sarà di straordinaria portata.
Ancor più significativo il cambiamento dei future sull'Euribor a 3 mesi, quotati sul mercato londinese Liffe. Questi contratti danno la dimensione delle aspettative dei mercati sull'andamento futuro dell' "indice dei mutui variabili". Ebbene, se prima della mossa di Draghi era "previsto" un Euribor oltre il 2% nell'arco dei prossimi 5 anni, ora questa prospettiva è stata ridimensionata. Si prevede infatti che l'Euribor a 3 mesi raggiungerà nel 2019 l'1,7%. Quindi dovrebbe salire ma molto meno e molto più lentamente di quanto "previsto" appena un mese fa.
Nel frattempo, nel breve periodo, c'è chi ipotizza che l'Euribor possa addirittura azzerarsi o scendere sotto quota 0: diventare cioè negativo. In questa opzione per calcolare il tasso mensile su cui conteggiare l'importo della rata del mutuo si dovrebbe sottrarre l'Euribor allo spread applicato dalla banca piuttosto che sommarlo, come accade da sempre. Un'ipotesi paradossale a cui - fa sapere al Sole 24 Ore un operatore di mercato specializzato in mutui - molte banche probabilmente non sono contabilmente e a livello informatico attrezzate. Insomma, l'ipotesi di un Euribor negativo farebbe certamente ancor più piacere a chi sta pagando un mutuo a tasso variabile ma rischierebbe di mandare nel caos il sistema di calcolo dei piani di ammortamento di molti istituti di credito.
È un'ipotesi, tuttavia, che appartiene secondo un esperto di mercato interbancario alla fantascienza. «Non è possibile avere un Euribor negativo», spiega. Per capirlo dobbiamo distinguere l'Euribor dal tasso Eonia, altro tasso interbancario che invece per qualche giorno dopo la manovra di Draghi potrebbe anche scivolare sotto zero e difatti vacilla davvero vicino alla soglia della neutralità (0,04%, a inizio giugno era allo 0,2%).
Eonia ed Euribor sono entrambi tassi interbancari ma diversi. L'Eonia è il tasso overnight: misura il tasso che una banca chiede ad un'altra per avere un prestito di un solo giorno. Gli scambi avvengono di sera, quando le banche devono riportare i conti in ordine dopo il lavoro di impieghi e depositi del giorno. Se una banca è in scoperto chiede un prestito a un'altra banca (o alla banca centrale) e tutto sistema. L'Eonia è questo tasso: la banca A presta alla banca B a fine serata e la banca B restituisce il tutto il giorno dopo. Il rischio di credito che prende la banca A è di una sola notte - per quanto si tratti di un prestito privo di garanzie, quindi unsecuritied - infinitesimamente piccolo.
Il tasso Eonia risente di diverse dinamiche, tra cui il momento del calcolo della riserva obbligatoria durante il quale ciascuna banca deve mantenere un saldo almeno pari all'importo di riserve che deve alla banca centrale europea. Si tratta di un importo medio (poniamo che il calcolo vada dall'11 giugno all'11 lugli0). «Per questo motivo - spiega l'esperto del settore interbancario - è tecnicamente possibile che su questi livelli per qualche giorno, lontano dal periodo di riserva obbligatoria, l'Eonia possa scivolare sotto quota o, visto che il tasso dei deposti presso la Bce è stato portato a -10 punti base».
E l'Euribor? «Solitamente l'Euribor a 1 mese è più caro di 10 punti rispetto all'Eonia, quindi potrebbe azzerarsi ma non diventare negativo». Come mai? «A differenza dell'Eonia (che misura effettivamente gli scambi di liquidità tra banche overnight) l'Euribor non è un tasso transato ma è il tasso a cui un panel di 25 banche "pensa" che una prime bank presti ad un'altra prime bank. L'Euribor è tecnicamente quindi il frutto di un'opinione, per quanto debba essere confortata da parametri osservabili».
Ok, ma perché l'Euribor non può scendere sotto zero? «Èoggettivamente difficile pensare che i tassi Euribor possano andare in termini negativi considerando il peso regolamentare nel prestare capitali a un'altra banca, ovvero gli accantonamenti. In sostanza quando io presto a un'altra banca devo mettere da parte un certo importo di capitale per far fronte a possibili perdite. L'importo da accantonare sarà tanto più penalizzante quanto il tasso è vicino a 0. Supponiamo che alla banca A per prestare a una banca B venga chiesto un accantonamento dello 0,1%. Se però il tasso di remunerazione è più basso di 0,1% la banca A ci perde. Per quanto basso sia l'assorbimento di capitale sarà comunque più elevato che prestare allo 0. Per questo motivo l'Euribor non può tecnicamente scendere sotto 0. Se lo facesse si bloccherebbe il mercato interbancario».