domenica 22 marzo 2015

Mutuo: tasso fisso o variabile?


Da quanto si legge nel Rapporto mensile stilato dall’Abi, Associazione Bancaria Italiana, in termini di nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili il trimestre novembre 2014 – gennaio 2015 ha segnato un grande segno più sulle richieste di finanziamenti per l’acquisto della casa con un incremento annuo di oltre il 32%.Cresce il numero delle richieste di mutui, di surroghe e sostituzioni, e si abbassano i tassi: in questo periodo, infatti, il tasso di interesse applicato ai finanziamenti per l’acquisto della casa è molto favorevole.
A febbraio 2015 il tasso medio era di 2,78%, inferiore di 4 punti rispetto al tasso di gennaio dello stesso anno che si attestava sul 2,82%.
Ed è proprio questo abbassamento dei tassi che ha generato una maggior richiesta di mutui.
C’è da dire che la convenienza di un tasso va calcolata considerando il tasso reale, cioè il valore nominale al netto del tasso di inflazione che determina il vero costo del mutuo.
COSTO_REALE_MUTUINel grafico sopra riportato si evince che oggi il mutuo costa molto di più rispetto agli anni passati quando l’inflazione si attestava al 2% o al  3% come tra il giugno 2011 e il giugno 2012.
Bisogna però considerare che il mutuo è un “finanziamento a lunghissimo termine” è che le variazioni e le oscillazioni dei valori devono esser anche calcolate in base a questo orizzonte temporale.
Per ciò è utile sapere che il tasso di un mutuo è costituito da altri elementi come l’Euribor, l’ Irs – o Euris – e lo spread.
Che cosa sono Euribor, Irs e spread?
  • L’ Euribor è il tasso interbancario di offerta in euro ovvero il tasso che indica il costo del denaro all’ingrosso tra le banche. L’Euribor si applica ai mutui a tasso variabile.
  • L’Irs – o Euris – indica il costo del denaro su archi temporali molto più lunghi rispetto all’ Euribor e che vanno da 1 a oltre 40 anni. L’ Irs si applica ai mutui a tasso fisso.
  • Lo spread è il rendimento atteso dalla banca dal singolo mutuo.
Questi elementi collaborano a costruire il tasso del mutuo (tenendo presente che al tasso Euribor si può sostituire i tasso della Bce, cioè il costo del denaro che le banche affrontano quando chiedono soldi direttamente alla Bce)
Vediamo ora cosa sta succedendo ai mutui a tasso variabile e ai mutui a tasso fisso. E scopriamo quale conviene.
MUTUI A TASSO VARIABILE
L’Euribor a 3 mesi, a Marzo 2014 era a quota 0,31%, oggi è a quota 0,05%. L’ultima variazione attesta il tasso della Bce allo 0,050% .L'Euribor a 3 mesi, a Marzo 2014 era a quota 0,31%, oggi è a quota 0,05%. L'ultima variazione attesta il tasso della Bce allo 0,050% .Cosa significa?
I mutui a tasso variabile oggi convengono molto a chi ne ha stipulato uno negli anni passati: le rate infatti si sono notevolmente alleggerite.
E su questa “ondata di convenienza” le offerte di mutui convenienti sono molte e varie con tassi che arrivano anche all’ 1.7%.
MUTUI A TASSO FISSO
Anche i mutui a tasso fisso stanno vivendo il loro momento di gloria. L’ Irs è ai minimi storici: tutti gli indici, dai 5 ai 30 anni  hanno subito notevoli variazioni verso il basso, tanto da spingere le banche a potenziare la loro offerta di tasso fisso, decretandone un nuova vita.
grafico(1) graficoCome si evince dai grafici (fonte: borse.it) anche l’Irs a 20 anni e a 30 anni sono in caduta libera.
Visti gli andamenti dei tassi, chi ieri ha stipulato un mutuo a tasso variabile, oggi si sta sicuramente rallegrando. Chi invece ha stipulato un tasso fisso probabilmente sta pensando seriamente alla sostituzione del mutuo con uno più favorevole.

E chi lo deve accendere?

La scelta è da ponderare per bene: se da una parte il tasso fisso, oggi, ha un certo appeal grazie anche agli spread aggressivi,  un tasso variabile forse è sicuramente più vantaggioso – oggi.
Il mutuo, si diceva, è un finanziamento a lunghissimo termine, è importante quindi considerare molti aspetti, tra cui la possibilità che un tasso variabile possa subire oscillazioni verso l’alto. È quindi consigliabile sempre chiedersi se si sarà in grado di sopportare una rata più pesante qualora aumentasse.