giovedì 9 giugno 2016

Condominio: il distacco dal riscaldamento centralizzato

 

Condominio: il distacco del riscaldamento centralizzato
Dal 2013 coloro che vivono in un condominio possono distaccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato, grazie alla riforma del condominio che fa capo alla legge 11 dicembre 2012 n.20. Ma quali sono le diagnosi che bisogna effettuare ed è possibile che tutti possano accedere ad un impianto autonomo?

Requisiti necessari per chiedere il distacco dell’impianto di riscaldamento

In principio, nell’ambito dei lavori parlamentari era stata proposta una formulazione della norma differente da quella approvata nel 2012, in cui si parlava esclusivamente di problemi tecnici dell’impianto condominiale. Solo in questo caso infatti, se non venivano risolti nell’arco di un’intera stagione di riscaldamento, si poteva optare per un distacco.

Ad oggi invece “il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma“.

Per cui, il distacco non avviene in automatico, ma prima bisogna accertarsi che sussista la condizione necessaria per non arrecare danno agli altri condomini. Il tutto avviene attraverso una diagnosi energetica, che non deve riferirsi solamente al singolo impianto, ma all’intero edificio in questione. La valutazione deve poter evidenziare se la cosa possa incidere o meno sui costi totali e ovviamente questa analisi non è gratuita, ma a carico di chi decide di procedere ad un impianto autonomo.

Le spese che deve affrontare il condomino

Al fine di poter dire quali sono le spese che il condomino deve continuare a pagare una volta avvenuto il distacco del riscaldamento centralizzato, bisogna distinguere due casi:

  • se il distacco è avvenuto prima del 18 giugno 2013, il condomino si deve rifare alle norme del momento;
  • se il distacco avverrà o è stato successivo a quella data si rifà alle norme vigenti.

Bisogna sottolineare però che prima del 2012 il codice civile non disciplinava la materia in oggetto, per cui il distacco veniva regolato dalle sentenze della Cassazione. Il rinunziante ad oggi deve comunque continuare a pagare le sole spese di manutenzione straordinaria dell’impianto, per la sua conservazione e messa a norma. Incluse quelle per la sostituzione della caldaia, di consumo e di esercizio, pagando la copertura degli oneri che altrimenti ricadrebbero sugli altri condomini, a causa del distacco.

Contabilizzazione del calore obbligatoria entro fine 2016

La legislazione europea ed italiana promuovono il riscaldamento centralizzato che permette di ottenere maggiore efficienza energetica, con risparmi nei costi e meno emissioni di anidride carbonica. Entro fine 2016 però sarà obbligatoria la contabilizzazione, attraverso la valvola termostatica che indica i consumi di ogni radiatore. Per cui, tutti i condomini che hanno un impianto centralizzato, oltre ad una quota fissa pagheranno anche quello che consumano.

Conviene distaccarsi dal riscaldamento centralizzato?

In base a quello che su più parti si può leggere il distaccamento del riscaldamento centralizzato non è estremamente conveniente.  Quest’ultimo è molto più performante per il risparmio energetico e porta comunque a spendere quasi tre volte in meno rispetto all’installazione di un impianto autonomo.