venerdì 1 dicembre 2017

Imposta sui rifiuti per garage, cantine e soffitte: come si calcola


Imposta sui rifiuti per garage, cantine e soffitte: come si calcola


Tari: chiarimenti sul calcolo dell’imposta in presenza di pertinenze. Come ottenere il rimborso in caso di raddoppio.

Se, oltre all’appartamento in cui vivi, sei titolare anche di pertinenze come ad esempio il garage, la cantina o una soffitta, devi stare attento a come il Comune calcola la Tari, ossia l’imposta sui rifiuti. La questione è scoppiata di recente, a seguito di una interrogazione parlamentare [1], nel corso della quale il Ministro dell’Economia ha ammesso che molte amministrazioni locali hanno applicato un illegittimo raddoppio della quota variabile della tassa sulla spazzatura. A seguito dello scandalo, che ha visto coinvolti molti Comuni italiani, lo stesso Ministero ha di recente diramato una circolare [2] in cui offre tutti i chiarimenti in merito al cavolo dell’imposta in presenza di pertinenze. La circolare è riportata al termine di questo articolo. Alla luce di ciò, vediamo come si calcola l’imposta sui rifiuti per garage cantine e soffitte.

Indice

Le due componenti della Tari

La Tari è composta da una parte fissa e da una variabile:

  • quella fissa è determinata in base alle componenti essenziali del costo del servizio.
  • quella variabile è rapportata alle quantità di rifiuti conferiti.

Per le gli appartamenti a uso abitativo si ha che:

  • la parte fissa della Tari è determinata in base alla superficie dell’appartamento (ossia alla sua dimensione) e alla composizione del nucleo familiare. La tariffa della Tari viene così moltiplicata per i metri quadrati dell’immobile: tanto più questo è grande, tanto più l’imposta è alta. Nel conteggio dei metri quadri complessivi finiscono anche le pertinenze coperte, quali ad esempio garage, soffitte, cantine;
  • la parte variabile è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati specificata per kg, prodotta da ciascuna utenza. Essa dipende quindi dal numero delle persone che abitano nell’appartamento.

La quota fissa di ciascuna utenza domestica è calcolata moltiplicando la superficie dell’alloggio sommata a quella delle relative pertinenze per la tariffa unitaria corrispondente al numero degli occupanti, mentre la quota variabile è costituita da un importo rapportato al numero degli occupanti che va sommato alla parte fissa.

Il Ministero ha chiarito, con riferimento alle pertinenze dell’abitazione, che la quota variabile va calcolata una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica. Dunque, se una casa ha un garage o una cantina pertinenziale, la quota variabile è unica in quanto le persone che vivono nell’appartamento e utilizzano le pertinenze sono sempre le stesse.

Pertanto, nel caso di Comuni che hanno applicato erroneamente la quota variabile più volte, una per l’abitazione e una per la pertinenza, il contribuente ha diritto di richiedere il rimborso della quota pagata in eccesso.

Quando spettano i rimborsi della Tari degli anni passati?

La prescrizione della Tari è di cinque anni. Pertanto i rimborsi possono essere chiesti per le ultime cinque annualità, tenendo però conto che, in realtà, si tratta solo di 4 visto che la Tari è stata istituita solo nel 2014.

Non è possibile chiedere il rimborso relativamente alla Tarsu, né relativamente alla Tarip, introdotta dai Comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico, in alternativa alla Tari.

Come chiedere il rimborso della Tari

Per chiedere il rimborso è preferibile prima fare una istanza in autotutela da inviare con raccomandata a.r. o con Posta certificata al proprio Comune di residenza. Come detto la domanda va proposta entro 5 anni dal giorno del versamento.

Non sono necessarie particolari formalità, ma bisogna comunque indicare tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della Tari.

Se il Comune non risponde alla richiesta o la rigetta, bisognerà fare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni. In caso di silenzio dell’amministrazione, i 60 giorni decorrono dal 90° giorno successivo alla prestazione dell’istanza in autotutela.

Come capire se si è pagato due volte la quota variabile della Tari

Per sapere se si ha diritto o meno al rimborso è sufficiente prendere una ricevuta di pagamento della Tari degli anni passati e leggere il dettaglio dell’imposta per come calcolato dal Comune e allegato alla richiesta di pagamento. Nel riepilogo sono indicati i dati catastali dell’immobile (foglio, particella, sub), la superficie tassata, il numero degli occupanti, la quota fissa e variabile distinta per ogni unità immobiliare. Come detto, la quota variabile deve essere presente solo per l’abitazione, non anche per le eventuali pertinenze.

note

[1] Interrogazione parlamentare n. 5-10764 del 18.10.2017.

[2] Circ. MEF 20 novembre 2017 n. 1/D