sabato 30 gennaio 2016

In Italia 2 milioni di case vecchie che gonfiano la bolletta energetica

 

 


Confartigianato ha portato alla luce uno spaccato del settore immobiliare italiano che vede oltre 2 milioni di case malmesse e vecchie, che oltre a sviluppare un evidente pericolo per la sicurezza dei cittadini aumentano anche la bolletta energetica. La situazione peggiore si verifica nel Mezzogiorno, ma vediamo nello specifico quali sono le regioni in Italia più colpite e quali sono i problemi che ne conseguono. Oltre le possibili soluzioni offerte dagli sgravi fiscali, attraverso la Legge di Stabilità 2016.

In Sicilia il 26,8% delle abitazioni è in cattivo stato

Purtroppo la classifica della regione con più case in stato mediocre-pessimo viene vinta dalla Sicilia, con il 26,8% del totale delle case malmesse. A seguire la Calabria con il 26,2% e la Basilicata con il 22,3%. Le cose migliorano decisamente spostandoci verso il Nord, soprattutto in Alto Adige e in Umbria, dove le abitazioni in pessimo stato si riducono al 10,7% del totale, seguite dalla Toscana, dove la percentuale si alza leggermente all’11,5%.

Per quanto riguarda invece le province il record negativo spetta a Vibo Valentina con il 31,4%, seguita da Reggio Calabria (31,13%) e Catanzaro (25,8%). Anche in questo caso vediamo però anche l’altra faccia della medaglia, in quelle province in cui la situazione è nettamente a favore delle nuove case, in un complesso di abitazioni vecchie che si attestano solo all’8,2% per Prato, Bolzano (8,5%) e Siena (8,5%).

Bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico

La maggior parte degli edifici italiani sono di tipo residenziale e tre quarti di questi sono stati costruiti prima del 1981, andando quindi a compiere oltre 35 anni di età. Solo il 25,9% delle abitazioni è stato invece fabbricato più recentemente.

Al fine quindi di trovare una soluzione a questo decadimento abitativo si cercherà di intervenire attraverso i bonus fiscali  per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. “E’ indispensabile – spiega Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Edilizia – rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”.

Legge di Stabilità 2016: sgravi fiscali del 50% e 65%

Con la proroga delle detrazioni fiscali, chi apporta ristrutturazioni, acquista mobili, grandi elettrodomestici e migliora l’efficienza energetica, può usufruire di incentivi fiscali che variano dal 50% (ristrutturazione edilizia) al 65% (efficientamento energetico).

Il bonus del 65% ad oggi potrà essere anche utilizzato dagli enti di gestione delle case di edilizia residenziale pubblica, mentre gli ex Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) potranno usufruire di un fondo di 170 milioni di euro per le manutenzioni. Il tetto massimo di spesa consentito dalla Legge di Stabilità 2016 è di 96.000 euro e il bonus viene ripartito in dieci quote annuali, sia per le detrazioni al 50% che al 65%.

Per quanto riguarda invece il bonus mobili, la spesa massima è di 10.000 euro, con uno sgravio Irpef del 50%. Dal 2016 sono compresi nel bonus anche: letti, armadi, librerie, tavoli, sedie, comodini divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi per l’illuminazione. Oltre che elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), come rilevabile dall’etichetta energetica. Rientrano poi anche: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Mentre sono esclusi: porte, pavimenti, tende e complementi d’arredo.

Infine per gli under 35 la detrazione è del 50%, sulle spese per l’acquisto di mobili per l’arredamento di una casa da adibire ad abitazione principale, e il tetto massimo di spesa deve essere contenuto in 16.000 euro.