sabato 11 novembre 2017

Tasse sulla casa: quando pagare?



Chi è proprietario di una sola casa non deve pagare Imu e Tasi a determinate condizioni. Le imposte scattano a partire dal secondo immobile di proprietà.

Non è facile orientarsi nella giungla delle tasse sulla casa: tra esenzioni, sconti e doppie imposizioni, il contribuente rischia di perdersi. Le domande più frequenti ed a cui si vorrebbe una risposta semplice e immediata sono spesso le stesse: se ho una sola casa devo pagare l’Imu e la Tasi? E sulla seconda casa cosa devo pagare? A queste e ad altre simili questioni cercheremo di dare risposta in questo articolo dedicato appunto alle tasse sulla casa: quando pagare?

Si pagano Imu e Tasi sulla prima casa?

Chi possiede una sola casa dove vi vive con la propria famiglia non deve pagare né Imu, né Tasi. Fanno eccezione solo le case di lusso, quelle cioè accatastate come A1, A8 e A9.

La legge infatti prevede l’esenzione dal pagamento di Imu e Tasi per la cosiddetta «abitazione principale». L’abitazione principale è la casa dove il proprietario e la sua famiglia hanno la residenza e vivono abitualmente. L’esenzione vale anche per le pertinenze dell’abitazione principale, cioè per magazzini, box, garage, tettoie, ecc.In particolare si considerano pertinenze dell’abitazione principale solo quelle accatastate come C2, C6 e C7, fino a un massimo di una sola pertinenza per categoria. Ad esempio se il proprietario di casa ha due garage, può usufruire dell’esenzione dal pagamento di Imu e Tasi per uno solo; se invece è titolare di garage e soffitta, per entrambi non paga le imposte.

Moglie e marito con residenze diverse: si paga l’Imu?

Nel caso in cui i due coniugi abbiano la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso Comune, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile.

Viceversa, se ciascuno dei due coniugi (o delle parti dell’unione civile) è proprietario di una casa in cui ha residenza anagrafica e dimora abitualmente e queste sono ubicate in Comuni diversi, entrambi possono fruire, ciascuno per la propria abitazione, delle agevolazioni per l’abitazione principale.

Casa in affitto: chi paga l’Imu e la Tasi?

Nel caso di appartamento in affitto a un inquilino, tocca al proprietario versare interamente l’Imu e la Tasi (prima del 2016, la Tasi veniva divisa tra il proprietario e l’affittuario in base a percentuali fissate dal Comune variabili tra il 70 e il 90% a carico del padrone di casa). Se l’appartamento però non viene adibito ad abitazione principale, l’affittuario non gode di questa particolare esenzione, per cui dovrà ugualmente versare la Tasi secondo le percentuali indicate dal Comune (tra il 10 e il 30% a carico dell’inquilino, e tra il 90 e il 70% a carico del locatore).

È possibile avere uno sconto sulla Tasi?

La disciplina statale della Tasi va coordinata con le norme locali. Ogni Comune può prevedere delle riduzioni ed esenzioni per la Tasi nelle seguenti ipotesi:

  • abitazioni con unico occupante;
  • abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
  • locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di 6 mesi all’anno, all’estero;
  • fabbricati rurali ad uso abitativo.

Per sapere chi può godere dell’agevolazione bisogna chiamare l’ufficio tributi del Comune.

Si pagano Imu e Tasi sulla seconda casa?

Chi possiede una seconda casa oltre a quella principale adibita a residenza e dimora abituale deve sempre pagare l’Imu. L’Imu dunque è obbligatorio per la seconda casa.

Riguardo alla Tasi, il Comune ha margini di discrezionalità per abolire la tassa o ridurla, stabilendo agevolazioni se l’abitazione ha un unico occupante, se viene utilizzata solo per uso stagionale o in modo discontinuo per brevi periodi, per chi vive per più di sei mesi all’estero e nel caso di fabbricati rurali a uso abitativo.

Casa in comproprietà: chi deve pagare l’Imu e la Tasi?

Veniamo all’ipotesi di una casa cointestata a due o più persone (succede spesso in caso di successione ereditaria o di coniugi). Come funziona la divisione e il pagamento delle tasse sulla casa? Ogni proprietario deve pagare la propria quota di Imu e di Tasi. Ad esempio, su una casa in comproprietà al 50%, i titolari pagheranno ciascuno metà dell’imposta; invece nel caso di divisione per quote differenti ciascuno deve versare le imposte in base alla propria quota di proprietà.

L’Imu si calcola proporzionalmente alla quota e ai mesi di possesso dell’immobile (il mese si considera intero se il possesso è durato più di 15 giorni). Per la Tasi vale lo stesso principio con una differenza: in caso di comproprietà dell’abitazione, l’imposta può essere interamente versata anche da un solo comproprietario.

Se il proprietario della casa è in casa di cura paga le tasse sulla casa?

Qualora il proprietario della casa sia ricoverato in una casa di cura dove ha fissato la propria residenza deve ugualmente pagare l’Imu e la Tasi sulla casa vuota? La risposta dipende dal Comune. Infatti l’amministrazione locale può considerare la vecchia abitazione ancora come quella principale ed escluderla dalla tassazione. Ma ciò a patto che non venga data in affitto. Anche in questo caso è necessario recarsi all’ufficio tributi del Comune per maggiori informazioni.

Sulla casa assegnata all’ex coniuge chi paga l’Imu e la Tasi?

Se la casa, di proprietà del marito, viene assegnata alla moglie dopo la separazione e/o il divorzio, è quest’ultima che deve pagare l’Imu. Difatti il pagamento dell’Imu spetta a chi rimane nell’immobile, indipendentemente dal fatto che sia o meno il proprietario. Tuttavia, la moglie godrà dell’esenzione Imu in quanto si tratta dell’abitazione principale e pertanto non dovrà versare nulla. In buona sostanza, in caso di immobile assegnato all’ex coniuge, l’Imu non è dovuto da entrambi i soggetti.

Invece la Tasi va ripartita tra proprietario e occupante secondo le percentuali fissate dal Comune: le percentuali a carico dell’occupante possono variare tra il 10 e il 30%.

Casa prestata al figlio: chi paga la Tasi?

Immaginiamo un’ipotesi molto ricorrente nelle famiglie: il padre dà in prestito la propria casa al figlio perché vi vada a vivere da solo o con la famiglia. Si verifica una ipotesi di «comodato».La TASI è dovuta dal proprietario e dal parente comodatario (se quest’ultimo non la utilizza come abitazione principale). Tuttavia, in presenza in caso di parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale è dovuta solo dal proprietario nella misura del 50% della sua quota (variabile dal 70% al 90%). Inoltre,  il contratto di comodato deve essere registrato (3); il comodante deve risiedere e dimorare abitualmente nel comune in cui si trova l’immobile concesso in comodato; deve infine possedere un solo immobile ad uso abitativo (non di lusso) in Italia e, eventualmente, un altro immobile (non di lusso) adibito a propria abitazione principale, nel medesimo comune.