domenica 5 novembre 2017

Mutui, quale sarà l'effetto delle decisioni di Draghi sui tassi?


Notizie immobiliari|Luigi Dell'Olio (collaboratore di idealista news)

 

Donald Trump ha scelto di cambiare la guida della Fed, sostituendo dal febbraio prossimo Janet Yellen (erano 40 anni che un governatore non veniva mandato a casa dopo un solo mandato quadriennale) con Jerome Powell, che già siede nel board della banca centrale americana. La Bank of England è tornata ad alzare il tasso ufficiale dopo dieci anni, portandolo da 0,25% a 0,50%, con la comunicazione al mercato che altre strette potranno arrivare nei mesi a venire. In tutto ciò spicca l’atteggiamento della Bce, con Mario Draghi che invece resta fermo nella politica dei tassi a zero, offrendo un’ulteriore spinta a chi sottoscrive un finanziamento per l’acquisto di un immobile.

Finanziamenti a basso costo

“La decisione di prorogare fino a settembre 2018 il quantitave easing - con acquisti di titoli di stato pari a 30 miliardi di euro al mese - ha preso in contropiede alcuni osservatori che prevedevano una riduzione più rapida della spinta monetaria al sistema economico europeo”, commenta Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it. “Questa decisione ha come effetto di ritardare di qualche mese l’aumento del costo del denaro in Europa, permettendo quindi alle banche di mantenere per un periodo più esteso un’offerta di mutui a tassi ridotti e molto competitivi”. Infatti, le mosse di Draghi si aggiungono al rinnovato interesse degli istituti di credito per il business dei mutui (che ha tassi di sofferenze ridotti rispetto alle altre tipologie di prestiti), che sta portando a una prolungata battaglia sui prezzi. Anche perché con il prodotto mutuo spesso le banche riescono a conquistare un cliente, al quale poi possono proporre altri prodotti della casa, soprattutto quelli in grado di offrire margini più elevati ai conti aziendali.

Euribor negativo

“Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, gli analisti di mercato si attendono a questo punto un Euribor negativo (il parametro di base per la misurazione del tasso variabile, ndr) per tutta la durata del quantitative easing e alcuni pronosticano un ritorno al segno positivo non prima di fine 2019 inizio 2020”, aggiunge Rossini. Con riferimento ai mutui a tasso fisso - che si basano sull’indice IRS determinato dall’andamento delle previsioni sui tassi per i prossimi 20 - 30 anni – “le migliori offerte continueranno la dinamica in atto di rialzo progressivo, anche se a questo punto a ritmi più contenuti rispetto a quanto atteso prima della recente comunicazione della Bce”.

Cosa attendersi

Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it, offre una visione di quello che possono attendersi coloro che hanno in mente di accedere a un finanziamento per l’acquisto della casa. “I futures sull’Euribor ipotizzano una risalita dell’indice solo a partire dalla metà del 2018, ma con un ritmo molto graduale”. Questo significa che anche i mutui a tasso variabile non sono attesi a strappi verso l’alto. “Attualmente l’Euribor è tra -0,30% e –0,37% e i futures vedono un ritorno allo zero solo verso la fine del 2019”, aggiunge l’esperto. “Per rivedere livelli intorno all’1%, invece, si dovrebbe attendere il 2022”. A conti fatti questo significa che la scelta del tasso variabile dovrebbe rimanere sensibilmente più conveniente del fisso ancora per diverso tempo. Così, può essere il caso di scegliere questa opzione, ferma restando la possibilità di surrogare il contratto dopo qualche anno, se davvero la situazione dei tassi ufficiali portasse troppo in alto la rata dei mutui. Senza dimenticare che il sistema adottato dalle banche italiane (detto “alla francese”), la maggior parte degli interessi si paga nei primi anni.

È il momento di comprare

Buone notizie quindi per chi è interessato all’acquisto di una casa nei prossimi anni. Considerando le durate dai vent’anni in su, le più richieste per i mutui, i migliori tassi fissi segnalati da Mutuionline.it si attestano al di sotto del 2%, e i tassi variabili più convenienti si trovano tra 0,60% e 0,80%. “Si potrà godere ancora per diverso tempo dello scenario favorevole che si è concretizzato in questi ultimi due anni, con tassi sui mutui vicini ai minimi storici”, ricorda Anedda. Che invita a considerare anche un altro aspetto: “I prezzi delle case sono in calo” e ormai il trend ribassista si va esaurendo, considerando che in qualche piazza (a cominciare da Milano) ci sono i primi segnali di ritorno alla crescita.