domenica 17 dicembre 2017

Legge Stabilità 2018 e bonus casa



Cosa ne sarà del bonus ristrutturazione, bonus risparmio energetico e bonus mobili nel 2018? Ci saranno ancora? E se ci saranno, i limiti e le percentuali di detrazione resteranno invariati? Ecco cosa prevede la Legge di Stabilità 2018, approvata dal Senato e ora in seconda lettura alla Camera.

Per quanto riguarda il bonus ristrutturazioni la notizia è positiva, nel senso che verrà prorogata nel 2018 l’attuale formulazione della detrazione, ossia un limite massimo di 96.000 euro con la percentuale del 50%; pertanto tutti gli interventi in oggetto (le manutenzioni straordinarie, le ristrutturazioni, gli interventi di restauro e risanamento, gli interventi atti a prevenire il compimento di atti illeciti) sono confermati. Di conseguenza, la riduzione alla percentuale del 36% con limite di 48.000 euro sarà posticipata all’anno 2019.


In merito al bonus per il risparmio energetico, la notizia non è propriamente positiva, in quanto dal 2018 alcuni interventi saranno oggetto di una riduzione della percentuale di detrazione: sostituzione di infissi, schermature solari, impianti di climatizzazione invernale tramite caldaie a condensazione e a biomassa saranno interventi la cui detrazione scenderà al 50%. Invariato al 65% il bonus per pannelli solari per l’acqua calda, pompe di calore, cappotti termici e altri interventi sull’involucro edilizio.

Novità che pare data già come definitiva è la detrazione per il cd. “bonus verde”, ossia la sistemazione dei giardini privati; tale detrazione era stata inserita in un primo momento nella scorsa Legge di Stabilità 2017, per poi essere definitivamente esclusa. Tale nuova detrazione è prevista per un limite massimo di 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare con la percentuale del 36% e riguarda la cura, la ristrutturazione e l’irrigazione dei giardini e del verde privato: terrazzi e giardini, anche condominiali, coperture a verde (ossia i giardini posti sopra il tetto dell’abitazione) e giardini pensili. Inoltre, tra le spese detraibili non solo i lavori, ma anche la progettazione e la manutenzione. Sono esclusi i lavori di recupero di giardini pubblici e storici. I pagamenti, come per le detrazioni per la ristrutturazione e l’efficienza energetica, dovranno essere fatti con bonifici parlanti e la detrazione verrà ripartita in dieci quote annuali. Si ritiene che sarà possibile applicare anche quanto indicato nella circolare n. 43/E relativa al pagamento effettuato senza l’utilizzo dei bonifici specifici per le detrazioni fiscali.

Il bonus mobili, relativo all’acquisto del mobilio nuovo per l’immobile ristrutturato, verrà confermato con gli attuali limiti e importi detraibili; probabilmente verrà inserito, come limite di accesso, il riferimento alla data di inizio dei lavori che, come ora previsto per il bonus mobili applicato nell’anno d’imposta 2017, devono decorrere dalla data del 1° gennaio 2016.

Confermati anche, come già previsto nella legge di stabilità 2017, gli incentivi del 70% e del 75% per i condomini fino a tutto il 2021.

Mercato immobiliare, le compravendite rallentano, brutto segno?


mercato immobiliare







    Mercato immobiliare, le compravendite rallentano, brutto segno?

    Dopo la lunghissima crisi del mattone italiana, che è cominciata tardi ed è finita pure molto dopo quella del resto d’Europa, era stato un primo segnale di ripresa. E’ l’indice delle compravendite immobiliari, che erano cominciate a crescere quando ancora i prezzi scendevano. Ed avevano anticipato la fine del calo dei valori, che però, ricordiamolo, rimangono oggi tra i più bassi d’Europa se confrontati con quelli degli anni del boom del mattone.

    Nel 2016 anno su anno la crescita delle compravendite aveva toccato anche il 20%, in linea con la ripresa dell’economia dopo i crolli soprattutto del 2012.

    Dopo è successo qualcosa, nonostante l’aumento continui, questo è certamente più flebile. Nel 2017 nel primo e secondo trimestre è stato solo del 4,4%, del 2,7% considerando solamente il secondo trimestre.

    L’andamento a campana della ripresa è visibile molto bene nel grafico dell’ISTAT.

    mercato immobiliare

    Mercato immobiliare, è al Nord che sta avvenendo il maggiore rallentamento

    La gran parte delle compravendite sono per abitazioni a uso abitativo, e sono queste quelle che appaiono crescere meno.

    Osserviamo i dati destagionalizzati, ovvero considerando i trimestri a parità di giorni lavorativi e festività. Tra il primo e il secondo trimestre del 2017 il progresso è stato solo del 1,4%. E, fatto degno di nota, è stato più alto al Sud che al Nord, +3,2%, contro un +0,6% al Nord Ovest e un 0,8% al Nord Est.

    Al Nord va meglio la compravendita a uso economico a dimostrazione di un’economia che tira. +4,2% al Nordovest.

    Cosa significano questi dati? L’economia non è in rallentamento. E certo il settore immobiliare non ha raggiunto neanche lontanamente il livello del 2008.

    Una ipotesi è che sia in atto un cambiamento strutturale. Come già avviene in Europa si preferisce l’affitto, vista al maggiore mobilità. E contemporaneamente cala il bacino di possibili compratori, le giovani famiglie sono di meno, come i matrimoni, come le nascite.

    Se sono meno i nuclei familiari in formazione, ma crescono i single, che però preferiscono l’affitto, allora ecco che questi numeri non ci stupiscono più di tanto.

    mercato immobiliare

    sabato 16 dicembre 2017

    IMU TASI per immobili inagibili o inabitabili


    e agevolazioni previste quando l’immobile è inagibile o inabitabile: come ottenere lo status e come richiedere lo sconto IMU-TASI.


    Ancora pochi giorni per pagare il saldo IMU TASI 2017, i termini scadono il 18 dicembre cadendo il 16 di sabato. Ricordiamo brevemente che, per il calcolo della seconda rata, è necessario applicare le nuove aliquote 2017 se deliberate nei tempi di legge, o quelle 2016 in alternativa, quindi sottrarre quanto già versato in fase di acconto a giugno.

    Per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati è prevista una riduzione IMU e TASI del 50% applicabile limitatamente al periodo dell’anno durante il quale sussistono tali condizioni, sulla base di quanto disposto dalla delibera ID n. 45/2017 del 27/03/2017, vigente a fini regolamentari che ha approvato le aliquote IMU per l’anno 2017.

    È tuttavia sempre consigliabile consultare anche le delibere comunali contenenti le regole per tali fabbricati.

    Procedura

    Per far attribuire all’immobile lo status di inagibilità o inabitabilità ed effettivo non utilizzo è necessario che sussistano le seguenti condizioni:

    • l’inagibilità o inabitabilità deve consistere in un degrado fisico sopravvenuto (fabbricato diroccato, pericolante, fatiscente e simile) o di una obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica, non superabile con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria (art. 3, lettere a) e b), D.P.R. 06 giugno 2001, n° 380), bensì con interventi di restauro e risanamento conservativo e/o di ristrutturazione edilizia (art. 3, lettere c) e d), D.P.R. 06 giugno 2001, n° 380), ed ai sensi del vigente regolamento urbanistico edilizio comunale;
    • l’immobile non deve essere utilizzato, neanche per usi difformi rispetto alla destinazione originaria e/o autorizzata.

    Per accertare l’effettiva inagibilità o inabitabilità dell’immobile è necessaria la perizia a carico del proprietario eseguita su indicazione dell’ufficio tecnico comunale una volta ricevuta la domanda di sgravio.

    In alternativa, il contribuente può presentare una dichiarazione sostitutiva ai sensi del Decreto del presidente della Repubblica n. 445/2000 con la possibilità del personale tecnico dell’Ufficio di accertare la sussistenza dei requisiti attraverso sopralluogo, previa autorizzazione da parte del proprietario.

    In assenza di questa procedura non è possibile fruire del beneficio, applicabile a partire dalla data in cui si inoltra al Comune domanda di esenzione con perizia o auto-dichiarazione. Se l’Ufficio riscontra invece la non sussistenza delle condizioni che danno diritto allo sconto IMU TASI,  deve emettere un provvedimento di diniego che attesti il mancato riconoscimento del diritto all’agevolazione e conseguente conguaglio fiscale.

    Applicazione

    Nel caso in cui sussistano i requisiti, dunque, l’agevolazione scatta dalla data di presentazione della dichiarazione sostitutiva, valida anche per le annualità successive, finché permangono le condizioni di inabitabilità o inagibilità ed effettivo non utilizzo.

    In caso di variazioni è obbligatorio presentare apposita dichiarazione IMU, secondo le scadenze previste dalla normativa vigente.

    Imu e Tasi 2017 comodato d'uso: come ottenere la riduzione

    Gtres 


    Ormai siamo agli sgoccioli: lunedì 18 dicembre è l'ultimo giorno in cui i proprietari di seconde case e di abitazioni di lusso potranno versare la seconda rata di Imu e Tasi per il 2017.  Gli immobili concessi in comodato d'uso gratuito possono usufruire di uno sconto del 50% sulla base imponibile, sempre e quando si rispettino determinate condizioni.

    Riduzione Imu comodato condizioni

    La legge di Stabilità 2016 e la circolare n.1/DF del 17 febbraio 2016 , hanno definito i requisiti e i campi di applicazione della riduzione del 50% della base imponibile di Imu e Tasi.

    • può essere utilizzato dai proprietari di un solo imobile oppure di 2 immobili nello stesso comune uno dei quali deve essere necessariamente adibito ad abitazione principale. L'immobile o i due immobili devono essere ubicati nello stesso comune dove il proprietario ha la residenza e la dimora abituale.
    • per "immobile" è inteso un immobile ad uso abitativo
    • si considerano anche le pertinenze secondo i limiti previsti per l'abitazione principale (massimo tre pertinenze, una per ogni categoria catastale c2, c6 e c7)
    • il possesso di un'altra tipologia, come un terreno agricolo, un'area edificabile o un capannone non esclude la possibilità di usufruire della riduzione del 50%, purché gli immobili ad uso abitativo siano massimo 2, situati entrambi nel comune di residenza del proprietario e uno risulti essere la sua abitazione principale.
    • la riduzione si applica anche agli immobili storici, quindi nel caso di un immobile storico dato in comodato d'uso gratuito la base imponibile sarebbe ridotta al 25%.
    • il comodato si applica solo tra figli e genitori, non è valido tra parenti al di là del primo grado
    • Sono esclusi i comodati per le abitazioni di lusso (categorie catastali a1, a 8 e a9)
    • per beneficiare della riduzione della base imponibile, il propietario deve attestare il possesso dei requisiti al comune tramite apposita dichiarazione
    • il contratto di comodato deve essere necessariamente registato presso l'Agenzia delle Entrate. Non vale nessuna scrittura privata. Per ottenere l'agevolazione non vale la data della registrazione, ma la data della stipula dello stesso.

    Tasi per case concesse in comodato gratuito 2017

    Come specificato dal Mef, poiché la base imponibile della Tasi è la stessa dell'Imu, la riduzione vale anche ai fini Tasi. Per quanto riguarda la Tasi, il proprietario verserà l'imposta con riduzione del 50% in base alla quota di ripartizione prevista dal Comune (dal 70% al 90%) mentre il comodatario con pagherà la Tasi perché per lui l'immobile è abitazione principale.

    martedì 12 dicembre 2017

    Quanto costa un mutuo



    Comprare casa: i costi del mutuo, le spese di istruttoria, perizia e quelle per il notaio.

    Nel quantificare i costi del mutuo per l’acquisto di una casa, occorre considerare, oltre al tasso di interesse, tanti alti elementi. Vediamo quali [1].

    Imposte e agevolazioni fiscali mutuo

    Se il mutuo è concesso da una banca, il cliente paga un’imposta pari al 2% dell’ammontare complessivo, o allo 0,25% nel caso di mutuo per acquisto della “prima casa”. L’imposta è trattenuta direttamente dalla banca, per cui la somma che il cliente riceve è inferiore all’importo concesso. Ci possono poi essere altre imposte legate all’iscrizione dell’ipoteca o ad altri adempimenti.

    Gli interessi pagati per un mutuo ipotecario per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione principale sono detraibili dall’Irpef.

    Altri costi mutuo

    Al tasso di interesse e alle imposte vanno aggiunti:

    • le spese di istruttoria, che possono consistere sia in un importo fisso sia in una percentuale calcolata sull’ammontare del finanziamento;
    • le spese di perizia, che possono essere richieste per la valutazione dell’immobile da ipotecare;
    • le spese notarili per il contratto di mutuo e l’iscrizione dell’ipoteca nei registri immobiliari;
    • il costo del premio di assicurazione a copertura di danni sull’immobile ed eventualmente dei rischi legati a eventi relativi alla vita del cliente che potrebbero impedirgli di rimborsare il prestito. Se l’intermediario chiede di stipulare un’assicurazione sulla vita che esso stesso offre, deve sottoporre al cliente almeno altri due preventivi di due differenti società assicurative non collegate all’intermediario stesso. È importante fare attenzione ai costi della polizza: quella proposta dall’intermediario potrebbe essere più costosa di altre offerte sul mercato. Se il cliente sceglie una polizza diversa da quelle offerte dall’intermediario, questi non può comunque modificare le condizioni della sua offerta di mutuo se la polizza assicurativa presentata dal cliente offre un livello di protezione equivalente a quella proposta dall’intermediario;
    • gli interessi di mora, se si paga la rata in ritardo. In genere comportano una maggiorazione percentuale rispetto al tasso pattuito per il finanziamento e decorrono dal giorno della scadenza fino al pagamento della rata;
    • la commissione annua di gestione della pratica, le spese per l’incasso della rata (l’elenco completo delle spese è nel Foglio contenente le Informazioni generali).

    Qualora si decida di ricorrere a un mediatore creditizio, è importante informarsi prima sul compenso richiesto, che potrebbe essere alto.

    Piano di ammortamento mutuo

    Il piano di ammortamento è il progetto di restituzione del debito. Esso stabilisce l’importo erogato, l’ammontare delle singole rate, la data entro la quale tutto il debito deve essere pagato, la periodicità delle singole rate (mese, trimestre, semestre), i criteri per determinare l’ammontare di ogni rata e il debito residuo. La rata è composta da due elementi:

    • quota capitale, cioè l’importo del finanziamento restituito;
    • quota interessi, cioè l’interesse maturato.

    Bonus prima casa e residenza, Cassazione: “Contestabile dopo 18 mesi dal rogito”



    La Suprema corte ha chiarito a partire da quando è possibile un’azione delle Entrate in caso di un mancato trasferimento di residenza. Vediamo quanto stabilito.

    Il termine triennale concesso dalla legge all’Amministrazione Finanziaria per contestare che l’acquirente di una “prima casa” abbia effettivamente stabilito la propria residenza nel Comune ove è ubicato l’immobile oggetto di acquisto agevolato decorre dalla scadenza del diciottesimo mese successivo al rogito d’acquisto e non dalla data della sua registrazione alle Entrate. A stabilirlo la Cassazione con l’ordinanza 28860 del 1° dicembre 2017.

    La decisione è scaturita cassando una sentenza della Ctr Lombardia, la quale aveva ritenuto di individuare la decorrenza del termine nel giorno di registrazione dell’atto di acquisto nel cui ambito viene richiesta l’agevolazione “prima casa”.

    Si ricorda che il beneficio fiscale consistente nell’abbattimento dell’Iva al 4% e dell’imposta di registro al 2% compete anche all’acquirente che, pur non avendo la residenza nel Comune dove si trova l’abitazione oggetto di acquisto agevolato, si impegna a trasferirla e la trasferisce in quel Comune entro 18 mesi dalla data del rogito d’acquisto. Nel caso in cui l’acquirente non residente nel Comune non trasferisca la sua residenza, la legge gli commina, oltre al recupero di una somma pari alla differenza d’imposta maggiorata dei relativi interessi, anche una sanzione pari al 30% della differenza.

    In merito al tempo a disposizione dell’Amministrazione per contestare il mancato trasferimento della residenza, il Testo unico dell’imposta di registro prescrive un termine triennale per l’esercizio, da parte del fisco, dell’azione per il recupero dell’imposta complementare, ma – proprio per il caso della decadenza da agevolazioni provocata dal comportamento del contribuente successivo alla stipula dell’atto agevolato – la legge non è chiara sulla data di decorrenza del termine triennale in questione.

    La Cassazione si è espressa sostenendo che la data di decorrenza del termine triennale parte dalla scadenza del diciottesimo mese successivo al rogito d’acquisto, per la ragione che il termine concesso dall’Amministrazione non può decorrere da una data anteriore a quella fino a cui il contribuente stesso può tenere il comportamento prescritto dalla legge per consolidare l’agevolazione richiesta in sede di rogito notarile. Una volta, quindi, che sia decorso il termine entro il quale il contribuente può tenere il comportamento prescritto dalla norma agevolativa, il termine per l’esercizio dell’azione fiscale non decorre.

    I prezzi delle case tornano a scendere: -0,3% a novembre (scopri i valori nella tua città)



    Dopo la boccata d’ossigeno del mese di ottobre, i prezzi delle case di seconda mano fanno registrare una nuova flessione a novembre, pari allo 0,3%. Più che un vero e proprio calo, si tratta di una correzione che incrementa il saldo negativo su base annua, portandolo a 4,3 punti percentuali. In valore assoluto i prezzi solo calati dai 1.904 euro di media dello scorso anno agli attuali 1.823 euro al metro quadro.

    Regioni

    La maggior parte delle regioni rimane in trend negativo, con contrazioni più significative in Liguria (-1,6%) e Lombardia (-1%), nel resto delle aree le variazioni restano sotto la soglia dell’1 per cento. Otto le regioni in trend positivo con i rimbalzi di maggior rilievo in Basilicata (3%), Piemonte (1,5%) e Veneto (1%). Stabile la Campania rispetto al mese di ottobre.

    La Liguria resta la macroarea più cara, con una media di 2.593 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.462 euro/m2) e Valle d’Aosta (2.444 euro/m2). Nonostante una leggera flessione, anche Trentino Alto Adige e Toscana conservano valori sopra i 2mila euro al metro quadro. All’opposto del ranking, le regioni più economiche sono Calabria (906 euro/m2), Molise (986 euro/m2) e Sicilia (1.141 euro/m2).

    Province

    Anche il quadro provinciale è dominato dal segno meno, con oltre la metà delle aree - 60 su 105 province rilevate in questo report - in calo. I ribassi più decisi a Crotone (-8,2%), Benevento (-6,7%) e Agrigento (-5,5%), mentre, all’opposto, le punte maggiori del mese si rilevano nelle province di Matera (6,6%), Trieste (4,3%) e Gorizia (4,2%).

    Il ranking delle province più care vede primeggiare Savona (3.260 euro/m2) su Bolzano (3.141 euro/m2) e Imperia (2.744 euro/m2), mentre, nella parte bassa della scala dei valori immobiliari, stazionano Biella (650 euro/m2), Isernia e Caltanissetta entrambe con 801 euro al metro quadro.

    Grandi città e capoluoghi

    Tra i mercati cittadini c’è una leggera prevalenza di centri in segno positivo (53), su quelli in trend negativo (50). I centri di grandi e medie dimensioni si distinguono per una maggiore compattezza intorno ai valori mediani, mentre i piccoli centri sono soggetti a variazioni più ampie come testimoniano le performance negative di Crotone (-9,7%), Benevento (-8,6%) e Belluno (-5,8%) da un lato, e quelle positive di Chieti (7,6%) e Carbonia (5,8%) dall’altro.

    All’insegna di una maggiore stabilità grandi mercati e capoluoghi di regione, come testimoniano le variazioni contenute di Napoli (-0,7%) e Roma (-0,4%) da un lato e Firenze e Bari dall’altra entrambe con un incremento dello 0,3%. Prezzi invariati a Bologna, a 2.678 euro al metro quadro.

    Nella graduatoria dei prezzi, Venezia (4.362 euro/m²) è sempre la città più cara d’Italia, davanti a Firenze (3.398 euro/m²) e Bolzano (3.384 euro/m²). Nella parte bassa del ranking stilato dal centro studi idealista c’è sempre Biella, fanalino di coda con i suoi 727 euro al metro quadro, davanti a Caltanissetta (766 euro/m²) e Alessandria (845 euro/m²).

    Città con i cali maggiori dei prezzi delle casevariazione mensile novembre 2017

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    Fonte: idealistaCondividi