domenica 30 marzo 2014

Riforma condominio: tutte le novità nel decreto “Destinazione Italia”

 

Al via la mini riforma del condominio con la  legge di conversione del decreto Destinazione Italia, il D.L.  n. 145/2013, che ha modificato alcune disposizioni contenute nella legge n. 220/2012 che ha riformato la disciplina del condominio negli edifici, entrata in vigore il 15 giugno 2013. Ecco tutte le novità.

Lavori di contenimento del consumo energetico - La prima misura riguarda la maggioranza assembleare per l’approvazione dei lavori per il contenimento del consumo energetico. In particolare nella conversione in legge del decreto n. 145/2013, si è stabilito che per decidere l’adozione di misure e lavori tesi al contenimento del consumo energetico negli edifici condominiali occorre  la maggioranza degli intervenuti alla riunione, che rappresenti almeno la metà dei millesimi del valore dell’edificio.

Fondo speciali lavori manutenzione e innovazione – Viene poi costituito un fondo speciale per i lavori di manutenzione straordinaria e per le innovazioni. A tal proposito la legge n. 220 del 2012 aveva modificato l’articolo 1135, comma 4 del codice civile, prevedendo che per l’avvio dei lavori di manutenzione straordinaria o di innovazioni, i condomini, riuniti in assemblea, dovevano provvedere alla costituzione di un fondo speciale di importo parti all’ammontare dei lavori. Ora con la legge di conversione del decreto “Destinazione Italia” viene previsto che il fondo sia costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti dai condomini, sempre che i lavori di manutenzione e innovazione sull’edificio siano eseguiti in base a un contratto che preveda il pagamento graduale in relazione allo stato di avanzamento dei lavori stessi.

Anagrafe condominiale – L’altra novità riguarda l’anagrafe condominiale ossia quel registro che ogni amministratore di condominio deve tenere ed aggiornare, comprendendovi le informazioni sulle condizioni di sicurezza degli edifici. In tal caso si precisa che l’amministratore condominiale non è responsabile delle condizioni di sicurezza degli impianti delle unità immobiliari di proprietà esclusiva, ma solo delle parti comuni dell’edificio.

Formazione amministratori - In tema di amministratori, poi, si modificano le disposizioni riguardanti l’attività di formazione, attendendo in tal caso l’emanazione di un Regolamento da parte del Ministero della Giustizia sui requisiti necessari per esercitare l’attività di formazione degli amministratori di condominio nonché i criteri, i contenuti e le modalità di svolgimento dei corsi della formazione iniziale e periodica.

Infrazioni regolamento - Infine vengono introdotte modifiche anche alle disposizioni del Codice civile relativo alle infrazioni al regolamento di condominio. Se finora si prevedeva che le infrazioni al regolamento di condominio comportassero il pagamento di una somma fino ad euro 200 e, in caso di recidiva, fino ad euro 800, la legge di conversione del decreto “Destinazione Italia” ha previsto che la sanzione debba essere irrogata solo con apposita delibera dell’assemblea condominiale, da approvarsi con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti ed almeno la metà del valore dell’edificio.

L'articolo Riforma condominio: tutte le novità nel decreto “Destinazione Italia” sembra essere il primo su Cose di Casa.

Camini e stufe. Per scaldare e arredare

 

Con i modelli del passato i nuovi camini hanno in comune il fatto di essere elementi d’arredo in grado di rendere gli ambienti intimi e accoglienti, anche a fronte di un design moderno e spesso essenziale. Il focolare, che può essere considerato il cuore del camino, in cui avviene la combustione della legna (o un suo derivato) è invece diventato un prodotto altamente tecnologico. E non solo per la potenza termica e il rendimento che oggi sono spesso molto elevati. I maggiori produttori hanno perfezionato sistemi per il controllo e l’ottimizzazione della combustione e per la drastica riduzione di emissioni nocive nell’atmosfera. Inoltre le dispersioni termiche sono minori ed è possibile riscaldare in modo omogeneo più ambienti della casa.

Focolare: due tipologie

Aperto
Possono essere in ghisa, pronti per l’installazione, o in materiali refrattari, forniti in kit da assemblare in opera. Spesso insufficienti per il riscaldamento di ambienti molto ampi, sono indicati invece in alcuni casi per cucinare.
Chiuso
Funzionano solo a sportello chiuso, offrendo rendimenti nettamente superiori. La quantità controllata di aria e l’aggiunta di sfiatatoi fanno sì che il combustibile bruci in modo pulito ed efficiente, massimizzando il calore e diminuendo il consumo di legna.

Non solo nuove installazioni

Se si possiede un vecchio camino malfunzionante si può sostituirlo con un inserto: già dimensionato, va solo inserito nel vano e collegato alla canna fumaria.

L’estetica
Se il focolare è la parte interna, l’aspetto esteriore del camino è costituito dal rivestimento.
• I due elementi sono indipendenti, quindi la scelta dell’uno e dell’altro sarà basata su diverse esigenze: per esempio di prestazioni riscaldanti per il primo, di tipo estetico per il secondo.
• Tipiche dei camini sono le cosiddette “cornici”, così chiamate perché, applicate a installazione conclusa, contornano e caratterizzano il focolare che è stato inserito nel vano a parete.
• Tra i materiali più utilizzati, marmo, pietra naturale e maioliche fatte a mano, per interni in stile tradizionale; acciaio verniciato per ambienti d’impronta contemporanea. Oppure ancora, passepartout sottilissimi ed essenziali.

Per uno o più ambienti

Prima di acquistare un camino, occorre avere presente l’utilizzo che se ne vorrà fare: decorativo, per cucinare o per riscaldare uno o più ambienti. In quest’ultimo caso, il tecnico impiantista deve calcolare il fabbisogno termico dell’abitazione, in base al quale verrà scelto un focolare con potenza termica adeguata. Per esempio, per scaldare 150-200 mc, servirà una potenza di 5-8 kW. Determinanti sono il volume complessivo da riscaldare, il grado di isolamento dell’edificio, la sua esposizione e la zona climatica. In particolare, per riscaldare più locali si può ricorrere a focolari chiusi dotati di sistemi di canalizzazioni ad aria calda. Opportunamente coibentate, diffondono in modo uniforme il calore che fuoriesce da bocchette presenti nelle singole stanze. Nei modelli più innovativi è presente una centralina elettronica che regola in modo preciso la diffusione del calore tra i vari ambienti in cui l’aria viene canalizzata.

I modelli ad acqua

Il focolare a legna o a pellet è un vero e proprio generatore di calore che, oltre a riscaldare, può anche produrre acqua calda. Per questo serve però un prodotto particolare, il termocamino ad acqua. l Tramite la combustione della legna o del pellet questo apparecchio produce l’acqua calda necessaria ad alimentare i caloriferi e/o i pannelli radianti di tutta la casa, proprio come una caldaia tradizionale a gas. In più, può essere collegato a impianti di riscaldamento esistenti, anche in associazione a pannelli solari. Una soluzione adottabile in abitazioni di ampie metrature, anche disposte su più livelli, purché la potenza sia idonea. l Per la produzione di acqua calda sanitaria, quando si sceglie un termocamino si può fare installare un serbatoio d’accumulo, dove immagazzinare l’acqua a una temperatura elevata e dalla quale l’impianto idrico-sanitario attinge al bisogno

A parete o al centro

Il primo tipo di collocazione è il più frequente. Di facile esecuzione è il raccordo con la canna fumaria, che si trova in genere all’interno o a ridosso del muro cui viene appoggiato. A centro stanza vengono invece inseriti i focolari bifacciali o passanti. La posa in opera va effettuata solo da professionisti in grado di rilasciare, alla fine dei lavori, la certificazione di conformità alla normativa (Uni 10683). La canna fumaria è fondamentale per il funzionamento e la sicurezza del camino, in quanto elemento deputato allo smaltimento dei fumi di combustione. Ogni camino deve essere collegato a un proprio condotto che possa scaricare i fumi nel punto più alto dell’edificio. A uso esclusivo devono essere anche la presa d’aria esterna e il comignolo. I raccordi alla canna fumaria possono avere un’inclinazione massima di 45°, in modo da agevolare l’evacuazione dei fumi.

È indicato anche per la sostituzione di camini esistenti l’inserto a legna in acciaio verniciato ad alto rendimento, con potenza termica massima di 12 kW; misura L 60 x P 40,3 x H 48,2 cm e, Iva esclusa, costa 1.190 euro Tommy di L’Artistico www.lartistico.com

È indicato anche per la sostituzione di camini esistenti l’inserto Tommy di L’Artistico a legna in acciaio verniciato ad alto rendimento, con potenza termica massima di 12 kW; misura L 60 x P 40,3 x H 48,2 cm e, Iva esclusa, prezzo 1.190 euro. www.lartistico.com

 Il caminetto a legna con rivestimento in maiolica fatta a mano può riscaldare un volume di 210-360 mc, ha potenza termica nominale di 12,5 kW e misura L 160 x P 26 x H 138 cm; prezzo da rivenditore. York di Piazzetta  www.piazzetta.it

Il caminetto a legna York di Piazzetta con rivestimento in maiolica fatta a mano può riscaldare un volume di 210-360 mc, ha potenza termica nominale di 12,5 kW e misura L 160 x P 26 x H 138 cm; prezzo da rivenditore. www.piazzetta.it

Esiste anche in versione canalizzata il termocamino con potenza di 12,3 kW e rendimento dell’83%; misura L 94,5 x P 49 x H 58,3 cm; escluso rivestimento, costa 3.350 euro Forma 95 DX/SX/ Wood di Mcz ] www.mcz.it

Esiste anche in versione canalizzata il termocamino Forma 95 DX/SX/Wood di Mcz con potenza di 12,3 kW e rendimento dell’83%; misura L 94,5 x P 49 x H 58,3 cm; escluso rivestimento, prezzo 3.350 euro. www.mcz.it

L’inserto a pellet canalizzato ha un rendimento superiore all’87% e misura L 70 x P 59,1 x H 53,7 cm; prezzo da rivenditore. Box RC 1000 di Ravelli www.ravelligroup.it

L’inserto a pellet Box RC 1000 di Ravelli canalizzato ha un rendimento superiore all’87% e misura L 70 x P 59,1 x H 53,7 cm; prezzo da rivenditore. www.ravelligroup.it

È adattabile a qualunque focolare il rivestimento in marmo di Carrara bianco anticato e pietra Medea fiammata; misura L 197 x P 88 x H 132 cm e costa 2.758,80 euro San Diego di Palazzetti www.palazzetti.it

È adattabile a qualunque focolare il rivestimento San Diego di Palazzetti in marmo di Carrara bianco anticato e pietra Medea fiammata; misura L 197 x P 88 x H 132 cm; prezzo 2.758,80 euro. www.palazzetti.it

Ha una potenza di 3,3-9,5 kW l’inserto a pellet canalizzabile che misura L 54,6 x P 66,7 x H 49,5 cm; costa 2.550 euro Insert Line 490 di Thermorossi www.thermorossi.com

Ha una potenza di 3,3-9,5 kW l’inserto a pellet canalizzabile Insert Line 490 di Thermorossi che misura L 54,6 x P 66,7 x H 49,5 cm; prezzo 2.550 euro. www.thermorossi.com

Adatto per focolari a legna, il rivestimento è in marmo wengé, acciaio verniciato  e stonelite bianca; misura L 122 x P 85 x H 94 cm; prezzo da rivenditore. Life di Edilkamin www.edilkamin.com

Adatto per focolari a legna, il rivestimento Life di Edilkamin è in marmo wengé, acciaio verniciato e stonelite bianca; misura L 122 x P 85 x H 94 cm; prezzo da rivenditore. www.edilkamin.com

Con frontale in acciaio, l’inserto a pellet offre un rendimento fino al 91% ed è disponibile in due misure, con potenza da 16 e 22 kW; prezzo da rivenditore. Perseo di CT Pasqualicchio ] www.ctpasqualicchio.it

Con frontale in acciaio, l’inserto a pellet Perseo di CT Pasqualicchio offre un rendimento fino al 91% ed è disponibile in due misure, con potenza da 16 e 22 kW; prezzo da rivenditore. www.ctpasqualicchio.it

Il portalegna come elemento d’arredo l camino ad angolo  è valorizzato dal rivestimento in marmo giallo d’Istria e silva oro spazzolato. Lo spazio tra  le due spalle in marmo wengé spazzolato e trattato è utilizzato per riporre la legna. ν Rivestimento Brenta  di La Nordica-Extraflame www.lanordica-extraflame.com

Con portalegna come elemento d’arredo, il camino ad angolo è valorizzato dal rivestimento Brenta di La Nordica-Extraflame in marmo giallo d’Istria e silva oro spazzolato. Lo spazio tra le due spalle in marmo wengé spazzolato e trattato è utilizzato per riporre la legna. www.lanordica-extraflame.com

90+10 mq per una casa che sfrutta bene gli spazi

Il trilocale ha una superficie recuperata dal sottotetto, che è diventato un’abitazione luminosa e funzionale, ampliata da un nuovo soppalco riservato alla zona studio. Completamente

Dagli elementi strutturali alla disposizione delle aree funzionali e alle soluzioni d’arredo: caratteristica principale dell’appartamento è quella di lasciare tutto a vista. Soprattutto nella zona giorno che, aperta e molto luminosa, occupa l’ambiente più grande della casa. ● Protagonista degli interni – ricavati dal recupero di un sottotetto in precedenza non abitabile – è la struttura in legno della copertura, mantenuta del suo colore naturale e presente in ogni ambiente. ● La casa ha nel suo insieme un’ispirazione contemporanea, definita da mobili e complementi di linea semplice ed essenziale; con una prevalenza di finiture lucide e riflettenti che enfatizzano l’illuminazione naturale facendo sembrare gli spazi più ampi.casa-cannella-fiorentini-soggiorno
  • Nell’open space della zona giorno, con esposizione su due lati, tutte le funzioni sono collegate tra loro ma allo stesso tempo ben individuate: questo grazie a una studiata organizzazione razionale degli spazi. L’area conversazione, arredata con un grande divano angolare rivestito in lino grigio perla, ha alle spalle la cucina: diventano elementi di parziale separazione sia la penisola con la zona cottura sia il volume cilindrico della cappa d’arredo, sospeso al centro dell’ambiente.
casa-cannella-fiorentini-cucina-lavabo
  • Nella cucina a vista sul living, gli elementi della composizione – disposti a U – circoscrivono lo spazio operativo rispetto al resto dell’ambiente. Lungo la parete, per seguire l’altezza digradante del tetto sprecando meno spazio possibile, sono stati utilizzati moduli di produzione a cui si sono aggiunti alcuni elementi su misura. La cucina è arredata con una composizione su tre lati che prevede un blocco lineare lungo la parete e una grande penisola con forma a elle che integra le zone lavaggio e cottura; sopra il top, un inserto rettangolare in Corian è utilizzato come tagliere. • Programma cucina: Euromobil • Frigorifero: Liebherr • Forni e piani cottura: Whirlpool • Rubinetto: Newform • Cappa: Falmec
 
Attrezzare le rientranze
Ripiani al posto giusto
Due soluzioni, una d’arredo e una architettonica, hanno consentito di ricavare spazi in più per i libri, utilizzando al meglio le profondità disponibili senza perdere neppure un centimetro.
Una libreria in cucina...
La parete sotto lo spiovente del tetto è arredata in base alle variazioni di altezza. Nella composizione in linea, il triangolo che rimane libero sopra il frigorifero e i due moduli a colonna è stato riempito con un elemento formato da ripiani: su misura, è fissato alla parete laterale e poggia anche sul mobile sottostante.
…e due in soggiorno
Sotto il soppalco, tra il muro portante e il pilastro c’è una nicchia ottenuta tamponando lo spazio fra due spallette con un tramezzo spesso solo 8 cm. Profonda circa 35 cm e illuminata da un faretto a braccio flessibile, questa è stata utilizzata per inserire due librerie gemelle, formate da ripiani con profondità variabili.
casa-cannella-fiorentini-zona-pranzo
  • La zona da pranzo occupa un angolo molto luminoso del living in corrispondenza della portafinestra che dà accesso al terrazzo. Tavolo rettangolare e sedie hanno una struttura dalle linee sottili, che ne alleggerisce l’impatto visivo. Il pavimento è rivestito con grandi lastre di gres porcellanato (formato 60×60 cm), con finitura lucida che imita l’effetto del vetro colorato. • Tavolo e sedie: Baron e Eau di Calligaris
casa-cannella-fiorentini-libreria-scale
  • L’altezza della zona di colmo del tetto ha consentito di ricavare un’area studio sopraelevata affacciata sul soggiorno con una balconata in metallo. Il soppalco è illuminato da un lucernario presente sulla falda inclinata.

Struttura in muratura
Nella fascia centrale dell’appartamento è stata realizzata una zona sopraelevata di circa 10 mq, attraversata dal pilastro che sostiene la copertura del tetto. La struttura portante del soppalco è formata da travi metalliche fissate alle murature perimetrali e al muro di spina al centro della pianta. Il piano di calpestio – per ridurre gli spessori e avere quindi, sia sopra sia sotto, l’altezza minima richiesta dalla normativa – è stato realizzato in lamiera grecata; riempita poi con una gettata di calcestruzzo.

disegno-casa-cannella


Come è fatta la scala
La rampa, con andamento a U, si sviluppa intorno alla colonna centrale in muratura che chiude il sottoscala e scherma una parte della salita. Nello spessore di questo volume pieno è stata “scavata” una nicchia, utile come piano d’appoggio. I gradini della scala hanno alzate e pedate rivestite in gres porcellanato come il pavimento. Il parapetto, in acciaio satinato, è protetto nella parte inferiore da una lastra in vetro temperato antisfondamento.
casa-cannella-fiorentini-vista1
  • Le travi e l’assito che formano la nuova struttura del tetto sono in lamellare di abete. Questo materiale, molto adatto per realizzare elementi strutturali, ha i pregi estetici del massello uniti a una resistenza superiore. La zona studio, che occupa lo spazio lungo e stretto del soppalco, è arredata con una libreria a giorno che, appoggiata alla parete, sfrutta l’altezza ridotta sotto lo spiovente del tetto. Disposta sul lato corto, la postazione con la scrivania può usufruire al meglio dell’illuminazione naturale proveniente dal lucernario che si apre sulla falda inclinata. Il pavimento è rivestito in gres porcellanato, come nel resto della casa.
Lamellare: che cosa è?
Si tratta di un materiale composito a base di legno naturale: è ottenuto tramite un processo tecnologico che prevede l’incollaggio a pressione di sottili assicelle (o “lamelle”) di legno massello. È possibile così produrre industrialmente elementi delle dimensioni volute che hanno un ottimo rapporto tra peso e resistenza meccanica. Tra le proprietà del lamellare ci sono anche il buon isolamento termico e la resistenza al fuoco.
casa-cannella-fiorentini-letto-travi
  • Nella zona notte la camera matrimoniale prende luce da un’apertura ad abbaino. Questa tipologia di finestra è molto spesso presente nei sottotetti: per realizzarla si rialza leggermente la falda in corrispondenza del serramento. L’altezza elevata del sottofinestra, circa 140 cm, è stata sfruttata per inserire una cassettiera.
Due soluzioni funzionali per i bagni
casa-cannella-fiorentini-bagno
  • La controparete dietro la vasca Alta circa 90 cm, la struttura in muratura permette di distanziare la vasca dalla parete sotto lo spiovente del tetto e di recuperare così un po’ di altezza. La controparete consente inoltre l’installazione delle condutture idrauliche e viene utilizzata nella parte superiore come mensola.
casa-cannella-fiorentini-bagno2
  • Un muretto  per la lavanderia Per realizzare una sorta di nicchia in cui inserire la lavatrice, e schermare così la zona lavanderia rispetto a quella dei sanitari, è stato realizzato un setto in muratura. Alto circa 100 cm e profondo 10, è utilizzabile nella parte superiore come piano d’appoggio per gli accessori del bucato.
Il progetto
L’appartamento all’ultimo piano, con superficie di circa 90 mq, è stato distribuito internamente tenendo come punti fermi il pilastro e il muro portante preesistenti, al centro della pianta, che non potevano essere modificati. L’ingresso si apre sull’open space che integra living, tavolo da pranzo e cucina a vista. A sinistra della porta d’entrata, accanto alla scala, un passaggio introduce il disimpegno della zona notte che rimane così nettamente divisa. Quest’ultima prevede due camere, quella matrimoniale e la stanza dei ragazzi, e due bagni adiacenti. Nella fascia centrale dell’abitazione è stato costruito un piccolo soppalco con superficie di circa 10 mq: affacciato sul soggiorno sottostante, diventa uno spazio in più utilizzato come studio.
Primo piano
casa-cannella-pianta
Soppalco
soppalco-casa-cannella
1 Ingresso – 2 Living – 3 Cucina – 4 Zona pranzo - 5 Terrazzo – 6 Scala – 7 Camera matrimoniale – 8 Camera – 9 Bagno – 10 Zona studio
Progetto: arch. Stefania Sartori sartori.stefania@gmail.com
Foto: Cristina Fiorentini

Domotica: un preventivo per una casa di 100 mq

Una casa domotica è una casa automatizzata, garantendo a chi vi abita sicurezza e risparmio sui consumi energetici. Ma quanto può costare prevedere un impianto domotico? Ecco un esempio per una casa di 100 mq.

La casa domotica viene spesso definita “intelligente” in quanto è in grado di modificare la configurazione dei suoi apparati in funzione di variabili interne ed esterne. I fattori che incidono sui costi per la realizzazione di un impianto domotico sono: opere murarie, grandezza dell’abitazione, numero e complessità dei sistemi da controllare.
In caso di nuova costruzione o in ristrutturazione, è possibile utilizzare collegamenti fisici dedicati, che comportano un innalzamento del prezzo delle opere, ma anche dei vantaggi, poiché i lavori murari si pagano una volta sola. Più costose saranno, al contrario, le opere per realizzare un sistema domotico che comporti interventi successivi. Queste si annullano o quasi, installando dispositivi wireless, che si collegano con la centralina senza fili. Influenti sono poi tipo e quantità di dispositivi. In pratica, più complesso sarà l’impianto domotico, maggiori saranno gli oneri. Da preventivare: i costi di installazione variano anche in base ad altri fattori: dimensione del prodotto (per esempio tende da sole), configurazione dell’impianto elettrico presente, interventi per portare elettricità ai motori e, in alcuni casi, il piano in cui si trova l’abitazione e la difficoltà di montaggio.
IL PREVENTIVO: dotazioni impiantistiche e domotiche per un appartamento di 100 mq
gewiss-esploso-bitazionepreventivo-domotica
Totale: 9.037,79 euro

10 bagni da sogno che tutti vorremmo nelle nostre case

 

bagni_da_sogno4

Chi di noi non ha mai sognato almeno una volta una casa con un bagno grande, accogliente in cui potersi rilassare la sera dopo una lunga giornata e che la mattina rendesse più facile e piacevole il risveglio? Ecco 10 soluzioni per bagni da sogno: grandi, accoglienti e funzionali, dai colori perfetti e materiali pregiati. [...]

 

10 bagni da sogno che tutti vorremmo nelle nostre case
Casa.it
Thu, 13 Mar 2014 11:47:16 GMT

Rimborso IMU: richiesta dai Comuni entro maggio

 

È il decreto Mininterno 20 febbraio 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio scorso, ad aver adottato il certificato che i comuni devono trasmettere entro il 30 maggio 2014, per chiedere il rimborso degli oneri per interessi per l’attivazione delle maggiori anticipazioni di tesoreria conseguiti all’abolizione della seconda rata dell’anno 2013 dell’imposta municipale propria.

Per la validità della comunicazione, i Comuni, entro il termine perentorio, a pena di decadenza, delle ore 14 del 30 maggio 2014, sono tenuti infatti a trasmettere la certificazione esclusivamente con modalità telematica, insieme alla sottoscrizione, mediante apposizione di firma digitale, del segretario comunale e del responsabile del servizio finanziario, al fine di ottenere il rimborso erariale degli oneri per interessi.

Ai fini del rimborso, altra forma di invio rispetto a quella telematica (per esempio, cartacea) non verrà presa in considerazione.

Una richiesta di rimborso questa che deriva dall’abolizione della seconda rata IMU prevista dal D.L.n. 133/2013 convertito in legge 29 gennaio 2014 n. 5. In particolare si è previsto con tale decreto l’abolizione in via definitiva della seconda rata IMU per l’anno 2013 per le unità immobiliari adibite ad abitazione principale, escluse quelle classificate nelle categorie catastale A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville), A/9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici) e al tempo stesso è stato confermato il pagamento, scaduto lo scorso 24 gennaio 2014, della cosiddetta mini Imu, una quota dell’imposta municipale propria, pari al 40%, dell’eventuale differenza tra l’importo risultante dall’applicazione dell’aliquota di base e della detrazione decisa dal Comune per il periodo di imposta 2013.

Comprare casa. Impianti a norma e certificazione energetica. Secondo step

 

Come muoversi per l‘acquisto di un appartamento? Una volta visitata la casa che si vuole comprare, è importante conoscere lo stato di salute degli impianti, a cominciare da quello elettrico. Se, ad esempio, un vecchio appartamento è sprovvisto dell’impianto di messa a terra, qualsiasi dispersione elettrica potrebbe provocare seri danni alle persone. Meglio non correre rischi e accertarsi fin da subito che tutto sia a norma, sicuro e affidabile. Nel decreto ministeriale 37/2008 è specificato come gli impianti, realizzati dopo il 27 marzo 2008, debbano essere dotati della “Certificazione di conformità”, un documento rilasciato dalla ditta installatrice, che prova come l’impianto sia stato costruito rispettando le normative vigenti. La certificazione riguarda numerose tipologie di sistemi: elettrici, protezione dalle scariche atmosferiche, automazione di porte e cancelli, radiotelevisivi, riscaldamento, condizionamento e climatizzazione, idrosanitari, gas, sollevamento e protezione antincendio. Fra le altre cose, nel documento sono contenuti i dati del responsabile tecnico dell’impresa, del proprietario dell’immobile e i materiali impiegati. Per gli impianti più vecchi, vale a dire costruiti prima del marzo 2008, è sufficiente la cosiddetta “Certificazione di rispondenza”, compilata da un professionista iscritto all’albo professionale, con cinque anni di esperienza nel settore impiantistico.
Per quanto riguarda possibili vincoli, è bene chiarire che chi vende un appartamento non è obbligato ad allegare la Certificazione di conformità, ma l’eventuale mancanza deve essere specificata nell’atto di compravendita. Sarà il nuovo proprietario, in un secondo momento, a richiedere il documento, obbligatorio per ottenere dal Comune il Certificato di agibilità: una casa con un impianto fuori norma non può essere abitata.

Un documento che, invece, il proprietario deve obbligatoriamente presentare insieme all’atto di compravendita è l’Attestazione di prestazione energetica (Ape). Solo di recente il Governo ha fatto chiarezza sull’eventuale assenza del certificato che, pur non annullando il rogito, comporta una sanzione pecuniaria che può arrivare fino a 18 mila euro. Ci sono inoltre Regioni dove, per via di norme locali sul rilascio dell’attestato, senza Ape non è possibile concludere la pratica di acquisto. L’Ape è una sorta di “carta d’identità energetica” dell’immobile, mentre l’Ipe (Indice di prestazione energetica) rivela quanto consuma l’appartamento. Anche se molti acquirenti continuano a tralasciare questi dati, è consigliabile valutarli con attenzione. Una casa che consuma poco, magari puntando su fonti di energia rinnovabile, è un investimento che nel tempo può rivelarsi conveniente.

Arriva la prima casa in classe A+

 

L’innovazione e il progresso del settore immobiliare passa (anche) attraverso il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo di progetti ecosostenibili e, per quanto possibile, ad impatto zero. Per questo accogliamo come una buonissima notizia la realizzazione della prima casa in classe energetica A+: sita a Genova, permetterà di avere acqua calda e riscaldamento praticamente a costo zero.

L’immobile in questione è la residenza ‘Le Pietre Rosa‘, che si trova nel quartiere di Albaro: alla base vi è una tecnologia assolutamente innovativa che permetterà all’intero edificio, formato da otto appartamenti, di sommare i benefici del fotovoltaico a quelli dell’energia geotermica, passando attraverso una protezione “passiva” dell’edificio grazie alla tecnica della “parete ventilata”.

Ma come è possibile tutto ciò? I benefici del geotermico sono assicurati grazie a ben nove sonde che, poste ad una profondità di 150 metri, permettono di catturare – e quindi sfruttare – la temperatura del sottosuolo, tanto in estate quanto in inverno. Non ci sarà nessuna caldaia e nessun camino, perché non è necessaria alcuna combustione, da cui consegue l’assenza di emissioni e la riduzione a zero di agenti inquinanti.  L’energia elettrica, invece, è prodotta da pannelli fotovoltaici posti sulla facciata dell’edificio. Non mancano, ovviamente, una serie di strumenti volti ad evitare la dispersione del calore o del fresco, come i serramenti realizzati in pvc con il triplo vetro.

A presentare il progetto, il presidente di  Ance Genova Federico Garaventa e l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria Renzo Guccinelli. L’idea di fondo, ovviamente, è che questo sia solo la prima di una lunga serie di iniziative di edilizia sostenibile da sviluppare in futuro.

martedì 25 marzo 2014

plafond casa, come funzionano i mutui agevolati di banca sella e degli altri istituti

 

Banca Sella - MutuiSupermarket: Il Plafond Casa ABI - Cassa Depositi e Prestiti - I Migliori Mutui

banca sella, insieme ad unicredit e credito valtellinese, è uno degli istituti di credito medio-grandi che hanno aderito al plafond casa, l'accordo tra abi e cassa depositi e prestiti per l'erogazione di due miliardi di mutui agevolati. in questa puntata de i vostri soldi, guido bertolini di mutuisupermarket.it e la responsabile dell'erogazione del credito di banca sella, spiegano come funzionano le offerte e come fare per usufruirne

plafond casa, come funzionano i mutui agevolati di banca sella e degli altri istituti
team
Thu, 20 Mar 2014 09:53:44 GMT

tutto pronto per il nuovo catasto, parte la riforma

 

la tanto attesa riforma del catasto, contenuta nella delega fiscale che ha ottenuto a fine febbraio 2014 l'approvazione definitiva della camera, è pronta a partire. a comunicarlo il direttore dell'agenzia delle entrate attilio befera che, in audizione in commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, ha detto: "abbiamo già costituito un gruppo di lavoro in itinere della legge delega che sta dando i primissimi risultati" 

befera ha anche sottolineato che l'avvio dei lavori sulla riforma del catasto, con il passaggio dai vani ai metri quadri, mostra come il processo di integrazione dell'agenzia del territorio nell'agenzia delle entrate sia ormai già avviato. ma andiamo a vedere cosa prevede la riforma del catasto, per la cui completa attuazione ci vorranno cinque anni

- sarà introdotto un nuovo sistema di classificazione in cui l'unità di misura non sarà più il vano (la stanza), ma la superficie espressa in metri quadri

- il valore patrimoniale sarà calcolato grazie ad un algoritmo (che andrà moltiplicato per i metri quadrati della casa). il punto di partenza sarà il valore di mercato al metro quadrato, rilevato molto probabilmente sui valori omi dell'agenzia delle entrate, e si consideranno una serie di coefficienti in base alle caratteristiche dell'immobile (anno di costruzione, manutenzione, scale, esposizione, affaccio, riscaldameto centrale o autonomo)

- la rendita catastale partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato, da cui si ridurranno le spese per la manutenzione straordinaria, gli adeguamenti o l'amministrazione. il valore si moltiplicherà per la superficie, ottenendo così il valore della nuova rendita

- i contribuenti potranno chiedere la rettifica delle nuove rendite, con obbligo di risposta, entro 60 giorni

imposte comunali, ecco perché il 2014 potrebbe essere un anno complicato

 

il fantasma dell'ingorgo fiscale pesa su tasi, imu e tari - le tre imposte che fanno parte della iuc - e il 2014 rischia di trasformarsi in un anno molto complicato e costoso. all'orizzonte è già in vista un nuovo rinvio al 31 luglio dei termini entro cui i comuni devono fissare aliquote per la iuc e chiudere i bilanci preventivi, facendo di fatto slittare all'autunno la stabilizzazione definitiva del settore tasse sugli immobili

innanzitutto nella nuova iuc c'è il problema relativo alle aliquote tasi che i comuni possono elevare per la prima casa dall'1 per mille fino al 2,5 per mille, ma senza detrazioni fisse come avveniva con la vecchia imu. il rischio è che, scomparsa l'imu sull'abitazione principale, si finisca per pagare di più di quanto versato nel 2012 con l'imu

un fatto a cui si è cercato di rimediare con l'accordo trovato dai sindaci e dal governo letta, ora ereditato dal governo renzi nel salva-roma ter. si tratta di un accordo che prevede una "super-tasi", ovvero un'aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille che può portare al 3,3 per mille sulla prima casa o all'11,4 per mille (imu + tasi) sugli altri immobili, con possibili detrazioni per le abitazioni principali che producano "effetti equivalenti alla vecchia imu". ma su cosa ciò significhi esattamente c'è ancora poca chiarezza

c'è poi la questione delle "case di pregio", ovvero di quegli immobili che hanno un valore catastale alto, ma non rientrano fra i 74mila immobili "di lusso" per i quali si paga ancora l'imu. su queste case la tasi sarà più leggera dell'imu, perché le detrazioni fisse della vecchia imposta avevano poco effetto sui valori catastali alti mentre il nuovo tributo prevede aliquote di riferimento più basse

ecco poi il problema che pesa sugli immobili diversi dall'abitazione principale, per i quali la tasi si aggiunge all'imu. e se con la legge di stabilità c'era un tetto massimo alla somma delle due imposte, con la "super-tasi" lo 0,8 per mille aggiuntivo è in deroga a tutti i limiti e quindi può far raggiungere all'aliquota complessiva lo 11,4 per mille

c'è poi il rebus rifiuti. ovvero non è ancora chiaro chi dovrà pagare la tari, il nuovo tributo sui rifiuti, e quanto. e poi ci sono le addizionali irpef, che hanno finito per gonfiarsi in seguito al continuo mettere mano sulla finanza locale. nel 2013 l'irpef comunale ha raccolto 3,9 miliardi, con un aumento del 20,6% rispetto al 2012; nel 2014, per effetto delle decisioni del 2013, il conto salirà oltre i 4,5 miliardi di euro e nuovi incrementi di aliquote possono essere decisi quest'anno

Tasi, per le famiglie numerose più cara dell’imu

 

tasi_2014


La Tasi
, la nuova tassa sulla casa relativa ai servizi indivisibili , per alcune famiglie si potrebbe rivelarsi più gravosa dell’IMU. A fare i conti è il Codacons che sottolinea come la nuova tassa, in assenza di detrazioni, possa tradursi in una stangata per le famiglie meno agiate che hanno case di minor valore e per quelle più numerose.

Anche in assenza di innalzamento dell’aliquota – dal 2,5 al 3,3 per mille – tutte le famiglie con una rendita catastale inferiore a 793 euro pagheranno di più. In presenza di un figlio la soglia sale a 992 euro. Con due figli si sale a 1190 euro. Le differenze non sono da poco.

Facendo i conti, calcolatrice alla mano, il Codacons dimostra inoltre che chi ha una rendita catastale di 400 euro pagava, di Imu, senza figli, 69 euro. Di Tasi ora ne pagherà 168, ossia 99 euro in più. Differenza che sale a 168 in presenza di 2 figli. Con rendita da 500 euro l’aggravio nel passaggio da Imu a Tasi va da 74, senza figli, a 174, con due figli. Il Codacons fa presente che queste differenze sono con aliquota al 2,5 per mille. Salendo al 3,3 per mille la stangata salirebbe ulteriormente.

Irpef prima casa, i chiarimenti per chi ha pagato, o non ha pagato, l'Imu nel 2013.

 

Irpef prima casa, i chiarimenti per chi ha pagato, o non ha pagato, l'Imu nel 2013.

Con il provvedimento 34411 del 10 marzo 2014, l'Agenzia delle Entrate ha approvato alcune modifiche al modello 730/2014 per la dichiarazione dei redditi 2014: chi ha pagato la cosiddetta mini-Imu a gennaio sulle prime abitazioni non dovrà versare Irpef e addizionali per il relativo immobile.

iStock 000000451625XSmallIn sede di dichiarazione dei redditi non pagheranno Irpef e addizionali le prime abitazioni che hanno versato la mini-Imu a gennaio. Le istruzioni arrivano dall'Agenzia delle Entrate che, con il provvedimento 34411 del 10 marzo 2014, ha chiarito le diverse casistiche riguardanti i proprietari di immobili che non hanno pagato l'Imu sulla prima casa nel 2013, effettuando il conguaglio in un'unica soluzione a gennaio 2014 durante il cosiddetto venerdì nero.

Ecco nel dettaglio i punti che sono stati chiariti:

  • Imu non pagata: il reddito delle prime abitazioni e relative pertinenze che hanno usufruito dell'abolizione Imu 2013 senza dover versare la mini-Imu concorre alla formazione dell'imponibile ai fini Irpef, godendo però di una deduzione pari al totale della rendita catastale.
  • Imu pagata: gli immobili di lusso (categoria A1, A8 e A9) che hanno dovuto pagare l'Imu benchè risultanti come prima abitazione, non devono pagare l'Irpef in sede di dichiarazione dei redditi, pertanto non beneficiano neppure della relativa deduzione.
  • Mini-Imu pagata: gli immobili soggetti alla mini-Imu di gennaio non pagano né Irpef né addizionali e dunque, non concorrendo all'imponibile, non godono neppure delle relative deduzioni.

Nel 730/2014 sarà necessario indicare il codice 2 nella colonna 12 del quadro B (redditi da fabbricati) dedicata ai casi particolari Imu. Alla voce Imu dovuta per il 2013 è necessario riportare anche l'importo della mini-Imu.

mercoledì 19 marzo 2014

Inquilino, buon padre di famiglia.

 

Inquilino, buon padre di famiglia.

Secondo l'art. 1587 del Codice Civile, l'inquilino al momento della consegna delle chiavi diventa il custode dell'immobile che dovrà conservare con la diligenza del buon padre di famiglia. Ma cosa si nasconde dietro a quest'espressione e qual è il suo significato giuridico oggi?

iStock 000003508633SmallChi ha studiato il diritto romano sa che questa formula fu introdotta per valutare il comportamento di una persona in determinati casi di giudizio. Già nel periodo classico, il bonus, prudens et diligens pater familias era individuato dai giuristi quale soggetto libero e responsabile, capace di amministrare accuratamente i propri affari e consapevole dell'importanza della propria posizione e delle proprie azioni. Il concetto fu poi elevato a modello normativo di condotta, e in questa accezione è giunto fino a noi. La giurisprudenza moderna indica nel buon padre di famiglia l'uomo medio, e nell'art. 1176 c.c. il legislatore precisa che la diligenza richiesta altro non è che l'impiego delle energie e dei mezzi utili alla realizzazione di un determinato fine, considerata sia come indice dell'abilità tecnica richiesta per adempiere esattamente alla prestazione, sia come criterio di responsabilità, nel senso dello sforzo che il debitore deve sostenere per evitare l'inadempimento o l'inesattezza della prestazione.

Tradotto nel linguaggio degli affitti, chi deve "prendere in consegna la cosa e osservare la diligenza del buon padre di famiglia" altri non è che l'inquilino, e quella che segue è espressione del dovere di custodire e conservare il bene locato al fine di restituirlo al proprietario nei termini convenuti. Quest'ultima disposizione non esaurisce le obbligazioni del conduttore, che vengono chiarite agli artt. 1576, 1588 e 1590 del Codice Civile.

  • L'art. 1576 ci dice che il locatore deve eseguire, durante la locazione, tutte le riparazioni necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione che sono a carico del conduttore. In partica, si tratta delle riparazioni dipendenti da deterioramenti prodotti dall'uso. Sono a carico del conduttore, salvo diverso patto delle parti, anche le spese di conservazione e di ordinaria manutenzione dei beni mobili dirette a mantenere la cosa nello stato necessario per permettere il normale godimento locativo.
  • L'art. 1588 dispone che il conduttore risponda della perdita e del deterioramento della cosa che avvengono nel corso della locazione, anche se derivanti da incendio, qualora non provi che siano accaduti per causa a lui non imputabile. In questo caso l'indicazione dell'incendio è puramente esemplificativa, ed è usata ad indicare genericamente eventi che causano un danno, come potrebbero essere anche la scoppio di una bombola a gas e il furto. La responsabilità viene meno se il conduttore dimostra che l'avvenimento che ha determinato la perdita o il deterioramento del bene, si è verificato per un fatto naturale, come può essere ad esempio un fulmine, o per fatti del tutto estranei al suo comportamento. L'inquilino è pure responsabile della perdita e del deterioramento causati da persone, che siano familiari, subconduttori, ospiti, che egli ha ammesse, anche temporaneamente, all'uso o al godimento della cosa.
  • Infine l'art. 1590 stabilisce che il conduttore restituisca l'immobile al locatore nello stesso stato in cui l'ha ricevuto, in conformità della descrizione che ne sia stata fatta dalle parti, salvo il deterioramento o il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto. In mancanza di descrizione, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in buono stato di manutenzione. Il conduttore non risponde del perimento o del deterioramento dovuti a usura: ad esempio non è tenuto a sostituire il rivestimento delle pareti se ingiallito o a lucidare i pavimenti. Le cose mobili si devono restituire nel luogo dove sono state consegnate.

Tasi più cara dell'Imu per prime e seconde case.

 

Tasi più cara dell'Imu per prime e seconde case.

Il Ministero dell'Economia dell'allora governo Letta si era preoccupato di ribadirlo in ogni occasione: la Tasi non sarebbe stata più gravosa dell'Imu. Eppure Federconsumatori lancia l'allarme: l'importo medio pagato dalle famiglie nel 2014 sarà di 1.425 euro, 106 euro in più rispetto all'Imu 2013.

iStock 000009981320MediumOltre cinque milioni di famiglie rischiano di rimpiangere l'Imu sulla prima casa: secondo l'ultima ricerca effettuata da Creef-Federconsumatori, la Tasi sui servizi indivisibili non solo si prospetta come una vera e propria simil-Imu, ma probabilmente sarà addirittura più cara rispetto all'imposta pagata nel 2012-2013. Le incognite a dire la verità sono molte, e tutte in mano ai Comuni: spetta a loro, infatti, decidere se e quanto scaricare del possibile aumento dell'aliquota 0,8 per mille sulle prime case piuttosto che sulle seconde, e spetta sempre ai Comuni stabilire quali detrazioni applicare, mentre per l'Imu erano previste a livello di legge agevolazioni sulla prima casa pari a 200 euro più 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore ai 26 anni.

Se i Comuni scaricheranno metà dell'aliquota maggiorata sulle prime case, facendola quindi salire al 2,9 per mille, queste pagheranno una media di 284,78 euro comprensivi di un'ipotetica detrazione di 100 euro, contro i 281 euro dell'Imu 2012. Nel caso in cui i Comuni lascino l'aliquota per le prime case al 2,5 per mille, l'importo medio da pagare sarà di 231,71 euro, con un risparmio di 50 euro rispetto al 2012 per una famiglia di tre persone, una casa A2 di 100 metri quadri e l'ipotetica detrazione di 100 euro.

Il rischio maggiore riguarda tuttavia le seconde case: la maggior parte dei municipi potrebbe decidere di finanziare le detrazioni aumentando le aliquote sulle seconde abitazioni e portandole fino all'11,4%, una punta che, secondo la ricerca di Creef-Federconsumatori, sarà raggiunta in ben 52 dei 105 capoluoghi italiani. Ipotizzando un aumento dello 0,8 per mille nelle 105 città capoluogo si avrà un aumento medio di 106,15 euro rispetto a quanto pagato per l'Imu 2013 e di 125 euro rispetto all'IMU 2012. L'importo medio complessivo della Tasi 2014 per la seconda casa, considerando un immobile in categoria A2, di 100 metri quadri, con un nucleo familiare di 3 persone, si attesterebbe così a 1425,13 euro.

Per Federconsumatori la Tasi sulle seconde case supererà i 2 mila euro nelle dieci città più care, toccando quota 4.005 euro a Roma, 3.204 euro a Torino e 2.789 euro a Bologna, Milano. Nelle dieci meno care, il valore rimane invece al di sotto dei 900 euro; fra queste Avellino, Lucca, Ascoli Piceno ed Enna.

domenica 16 marzo 2014

Il balcone si può ampliare?

 

Ampliare il balcone è possibile? Ce lo ha chiesto il nostro lettore Antonio D. che abita all’ultimo piano di un condominio di 4 piani e che vuole ingrandire il suo balcone che affaccia sul cortile. 

Risponde l’architetto Marco Zuttioni MODOURBANO Architettura – www.modourbano.it

L’ampliamento del balcone di un condominio viene considerato, come da regolamentazione del nostro Ordinamento Giuridico negli artt. 1102 e 1120 del Codice Civile, quale lavoro alle parti comuni dell’edificio e può essere svolto qualora non crei problemi alla “sicurezza e alla stabilità dell’edificio”, non vi sia “alterazione del decoro architettonico” con conseguente deprezzamento del valore economico dello stabile e nel caso in cui “le opere non rendano inservibile talune parti all’uso o al godimento anche di un solo condomino”.

Alla luce di ciò la prassi per la realizzazione deve prevedere la richiesta al proprio Comune, attraverso un tecnico abilitato, di un idoneo titolo edilizio, Permesso di Costruire o DIA/CIA/SCIA; il progetto dovrà essere conforme alla normativa nazionale e al Regolamento Edilizio locale per evitare che il nuovo intervento non pregiudichi il cosiddetto “decoro architettonico” dell’immobile in tutta la sua interezza. Per quanto riguarda la sicurezza e stabilità dell’edificio si ricorrerà ad un tecnico specialistico che provvederà alla consegna del progetto strutturale all’ufficio apposito.

La richiesta del titolo edilizio da parte del proprietario di un appartamento sul quale devono essere eseguiti i lavori dovrà inoltre essere corredata dell’autorizzazione dell’assemblea del condominio tutte le volte in cui, come nel caso di ampliamento di un balcone, le opere incidano sulle parti comuni dell’edificio condominiale (nella specie, sulla facciata dell’edificio). Anche se l’autorizzazione viene emessa a maggioranza dall’assemblea condominiale, il singolo condomino può appellarsi ai concetti di “inservibile all’uso e al godimento” e di “sensibile menomazione dell’utilità”. Sulla base di questi argomenti, infatti, può appellarsi ciascun condomino che ritenga in qualche modo di subire un danno dai lavori realizzati o in realizzazione. Singolarmente, quindi, ci si può opporre all’opera se si è in grado di documentare che essa arrechi un grave pregiudizio come la menomazione di aria e/o luce per il proprio alloggio.

Inoltre a conclusione dei lavori, se approvati e realizzati, sarà necessario un nuovo accatastamento dell’immobile con il susseguente ricalcolo delle tabelle millesimali dell’intero condominio in quanto le nuove superfici terrazzate andranno a modificare le proporzioni di proprietà dell’intero fabbricato.

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

Ambienti contemporanei per una casa di taglio tradizionale

 

Più contemporaneo e funzionale, l’appartamento ristrutturato ha ora spazi aperti e collegamenti resi fluidi dagli interventi progettuali. Senza però rinunciare alle divisioni e senza radicali modifiche. Per raggiungere l’obiettivo è bastato per esempio eliminare la parete che separava l’ingresso dal soggiorno, e utilizzare in modo mirato le superfici trasparenti per rendere i passaggi più permeabili. Nel complesso, gli interni risultano alleggeriti rispetto all’impianto di partenza. E questo grazie anche alla scelta di finiture chiare e di mobili e complementi sobri, dal design essenziale ma molto riconoscibile; l’insieme è impreziosito da alcuni pezzi d’epoca di famiglia.

casa-pesaro-fiorentini-soggiorno

  • Nel living due grandi aperture illuminano le aree funzionali del soggiorno e del pranzo che si susseguono senza soluzione di continuità. Le scelte d’arredo dell’open space uniscono, in un riuscito effetto, le linee classiche del divano e delle sedute metà ’800, con rivestimento originale in velluto, a quelle contemporanee ed essenziali del tavolo e della libreria. A tutta altezza, quest’ultima occupa un’intera parete: il muro tinteggiato di nero sostituisce lo schienale, dando evidenza ai vani a giorno con finitura bianca. Nella zona giorno sono stati conservati i radiatori originari in ghisa. Verniciati in colore scuro, sembrano integrati nelle nicchie in cui sono contenuti, che hanno l’interno della stessa tonalità: questa soluzione nasconde parzialmente i due elementi rendendoli al contempo omogenei con il nuovo contesto. Anche l’impianto di climatizzazione è reso “invisibile”: sulla parete tra le due finestre, lo split ha infatti l’aspetto di un quadro.
    Programma libreria: Selecta di Lema • Tavolo da pranzo allungabile: Nori di Kristalia • Climatizzatore split a parete: Art Cool Gallery Inverter di LG

casa-pesaro-fiorentini-soggiorno-controsoffitto

  • L’ingresso e il percorso verso la zona notte sono definiti rispetto al living anche dalla posizione del pilastro portante. Le finiture in bianco mettono in risalto quadri e fotografie alle pareti, tutti realizzati dal proprietario. Due tipi di pavimento: quello della zona giorno è un parquet prefinito di rovere, spazzolato e verniciato opaco; per la cucina è stato invece utilizzato un rivestimento in resina semilucida. Zoccolino a incasso: nelle pareti nuove, come quella della cucina, questo elemento – nella stessa essenza del parquet – è inserito a filo del muro. Tale soluzione si realizza predisponendo l’incavo per il battiscopa in fase di costruzione della muratura. Passaggi semitrasparenti: altezza superiore allo standard e profili sottilissimi in alluminio, quasi invisibili: nella zona giorno le porte interne in vetro opalino favoriscono al massimo il passaggio della luce tra un ambiente e l’altro, garantendo allo stesso tempo una separazione visiva adeguata. • Porte vetrate: Rimadesio

Il controsoffitto luminoso

Il ribassamento in cartongesso che attraversa il passaggio tra ingresso e zona notte assume in questo contesto una valenza soprattutto estetica e architettonica. Permette infatti di riproporzionare le altezze del soffitto, di sottolineare le funzioni e di ottenere una linea morbida e sinuosa che dà continuità visiva alla zona di passaggio; per quanto riguarda l’aspetto tecnico, contiene i collegamenti elettrici che consentono l’installazione dei faretti.

Con una veletta curvata
La struttura ha un’altezza di circa 30 cm e ribassa quindi il plafone da 300 a 270 cm circa: la particolarità è il profilo curvo che la caratterizza, formando una sorta di onda che disegna nell’ambiente un’alternanza di pieni e vuoti. l Per realizzare una veletta di questo tipo occorre utilizzare profili di sostegno in acciaio zincato curvabili anziché rettilinei (come quelli normalmente impiegati nei controsoffitti) e pannelli in cartongesso ad alta flessibilità, proposti dalle principali aziende produttrici di questi materiali.

Come al planetario
La disposizione e i differenti diametri dei corpi illuminanti a led incassati nel controsoffitto riproduce le costellazioni dell’emisfero Nord. l La composizione è stata realizzata seguendo il disegno e lo schema di posa fornito dal progettista.

casa-pesaro-fiorentini-soggiorno-ingresso

  • Per la zona conversazione è stata scelta una composizione formata da moduli in laccato bianco che, distribuiti sulla parete, • Parete attrezzata modulare: Porro

casa-pesaro-fiorentini-cucina

  • La stanza che ospita la cucina è stata leggermente ampliata in profondità durante la ristrutturazione. La fascia centrale dell’ambiente, dove è sistemato il tavolo da pranzo, è evidenziata da una tinteggiatura a parete in tonalità grigio tortora. In cucina la composizione ad angolo ha le ante in laccato nero lucido, mentre top, maniglie e alzata tra le basi e i pensili sono in acciaio spazzolato antimpronta. Come in soggiorno, le sedute intorno al tavolo sono pezzi d’epoca (primo ’900), restaurati e rivisitati con una nuova finitura in bianco e nero realizzata artigianalmente. La zona operativa della cucina è attrezzata con una composizione di dimensioni compatte che si adatta a una leggera irregolarità della pianta nella zona d’angolo. Così il blocco lineare principale si completa con un altro elemento appoggiato alla parete ortogonale. Al centro dell’ambiente rimane spazio per un tavolo da pranzo con tre posti a sedere che utilizza, per l’appoggio, la porzione di muro tra la finestra e l’ingresso della lavanderia.  • Programma cucina: Veneta Cucine • Lampada a sospensione: Glo-Bal S di Flos  

Una lavanderia indipendente

pianta1-casa-pesaaroLa metratura ridotta del locale, adiacente la cucina, risulta più che sufficiente per poter disporre di uno spazio lavanderia attrezzato. Sono stati sfruttati i due lati corti, disponendo da una parte una lavatrice di dimensioni standard, di fronte un lavatoio e vani contenitori pensili.
• In questo caso l’ambiente è dotato di finestra, ma in base a quanto prescritto dalla maggior parte dei regolamenti edilizi e d’igiene dei Comuni, la lavanderia è a norma anche se priva di aperture; che sono invece richieste se lo spazio è utilizzato anche come stireria.
• Per chiudere il locale è stata scelta una porta salvaspazio a libro. Tra i vantaggi di questi modelli c’è la facilità di installazione. Non richiedono infatti spazio libero sulla parete laterale, necessario invece per le porte scorrevoli esterno muro; e non occorrono opere murarie (indispensabili invece per installare il controtelaio di uno scorrevole interno muro).

casa-pesaro-fiorentini-camera-letto

  • Su un lato della camera matrimoniale la sporgenza del box doccia in muratura, realizzato nel bagno adiacente, ritaglia un angolo all’interno della stanza. Questo è stato sfruttato al meglio con una libreria a colonna in nicchia e un armadio su misura. L’armadiatura modulare è stata concepita in modo da sfruttare al massimo anche la zona d’angolo per contenere. La continuità delle ante a tutta altezza è spezzata dall’alternanza di rivestimenti in tessuto grezzo e inserti in laccato nero che nell’insieme producono un effetto molto decorativo.

casa-pesaro-fiorentini-bagno

  • In corrispondenza del lavabo le pareti sono rivestite da listelli effetto pietra in gres porcellanato, mentre dall’altra parte del locale il muro è invece semplicemente intonacato di bianco. La particolare posa che sembra “incompiuta” forma un gradevole motivo ornamentale.

casa-pesaro-fiorentini-bagno-1

  • Nel bagno più piccolo un pannello in vetro trasparente fissato sul bordo della vasca permette di separare quest’ultima dalla zona in cui si trova il lavabo. A parità di spazio occupato e senza ridurre visivamente la profondità dell’ambiente, si può così disporre anche di un box doccia. Il bagno è stato sfruttato su tre lati inserendo la vasca/doccia, il mobile lavabo e i sanitari. Lo specchio, privo di cornice, di fronte all’ingresso del locale, ne moltiplica visivamente le dimensioni. • Lavabo e rubinetto: Oslo e Libra di Porcelanosa

casa-pesaro-fiorentini-stanza-divano

  • Una stanza versatile: la zona notte è completata da una seconda camera che, pur nelle sue dimensioni contenute, assolve più funzioni. Arredata con un divano trasformabile e con un’ampia scaffalatura per i libri, è allo stesso tempo un salotto per il relax e la lettura, uno studio e una stanza ospiti. Sopra, sono fissati al muro dei ripiani rinforzati, per una maggiore stabilità, con tiranti costituiti da cavetti in acciaio.

Il progetto: un trilocale ben diviso

In fase di ristrutturazione si è scelto di conservare l’impianto dell’abitazione, tipico degli anni ’50: cucina separata e abitabile e una netta distinzione tra l’ambiente giorno e la zona notte. Senza stravolgere la disposizione originaria degli ambienti, l’appartamento di 110 mq è stato completamente ristrutturato con modifiche mirate nella distribuzione e con il rifacimento totale di pavimentazioni, finiture e impianti tecnici. L’eliminazione del preesistente corridoio ha permesso di avere un ingresso che si apre direttamente sul soggiorno e allo stesso tempo di ampliare il locale che ospita la cucina; a quest’ultimo ambiente è annessa una piccola lavanderia. Nella zona notte, introdotta da un disimpegno, alla camera matrimoniale sono collegati il bagno a uso esclusivo e la cabina armadio; nell’altro ambiente di servizio la posizione degli elementi è stata modificata per sfruttare al meglio lo spazio di forma lunga e stretta. Sempre nella parte notte è presente una seconda stanza da letto, utilizzata anche come studio. Una balconata continua corre lungo tutto un lato dell’abitazione ed è accessibile sia dal soggiorno sia dalla camera. 

demo-e-costru--pianta-casa-pesaro

pianta-casa-pesaro-ok

1 soggiorno – 2 camera – 3 cucina – 4 bagno – 5 camera matrimoniale

Progetto: arch. Laura Pesaro, lpesaro@tiscali.it
Foto: Cristina Fiorentini

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

Detrazioni per ristrutturazione: e se cambia il possesso dell’immobile?

 

La detrazione Irpef al 50% per lavori di ristrutturazione edilizia, con la legge di stabilità 2014, legge n. 147/2013, è stata prorogata al 31 dicembre 2014, data entro cui si ha quindi la possibilità di usufruire della detrazione Irpef (50%), sempre con il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare; per le spese che saranno sostenute nel 2015 la detrazione sarà del 40%, mentre dal 1° gennaio 2016 tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.
Rimangono sempre valide però alcune regole come quella riguardante il cambio di possesso dell’immobile oggetto di interventi di ristrutturazione. Nel caso infatti in cui l’immobile, sul quale sia stato eseguito l’intervento di recupero edilizio, venisse venduto prima che sia trascorso l’intero periodo per fruire dell’agevolazione, il diritto alla detrazione Irpef al 50% delle quote non utilizzate è trasferito, salvo diverso accordo delle parti, all’acquirente dell’unità immobiliare se questi è una persona fisica.
Nel caso di trasferimento per atto tra vivi dell’immobile oggetto di interventi di ristrutturazione, risanamento e restauro, per cui si ha diritto alla detrazione Irpef al 50%, il venditore ha la possibilità di scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o trasferire il diritto all’acquirente, se persona fisica, dell’immobile. Se non ci sono indicazioni in tal senso nell’atto di compravendita, il beneficio viene automaticamente trasferito all’acquirente dell’immobile.
Nell’ipotesi di decesso dell’avente diritto, la detrazione Irpef al 50% si trasmette per intero esclusivamente all’erede che conserva la detenzione materiale e diretta dell’immobile. 
Infine nel caso di cessazione dello stato di locazione o comodato, non viene meno il diritto alla detrazione Irpef al 50% per lavori di ristrutturazione edilizia che rimane in capo all’inquilino o al comodatario che hanno eseguito gli interventi oggetto della detrazione 50%, i quali continueranno quindi a fruirne fino alla conclusione del periodo di godimento.

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

730/2014: detrazione Irpef per interessi passivi sui mutui

 

Tra le detrazioni fiscali di cui può fruire il contribuente nel modello di dichiarazione dei redditi, il 730, vi è quella riguardante gli interessi passivi sui mutui. Gli interessi passivi su mutuo contratti per l’acquisto dell’abitazione principale, infatti, danno diritto a una detrazione del 19% sul costo sostenuto e devono essere indicati nel quadro E della dichiarazione dei redditi e nei righi da E7 a E11. Chi effettua lavori di ristrutturazione o costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale può godere della detrazione Irpef al 19 per cento sugli interessi passivi e i relativi oneri accessori pagati sui mutui ipotecari.
Le condizioni da rispettare per poter fruire di tale detrazione fiscale sono:

  • il mutuo ipotecario deve essere stipulato 6 mesi prima della data di inizio dei lavori di costruzione o nei 18 mesi seguenti
  • l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale entro 1 anno dalla fine dei lavori di costruzione (la mancata destinazione ad abitazione principale dell’unità immobiliare entro la data indicata comporta la perdita del diritto alla detrazione). Per i mutui contratti prima del 1° gennaio 2001 la detrazione è ammessa a condizione che l’unità immobiliare sia stata adibita ad abitazione principale entro sei mesi dall’acquisto
  • il soggetto che avrà il possesso dell’immobile, a titolo di proprietà o di altro diritto reale, è l’unico che può stipulare il contratto di mutuo.

La detrazione al 19% dall’Irpef riguarda solo l’ammontare degli interessi passivi sull’importo del mutuo effettivamente utilizzato in ciascun anno per la costruzione o ristrutturazione dell’immobile.

Facciamo qualche precisazione

  • Per abitazione principale deve intendersi l’immobile in cui il contribuente e la sua famiglia hanno la residenza abituale. 
  • Gli interventi di ristrutturazione dell’immobile sono quelli realizzati in conformità al provvedimento comunale che autorizzi una nuova costruzione, e sono compresi anche quelli di ristrutturazione edilizia di cui all’art. 31, comma 1, lett. d), della legge 5 agosto 1978, n.457.
  • La detrazione fiscale in esame è fruibile indicandola correttamente nel modello di dichiarazione dei redditi 730. In particolare è nel Quadro E del modello in questione che troviamo i righi dedicati all’indicazione degli interessi passivi sui mutui su cui fruire della detrazione Irpef al 19%.
  • È nel rigo E7 “Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale” che devono essere indicati gli interessi passivi per mutui ipotecari contratti per l’acquisto di immobili adibiti ad abitazione principale.

730-mutui

Le detrazione spetta su un importo massimo di 4000 euro. Per calcolare la parte di interessi da detrarre si deve moltiplicare il costo di acquisizione dell’immobile per gli interessi pagati e dividere il risultato per il capitale pagato in mutuo. Gli interessi passivi detraibili saranno quelli derivanti dall’applicazione di questa formula.
Nel caso di mutuo cointestato, la detrazione spetta ad ogni cointestatario indipendentemente dalla quota di proprietà dell’immobile, poiché la detrazione spetterà in ragione della ripartizione del finanziamento. Anche nel caso di mutuo cointestato l’importo massimo su cui calcolare la detrazione è sempre 4mila euro.

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

730 e ristrutturazioni: come compilare i bonifici per la detrazione ­50%

 

Per fruire della detrazione Irpef al 50% per lavori di ristrutturazione edilizia è necessario che le spese siano pagate con bonifico bancario o postale, contenente precisi elementi. La corretta compilazione dei bonifici per pagare le spese relative ad interventi di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo è infatti una condizione necessaria per il contribuente che intenda fruire della detrazione Irpef al 50%. Tale detrazione è stata recentemente oggetto di novità con la legge di stabilità 2014, la legge n. 147 del 2013 che ha previsto in particolare la proroga al 31 dicembre 2014 con il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.

Tra gli adempimenti richiesti al contribuente che vuole fruire della detrazione Irpef al 50% rimane fermo il pagamento con bonifico bancario o postale delle spese di ristrutturazione edilizia, da cui devono risultare specifici elementi come:

  • la causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986) 
  • il codice fiscale del soggetto che paga 
  • il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. ­

Ecco un esempio di bonifico

causale

Le spese che non è possibile pagare con bonifico ad esempio, oneri di urbanizzazione, diritti pagati per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio  lavori, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo, possono essere pagate con altre modalità. Se vi sono più soggetti che sostengono la spesa di ristrutturazione, e tutti intendono fruire della detrazione al 50%, il bonifico deve riportare il numero di codice fiscale delle persone interessate al beneficio fiscale. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio, è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento. Si ricorda che al momento del pagamento del bonifico, banche e poste devono operare una ritenuta a titolo di acconto dell’imposta dovuta dall’impresa che effettua i lavori. Trattasi di una disposizione attraverso la quale viene anticipato all’Erario una parte di prelievo da operarsi nei confronti di coloro in favore dei quali vengono accreditati compensi per la realizzazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio. Dal 6 luglio 2011 la ritenuta è pari al 4%.

Originariamente la detrazione per ristrutturazione era al 36%. Cosa succede se nel bonifico è indicata la normativa precedente relativa al bonus 36%? In tal caso, secondo una nota della Direzione regionale delle entrate del Piemonte (consulenza giuridica n. 901 del 6/2013), la detrazione al 50% è comunque fruibile. Proprio in relazione ad eventuali errori nella compilazione del bonifico l’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 55/E del 2012 ha fornito le sue precisazioni. Laddove infatti vi sia coincidenza tra il soggetto ordinante il bonifico bancario e il soggetto destinatario della fattura, nonché tra la ditta a favore della quale è stato emesso il bonifico bancario e quella che ha emesso la fattura, l’incompletezza dei dati esposti nel bonifico può essere colmata fornendo alla banca, ove è stato effettuato il bonifico, il proprio codice fiscale, il numero di partita IVA della ditta beneficiaria del bonifico e gli estremi della norma agevolativa.

Secondo l’Agenzia inoltre la non completa compilazione del bonifico bancario/postale pregiudica sì il rispetto da parte delle banche e di Poste Italiane SPA dell’obbligo di operare la ritenuta disposta dall’art. 25 del DL n. 78 del 2010 all’atto dell’accredito del pagamento, ma la detrazione per ristrutturazione può essere riconosciuta se si procede comunque alla ripetizione del pagamento alla ditta beneficiaria mediante un nuovo bonifico bancario/postale nel quale siano riportati, in maniera corretta, i dati richiesti dal citato art. 1, comma 3, del DM n. 41 del 1998, in modo da consentire alle banche o a Poste Italiane SPA di operare la ritenuta del 4%, secondo il disposto dell’art. 25 del DL n. 78 del 2010.

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

sabato 15 marzo 2014

Guida alla scelta del mutuo

 

La guida  al mutuo che vi aiuterà nella scelta del finanziamento giusto per l’acquisto della vostra prima casa

guida_alla_scelta_del_mutuo

Cos’è un mutuo

Il mutuo è  un finanziamento a medio o lungo termine, erogato da una banca o da altro istituto finanziario autorizzato, rimborsabile secondo il piano di ammortamento fissato contrattualmente con  rate, che di solito sono mensili o semestrali e sono comprensive di quota capitale e quota interessi. Le finalità di un mutuo possono essere: acquisto, costruzione, ristrutturazione o liquidità.  Il mutuo è garantito, per chi lo concede, da ipoteca normalmente di primo grado su immobili

I requisiti per la richiesta di un mutuo

Nella valutazione della richiesta di un mutuo, generalmente le banche si basano principalmente su  tre parametri:

  • Il valore dell’immobile
  • Il reddito del richiedente
  • La capacità di rimborso del prestito da parte del richiedente

Quote erogabili

In generale un mutuo copre l’80% del valore dell’immobile. In alcuni casi, con forti garanzie, si può arrivare al 100%  .

Quali sono le tipologie di mutui

Esistono 3 macro-categorie di mutui:

  • Tasso Fisso

Il tasso di interesse applicato  viene fissato al momento della stipula del contratto . Nei mutui a tasso fisso ciascuna rata è uguale alla precedente (rata costante).

  • Tasso Variabile

Il mutuo è soggetto a variazioni in relazione all’andamento di uno o più parametri specificatamente indicati nel contratto di mutuo. Questo tipo di muto può esser soggetto a oscillazioni dell’importo della rata  a seconda dell’andamento dei parametri di indicizzazione.

  • Formule Miste

Si tratta di un mutuo regolato per i primi anni ( di norma 3/5) a tasso fisso o variabile, a scelta del cliente, con facoltà di quest’ultimo di esercitare l’opzione per il proseguimento a tasso fisso ogni 3/5 anni nel successivo periodo. In ogni caso ciascun istituto bancario offre diverse formule da valutare e vagliare

Dopo la scelta e l’approvazione del mutuo.

Dopol’ esito positivo per l’erogazione del mutuo avverrà la perizia di valutazione dell’immobile che si intende acquistare con l’importo richiesto col mutuo. La perizia verrà redatta da tecnico della banca,  successivamente dovrà avvenire la relazione notarile sulla proprietà e libertà dell’ immobile.

Perizia e relazione notarile alla mano, verrà redatto l’atto di mutuo cioèil contratto che viene stipulato alla presenza del notaio e che stabilisce tutte le condizioni che regolano il rimborso del capitale erogato con i relativi interessi e il piano di ammortamento .

Quanto costa un mutuo

Oltre alle spese di istruttoria e la copertura assicurativa applicata dalla banca – e che può variare da istituto a istituto – ci si deve  far carico dellespese notarili, degli oneri di perizia oltre, e l’imposta sulla prima casa

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com

Redditometro al via, controllate anche le spese per la casa.

 

Redditometro al via, controllate anche le spese per la casa.

Poco prima della partenza ufficiale del nuovo redditometro, fissata per inizio aprile, l'Agenzia delle Entrate fornisce ulteriori chiarimenti sulle spese di auto e casa che verranno considerate negli oltre 20mila controlli incrociati. Nel mirino le spese per condominio, mobili ed elettrodomestici e gli esborsi per la manutenzione dell'abitazione.

metroCon la Circolare 6/E dell'11 marzo scorso l'Agenzia delle Entrate provvede a fornire le ultime informazioni che chiariscono le spese da considerare ai fini degli accertamenti del nuovo redditometro, al via a inizio aprile. Gli accertamenti scatteranno in caso di incongruenza superiore al 20% tra spese effettuate e reddito dichiarato, ma il Garante della privacy assicura che non potranno essere utilizzate le spese medie che vengono individuate periodicamente dall'Istat per ricostruire le voci rientranti nel redditometro, come alimentari, abbigliamento, medicinali, telefonia, libri e tasse scolastiche e in generale tutte le spese per i beni e servizi di uso corrente, se non nel caso in cui vengano individuate puntualmente dall'ufficio delle Entrate che effettua il controllo fiscale. Le spese medie Istat che concorrono alla formazione del reddito accertabile dal redditometro sono invece quelle connesse ad elementi certi, come il possesso e le caratteristiche degli immobili e dei mobili registrati. Ma di cosa si parla esattamente?

  • Spese per condominio e acqua: la spesa media per condominio e acqua calcolata dall'Istat viene parametrata ai metri quadri effettivi dell'abitazione. L'esempio contenuto nella precedente Circolare 24/E/2013 era calzante: una coppia con un figlio residente nel Nord Ovest, in possesso al 50% di due immobili rispettivamente di 70 e 100 metri quadrati, avrà un esborso annuale di 710,82 euro per acqua e condominio, considerato il valore medio Istat mensile di partenza (52,27 euro per l'anno 2009).
  • Manutenzione della casa: gli esborsi per la manutenzione ordinaria dell'abitazione sono considerate spese per elementi certi nella selezione dei soggetti a maggior rischio evasione. Qualora non esistano già dati precisi in Anagrafe tributaria, il redditometro chiederà aiuto ai valori medi Istat; in questo caso il calcolo partirà dal dato medio mensile del contribuente, che varierà a seconda di area geografica di residenza e tipologia familiare di appartenenza, diviso per 75 metri quadrati e moltiplicato per il numero di metri quadrati della casa di proprietà o in affitto. Il valore finale andrà rapportato alla quota e al periodo di possesso nel corso dell'anno considerato dal Fisco.
  • Mobili ed elettrodomestici: la Circolare 6/E chiarisce che tali spese sono considerate ai fini del redditometro solo se già presenti in Anagrafe tributaria, per esempio perchè comunicati al Fisco con la dichiarazione dei redditi per chi ha sfruttato il bonus mobili del 2009 (o, pensando ai controlli dei prossimi anni, per quello introdotto nel 2013 e prorogato nel 2014), o perché inseriti nello spesometro se gli acquisti sono stati pari o superiori a 3.600.
  • Fitto figurativo: viene attribuito il cosiddetto "fitto figurativo" a quel contribuente che non risulti possedere un immobile nel Comune di residenza, né altro diritto reale come locazione o comodato. Queste spese non saranno considerate ai fini della selezione dei contribuenti da sottoporre a controlli fiscali, ma solo in sede di contraddittorio, nel caso in cui il soggetto venga convocato dagli uffici per fornire chiarimenti sulla sua condizione abitativa. Se le giustificazioni fornite non saranno ritenute convincenti, il fitto figurativo verrà sommato al maggior reddito accertato. Al contrario, se il contribuente dimostrerà la disponibilità di una casa, il Fisco non potrà considerare il fitto figurativo ma dovrà calcolare le spese per elementi certi connesse al tipo di immobile posseduto o utilizzato.

PER RIMANERE AGGIORNATI

http://casabookimmobiliare.blogspot.it/

https://www.facebook.com/casabookimmobiliareFlavioRindoneCaltanissetta

www.casabook-immobiliare.com